Ex caserma occupata, il Campidoglio approva la rigenerazione: costerà 11 milioni di euro
Ciaccheri: "Cambierà volto ad Ostiense" ma l'operazione non convince il centrodestra
Con un giorno di ritardo rispetto alla data inizialmente prevista, l’assemblea capitolina ha approvato il progetto di riqualificazione dell’ex caserma occupata di via del Porto Fluviale.
Il progetto approvato
La delibera prevede l’acquisizione gratuita, da parte del comune, del complesso immobiliare denominato “ex direzione Magazzini del Commissariato” e l’approvazione del programma di valorizzazione “Porto Fluviale RecHous: recupero partecipato del patrimonio artistico e social dell’immobile vincolato ed occupato”.
L’accordo prevede la trasformazione del cortile interno in una piazza pubblica aperta al quartiere, al cui interno attivare un mercato a chilometro zero. Nel complesso, che vanta una superficie coperta di 1860 metri quadrati, troverà spazio un hub per la mobilità sostenibile ed uno sportello antiviolenza, oltre ad una serie di laboratori. Nell’edificio, che è facilmente riconoscibile per l’imponente murale realizzato dallo street artist Blu nel 2013, convivono attualmente 56 nuclei famigliari, provenienti da 13 differenti nazioni. L’iniziativa del Campidoglio è finalizzata a dare una risposta definitiva agli occupanti, regolarizzandone la posizione.
La soddisfazione del centrosinistra
L’approvazione della delibera ha suscitato pareri discordanti. Per Alessandro Luparelli e Michela Cicculli, esponenti di Sinistra civica ecologista, il RecHouse sarà “Un esempio virtuoso di rigenerazione urbana, di innovazione della qualità dell’abitare, uno strumento per rispondere alla strutturale emergenza abitativa esistente in città attraverso un processo di progettazione partecipata, che può essere un modello virtuoso da riprodurre anche in altri contesti”. Altrettanta soddisfazione è stata espressa da Amedeo Ciaccheri: “cambierà il volto di Ostiense” ha dichiarato il presidente del municipio VIII. “Dopo anni di dibattito sull'utilizzo delle ex caserme nelle nostre città, Porto Fluviale traccia una strada con 11 milioni di investimento pubblico che serviranno a trasformare e a riqualificare la struttura e aprire servizi pubblici per il quartiere, aprendo le porte per una nuova piazza per Ostiense. Adesso – ha sottolineato Ciaccheri – possiamo entrare finalmente nella fase operativa”.
Le perplessità sugli occupanti
La delibera, dopo una lunga gestazione, è passata senza i voti del centrodestra. “Abbiamo presentato una serie di proposte per cercare di migliorare il progetto, ma non è passata nessuna. Ad esempio avevamo suggerito l’ inserimento di un’area ludica per i bambini, di uno spazio destinato ai cani ed anche ad uno sportello uno sportello per l’assistenza socio linguistica e culturale per gli immigrati ma pur di bocciare le proposte del centrodestra la maggioranza è riuscita a smentire se stessa” ha commentato il consigliere capitolino Federico Rocca (Fratelli d’Italia). Al di là delle proposte bocciate, c’è un altro aspetto su cui il centrodestra capitolino punta l’indice. “Noi non siamo contrari alla riqualificazione di quel complesso, ma messo così il progetto sembra la legittimazione dell’occupazione che verrà trasformata con 11 milioni di euro a chi, dal 2003 ad oggi, aveva occupato quell’immobile” ha commentato Rocca, sottolineando inoltre il fatto che “chi occupa, non dovrebbe rientrare nelle graduatorie Erp” quelle attraverso le quali si procede alle assegnazioni di alloggi di edilizia pubblica.
Un'occupazione quasi ventennale
Il numero di famiglie attualmente censite nell’immobile, è decisamente inferiore rispetto a quelle che, nel giugno 2003, avevano occupato l’ex caserma di Ostiense. Diciannove anni fa, in via del Porto Fluviale, in un’immobile abbandonato e fatiscente, arrivarono infatti 160 famiglie che solo 4 anni più tardi videro riconosciuto il loro status di persone in emergenza abitativa. Cosa trovarono quelle famiglie? Le condizioni generali erano di estremo degrado. “Il cortile era pineo di fogli volati via dalle finestre rotte degli uffici e si trovavano una grande quantità di attrezzi e di materiale da lavoro – si legge nelle testimonianze che sono raccolte nel programma di valorizzazione del Porto Fluviale. In un primo momento si è provveduto ad effettuare dei lavori alle fognature ed a dividere gli spazi interni con delle tende. I piani superiori, rimasti per mesi pieni di polvere, sono stati abitati solo successivamente. I servizi igienici invece, fino al 2007, sono stati esclusivamente comuni. Poi, con il riconoscimento dell’emergenza abitativa, gli occupanti hanno iniziato ad investire le risorse per la costruzione dei propri alloggi, arrivando a sviluppare anche un modello di convivenza e di recupero edilizio che è alla base del progetto che lì s’ìntende sviluppare. Nel 2013, per celebrare i primi dieci anni dell’occupazione, Blu ha realizzato un imponente intervento pittorico sull’edificio che, da quel momento, è diventato un monumento della street art romana.
La storia dell'immobile
L’ex caserma del Porto Fluviale, in origine era stata concepita per ospitare i “magazzini tributari” del cavaliere Vincenzo Taburet. Il proprietario, titolare di una delle più importanti aziende di spedizione e trasporti d’Italia, aveva inizialmente pensato di far costruire quel complesso per ospitare un deposito di generi alimentari. Quest’impresa, a causa del fallimento del Banco mercantile di Civitavecchia, non ebbe successo. Il complesso, che negli anni venti fu oggetto di alcune varianti urbanistiche, fu così impiegato dapprima per il trasporto di “carichi eccezionali”.
Fallita l’iniziale destinazione il complesso, ristrutturato negli anni venti, è stato impiegato per accogliere magazzini di armi e municipio e gli uffici del Commissariato dell’Aeronautica militare. Era infatti situato in una posizione considerata strategica, per la vicinanza al fiume ed alla rete ferroviaria, al punto d’avere alcuni binari che proseguivano all’interno dell’edificio.