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Politica

Mafia Capitale, occupato l'assessorato alle Politiche Sociali

La protesta è stata messa in atto da attivisti di Action, della rete Roma Social Pride e da alcuni lavoratori della cooperativa 29 Giugno. Lo slogan: "Cambiano le poltrone ma non le politiche"

“Cambiano le poltrone ma non cambiano le politiche”. Con questo slogan questa mattina circa trecento attivisti di Action e del Roma Social Pride, che riunisce una serie di realtà e cooperative romane che lavorano nel terzo settore, hanno occupato la sede dell'assessorato alle Politiche sociali di Roma Capitale in viale Manzoni calando uno striscione dalle finestre del terzo piano. Tra loro anche qualche lavoratore della cooperativa 29 Giugno di Salvatore Buzzi arrestato nell'inchiesta su mafia e appalti nella Capitale. “Non basta cambiare le persone e fare pulizia, bisogna cambiare le politiche sociali” commenta Andrea Alzetta, esponente di Action ed ex consigliere comunale tra il 2008 e il 2013. Tra gli obiettivi dei manifestanti anche l'attuale assessore, Rita Cutini: “Chiediamo le sue dimissioni” spiega Alzetta. “Se da un lato è vero che non risulta coinvolta nell'inchiesta, è anche vero che in un anno e mezzo di lavoro non ha fatto nulla per migliorare queste politiche sociali e non ha vigilato abbastanza” spiega.

Si legge in una nota di Action: “Nei giorni scorsi è avvenuta la storiaccia che da mesi se non da anni, in tanti avevamo previsto: profitto e speculazione sulla pelle di chi vive un disagio economico e sociale. Tutto ciò mentre alcuni pezzi del territorio con interi quartieri muoiono nel disagio e nella crisi”. Continua la nota: le realtà sociali invece “hanno disegnato in potenza un'idea di città fuori e contro le tagliole dei vincoli di bilancio ma anche oltre la tenaglia pubblico/privato. Contro la mafia capitale opponiamo la 'Capitale comune' che sappia governare processi di rigenerazione urbana, tutela dei beni comuni e garanzia dei diritti di cittadinanza". Conclude la nota: “Vogliamo che sia garantito un sistema di accoglienza dignitoso e fuori dal profitto, una politica del diritto all'abitare fuori dagli interessi dei palazzinari, vogliamo aprire un cantiere della riconversione e della rigenerazione, prima di tutto politica, che sappia porre le giuste politiche sociali, dell'abitare e del lavoro, al primo punto dell'agenda di governo di questa città a partire dalla dignità delle persone, nell'interesse dei cittadini".

Per cambiare politiche, secondo i manifestanti, “bisogna interrompere con i maxi bandi da milioni di euro ai quali possono avere accesso solo grandi cooperative e  gruppi che, come abbiamo visto, si sono mossi all'interno di meccanismi clientelari” commenta Alzetta. “Grandi gruppi che fino ad oggi si sono accaparrati la quasi totalità delle risorse. Queste invece andrebbero spalmate sui territori, partendo innanzitutto dai municipi. La politica deve intervenire per cambiare la situazione. Non può essere sotituita dalla magistratura. Tocca a Marino decidere se allearsi con la città dei Beni Comuni o proseguire su questa strada”.

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