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Politica Bufalotta / Via Gian Maria Volontè

Piano di zona Casale Nei, stabile venduto all'asta. I residenti presidiano il Municipio III: "Vogliamo incontrare la Regione"

La palazzina è occupata dal 2007 da famiglie in emergenza abitativa. La Regione l'ha finanziata al 90 per cento

“Resteremo qui in presidio fino a che non avremo risposte dalla Regione Lazio”. Iniziata come una conferenza stampa, l’iniziativa messa in campo oggi pomeriggio davanti alla sede del III municipio dagli abitanti di una palazzina occupata a Casale Nei è terminata con una nuova protesta. “Dopo il fallimento della cooperativa costruttrice l’immobile è stato messo all’asta e il 3 aprile scorso è stato venduto”, spiega in conferenza stampa Luciano Iallongo, uno dei residenti. “Circa un mese prima che questo avvenisse abbiamo avuto un incontro con la Regione Lazio”, che aveva fatto sapere che avrebbe seguito la vicenda. “Ma la vendita è andata a buon fine. Così noi oggi ci ritroviamo di fronte all’incubo di perdere un tetto sulla testa e rimanere senza alternativa”.

La vicenda del disagio abitativo delle persone che vivono nell’occupazione che sorge all’angolo tra via Volonté e via Corrado Mantoni, intreccia la lunga storia dei quartieri di edilizia agevolata, i cosiddetti piani di zona, nati proprio per dare una risposta a quanti un appartamento a prezzi di mercato non se lo possono permettere. La Regione Lazio mette i finanziamenti, il Comune di Roma i terreni. I costruttori firmano una convenzione con la quale si impegnano a vendere o affittare queste case a prezzi ribassati. In decine di piani di zona della Capitale, però, i prezzi sono stati quelli di mercato tanto che sono scattate una serie di indagini della magistratura sfociate in diverse richieste di rinvio a giudizio. 

La palazzina di via Volonté era destinata ad anziani con redditi bassi. “La Regione Lazio ha finanziato la sua costruzione al 90 per cento per un totale di circa un milione e 400 mila euro”, spiegano nel corso della conferenza stampa. Ma è rimasta vuota per anni. Così nel 2007, con i valori immobiliari alle stelle, non ancora toccati dalla crisi che si sarebbe abbattuta sul settore poco dopo, un gruppo di famiglie in emergenza abitativa ha deciso di occuparla. Molte giovani coppie che grazie alla certezza di un tetto sulla testa, “nonostante i nostri redditi precari”, hanno costruito le proprie famiglie. Poi il fallimento della cooperativa e l'immobile finisce all'asta. “Oggi, questo stabile realizzato con fondi pubblici è stato venduto per 450 mila euro. La Regione Lazio ci aveva assicurato che l’edilizia agevolata è vincolata, ma dovremo fare i conti con un nuovo proprietario privato di cui non conosciamo nemmeno il nome. Il tutto mentre le politiche abitative di questa città offrono come alternativa solo un posto letto nei centri di accoglienza, dividendo madri e figli dai padri". 

Le famiglie dell’occupazione di via Volonté hanno così deciso di presidiare la sede del III municipio “affinché si attivi con la Regione per riaprire il tavolo interrotto”. Il vicepresidente Stefano Sampaolo, presente alla conferenza stampa, si è impegnato “a interloquire con la proprietà e con la Regione già dalle prossime ore”. Dall'assessorato regionale alle Politiche Abitative fanno sapere che si stanno occupando del caso e assicurano che il vincolo del prezzo massimo di cessione resta invariato. 

Molti gli interventi solidali. “La Regione non ha tenuto in considerazione queste famiglie”, denuncia Paolo Di Vetta dei movimenti per il diritto all’abitare. “Mentre avrebbe dovuto impegnarsi per comprendere le loro necessità non consentendo quanto accaduto. Oggi è necessario mettere un punto fermo, bisogna capire quali soluzioni dignitose possono essere messe in campo senza arrivare all’uso della forza pubblica”.

Presenti molte realtà del quartiere come Asia Usb del Tufello, secondo la quale “bisognerebbe requisire i tanti appartamenti invenduti costruiti in questa zona”, o gli spazi sociali Astra e Puzzle, “perché quella di via Volonté non va affrontata come vicenda singola ma in rete, nell’ottica del disagio abitativo dell’intero quadrante”. 

Al fianco dell’occupazione anche la Cgil di Roma e del Lazio e la Rete dei numeri pari. “In un momento come questo è fondamentale partecipare alle lotte complessive della città”, le parole di Roberto Giordano della Cgil. “Siamo qui per dire a Zingaretti che 80 realtà cittadine sono a fianco di queste famiglie”, aggiunge Giuseppe De Marzo, della Rete dei Numeri pari. “Non possiamo permettere che l'interesse di un privato sul palazzo sia più importante del suo valore per la collettività”. Intanto gli abitanti di via Volonté restano in presidio fuori dal municipio: "Abbiamo parcheggiato un camper. Non ce ne andremo senza risposte". 

Il racconto di due residenti nella palazzina di via Volonté

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