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Olimpiadi 2024: oggi Raggi dirà no, poi toccherà al Campidoglio

Alle 14.30 l'incontro con Malagò, alle 15.30 la conferenza stampa. Sarà ufficiale il no pentastellato. Necessario però il passaggio burocratico in aula per "disimpegnare" il Comune dalla candidatura

Un evento nell'evento. La prima conferenza stampa della sindaca Raggi dovrebbe segnare il no ufficiale alle Olimpiadi. L'appuntamento è fissato alle 15.30 di oggi e al no non sembrano esserci alternative. Finite le Paralimpiadi si è giunti alla dead line di cortesia stabilita tra Malagò e l'amministrazione. Il presidente del CONI oggi alle 14.30 salirà in Campidoglio dove è previsto un incontro. Verrà reso noto ufficialmente il no dell'amministrazione, ribadendo che Roma e i suoi conti disastrati non possono permettersi l'Olimpiade. Malagò e il suo staff probabilmente chiederanno un no ufficiale dell'aula e presenteranno un progetto alternativo.

Un'ora dopo, davanti ai giornalisti, la spiegazione Urbi et Orbi suffragata dai dati di uno studio dell'Università di Oxford che mostrano come tutti i giochi olimpici siano stati costretti ad attingere a soldi extra rispetto alle previsioni di spesa. Giochi in perdita dunque e Roma non ha i soldi. Questione chiusa, al 99%. 

L'INCONTRO DI IERI - Ieri sera una riunione tecnica non sembra aver cambiato le sorti di Roma 2024. La coordinatrice di Roma 2024 Diana Bianchedi è salita in Campidoglio per parlare con i tecnici. Dell'amministrazione era presente il presidente della commissione sport Angelo Diario. Soddisfatta l'ex fiorettista: "Sono state tre ore intensissime, abbiamo fatto un'analisi tecnica sul dossier, come avevamo detto. Sono soddisfatta perchè siamo riusciti a parlare di alcuni temi e a dare delle risposte incontrando persone preparate e interessate: abbiamo ricevuto molte domande e abbiamo risposto su tutto. E' stato un incontro diretto e in un clima sereno". Nessun commento dell'amministrazione che, a incontro ancora in corso, ha però fatto uscire la notizia dell'incontro con Malagò e poi della conferenza stampa. Un passaggio simbolico se vogliamo che racconta la chiusura pressoché totale a qualsiasi modifica.

LA QUESTIONE POLITICA - Nonostante qualche crepa e qualche apertura gli spazi per un "Ni" o addirittura per un "sì" sembrano infatti essere ridotti a zero. La questione è soprattutto politica. La sindaca e tutto il Movimento Cinque Stelle in campagna elettorale hanno sventolato il loro no ai giochi. Una posizione sempre mantenuta, nonostante sia stata mitigata dalla correttezza istituzionale nei confronti di Malagò che in questi mesi ha chiesto ed ottenuto dialogo dalla parte politica. La correttezza istituzionale della Raggi si è trasformata in ambiguità nella lotta interna al Movimento. Le varie anime, da Di Battista a Grillo, hanno tutti urlato il loro no forte a Roma 2024, la sindaca ha invece scelto il silenzio. Una situazione che finora ha spaventato i vertici pentastellati, ma che oggi, dopo la partenza stentata dell'amministrazione a cinque stelle, mette spalle al muro la sindaca: se vuole anche il simbolo del Movimento e se vuole salire sul palco della festa nazionale di Palermo deve dire no, senza se e senza ma. Qualsiasi alternativa condannerebbe l'amministrazione Raggi a perdere le cinque stelle. 

LA COMUNICAZIONE - Un no forte e chiaro hanno chiesto Di Battista e Grillo e la scelta della comunicazione sembrava andare in quella direzione. Una conferenza stampa davanti ad un luogo simbolo, le vele di Calatrava, a Tor Vergata. Le condizioni meteo però hanno portato ad un cambio di programma e le comunicazioni ai giornalisti verranno date oggi in Campidoglio, nel corso della prima conferenza stampa ufficiale della sindaca. 

IL FUTURO DEI GIOCHI - Su Roma 2024 sembra quindi calare il sipario. Senza l'appoggio del Campidoglio è difficile pensare che il CIO possa dare credito alla candidatura. Il 7 ottobre è la data ufficiale per presentare la candidatura a Losanna e la firma della Raggi sarebbe stata fondamentale. Probabilmente da parte di Malagò si punterà a chiedere passi ufficiali da parte dell'assemblea capitolina che più di un anno fa votò a favore delle Olimpiadi. Si proverà a percorrere la strada della firma del Governo, alternativa a quella del Comune e ancora si agiterà l'arma del danno erariale. Prima ancora però resta, come spiegava qualche giorno fa Malagò, l'enorme danno di immagine che inevitabilmente ricadrà sulla Capitale. Per la seconda volta Roma rinuncia ai giochi a candidatura in corso. 

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