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Delibera Rifiuti Zero: gli operatori del riuso romani chiedono modifica immediata

“La Delibera Rifiuti Zero approvata dall’assemblea capitolina è la goccia che ha fatto traboccare il vaso”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RomaToday
"La Delibera Rifiuti Zero approvata dall'assemblea capitolina è la goccia che ha fatto traboccare il vaso" ha dichiarato Antonio Conti, portavoce romano degli operatori del riutilizzo. La Rete ONU (Rete Nazionale Operatori dell'Usato) ha a Roma una base di circa 2500 lavoratori, a fronte di un universo che probabilmente rasenta le 5000 persone impiegate. "Gli operatori del riutilizzo sono esausti" spiega Conti "vittime della completa assenza di politiche di sistema da parte del Comune di Roma. Quest'assenza nei fatti deve essere considerata come un'ostilità: sicuramente questa giunta non è amica degli operatori dell'usato. A Roma un operatore ambulante del riutilizzo per sopravvivere deve riutilizzare almeno 3 tonnellate e mezzo di materiali che altrimenti sarebbero stati smaltiti in discarica, ma non gli vengono offerti spazi per esporre, non gli vengono offerti modi organizzati per approvvigionarsi della merce, non gode di regimi tributari, contributivi e tariffari che possa sostenere. I negozi dell'usato riusano 100 tonnellate l'anno ciascuno, pagano tariffe rifiuti altissime. Le botteghe e i negozi dell'usato, così come gli artigiani di riuso creativo lavorano in mezzo a mille difficoltà senza ricevere alcun sostegno mentre il terzo settore nell'usato non riesce nè a fare sistema nè a cogliere le enormi potenzialità d'inclusione sociale esistenti, veramente a portata di mano".
Sono anni che la Rete ONU tenta, infruttuosamente, di interloquire con il Comune di Roma al fine di riorganizzare il mercato e la filiera, al fine di far emergere le migliaia di operatori sommersi, al fine di massimizzare le tonnellate riutilizzate per il beneficio collettivo e delle famiglie degli operatori.
"Gli operatori del riuso romani" spiega Conti "si sono rifiutati nel passato di partecipare a iniziative puramente simboliche che non muovono volumi quantitativamente rilevanti, che non beneficiano l'ambiente, che non creano posti di lavoro. Una facile demagogia, in qualche caso, ha cercato di sminuire il lavoro degli operatori del riutilizzo cercando di accreditare l'assurda ipotesi che il riuso possa essere fatto mediante scambio spontaneo, baratto o altre forme ludiche. In realtà perchè la domanda e l'offerta si incontrino c'è bisogno di un accurato lavoro, che è il valore aggiunto offerto dagli operatori dell'usato. Senza questo lavoro semplicemente il riuso non funziona. Iniziative come la Delibera Rifiuti Zero generano solo pubblicità per l'amministrazione e benefici per le associazioni con le quali sceglie di lavorare. La Delibera Rifiuti Zero in particolare, stabilisce l'implementazione di Centri di Riuso il cui schema di funzionamento è orientato allo scambio non professionale, ed è stato negoziato con associazioni particolari senza che i rappresentanti del settore fossero consultati. Non sono veri Centri di Riuso, sono luoghi di gioco il cui unico effetto è dare all'amministrazione la possibilità di dichiarare che a Roma il riuso si fa".
"Purtroppo i politici si confondono molto facilmente tra il fare e il mostrare. Per loro il fare è sinonimo di rappresentare, come se si trattasse di un grande teatro. Il lavoro vero non lo vedono, non sanno neanche di cosa si tratta. Non si rendono conto delle migliaia di persone che lavorano quotidianamente nel riutilizzo, in condizioni difficili quando non proprio disumane, e scelgono immancabilmente le soluzioni più comode, quelle che danno il risultato di immagine più immediato. Dov'è l'interesse pubblico in tutto ciò? La normativa comunitaria ha stabilito che l'interesse pubblico sta nella prevenzione dalla produzione dei rifiuti e dalla valorizzazione dei rifiuti stessi: prevenzione e valorizzazione devono essere fatti attraverso il mercato, applicando una gerarchia precisa e rispondendo ad obiettivi quantitativi. Il riuso occupa le prime due priorità, sia in funzione di prevenzione che di valorizzazione dei rifiuti, attraverso la preparazione al riutilizzo. La Delibera Rifiuti Zero non tiene conto della funzione di pubblico interesse che gli operatori del riutilizzo svolgono, ed è l'ennesimo schiaffo a loro e all'emergenza ambientale che ha bisogno di soluzioni vere e non di iniziative pubblicitarie, per quanto possano essere dichiarate provvisorie o foriere di qualcosa di più serio. La Delibera deve essere radicalmente modificata, e i suoi contenuti vanno rivisti con gli operatori del settore. Gli amministratori, prima di legiferare, hanno l'inderogabile dovere di consultarsi con i portatori di interesse".
Dopo una recente visita al mercato romano di Porta Portese e ad alcuni mercati dell'usato di periferia Anne Scheinberg, accademica nota internazionalmente per i suoi lavori su economia popolare e rifiuti, ha espresso un giudizio negativo verso l'atteggiamento dell'amministrazione comunale. "il lavoro dei piccoli operatori dell'usato va assolutamente preservato perchè produce effetti positivi sull'ambiente e crea inclusione sociale e sviluppo locale" ha dichiarato la Scheinberg. "Nonostante le continue richieste di ascolto, il Comune persiste nel negare a migliaia operatori del riutilizzo la possibilità di lavorare agevolmente e formalizzarsi. È molto meglio un'economia informale che una politica illegittima. Bisogna appoggiare gli operatori del riutilizzo, bisogna ascoltare le loro istanze".
"Siamo stufi di perdere tempo con i politici nei convegni o nelle riunioni, ad ascoltare parole vuote" ha detto Conti. "Gli operatori del riuso hanno bisogno di lavorare, i cittadini romani hanno bisogno di merci usate sul mercato, l'ambiente ha bisogno di meno rifiuti in discarica. E c'è un grande bisogno nella città di misure e programmi sul terreno del riuso atte a scongiurare la guerra fra poveri e a disinnescare l'allarme sociale. Questo si fa solo creando lavoro, facendo emergere il sommerso, nel rispetto della legge e della dignità delle persone. L'unica strada che ci resta è la mobilitazione".


Rete O.N.U. (Rete Nazionale Operatori dell'Usato)
 

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