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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Niente più nomi delle donne sulle croci dei feti sepolti

Lo ha deciso la giunta comunale approvando una proposta di modifica del regolamento cimiteriale. Nel 2020 era scoppiato lo scandalo a Prima Porta

Passo in avanti di Roma Capitale per quanto riguarda la tutela dei diritti delle donne. La giunta ha infatti approvato la proposta di modifica di due articoli del regolamento di polizia cimiteriale, garantendo così l'anonimato alle donne che vivono l'esperienza di un aborto e decidono di far inumare il feto morto.

Innanzitutto sarà possibile la scelta: dopo l'aborto la persona potrà decidere per la cremazione o per la sepoltura. In questo secondo caso, non si verificheranno più scempi come quelli del cimitero Flaminio dove decine di donne si sono ritrovate di fronte a croci con i loro nomi in corrispondenza della sepoltura del feto. Il fatto, scoperto nel settembre 2020, è poi diventato un caso mediatico e una battaglia legale portata in tribunale dai Radicali Italiani e dall'associazione Libera di Abortire di Francesca Tolino

L'intervento del Campidoglio, infatti, farà sì che sul cippo funerario verrà indicato solo un codice alfanumerico associato al numero di protocollo della richiesta e solo la genitrice o altri aventi diritto potranno accedere all'elenco dei protocolli custodito dal cimitero. 

Cimitero dei feti a Prima Porta, dalla commissione pari opportunità supporto per "Libera di Abortire"

“Dalla parte delle donne, senza se e senza ma - dichiara Sabrina Alfonsi, assessora all’Ambiente di Roma Capitale - ogni donna deve poter scegliere tra cremazione e sepoltura e lo deve fare nella più completa riservatezza. Con l’introduzione del codice alfanumerico e del registro anonimo all’interno del Cimitero impediremo che si ripeta quanto accaduto nel 2020 al Flaminio”.

“Oggi è un giorno molto importante per i diritti delle donne” ha dichiarato l’assessora alle Pari Opportunità Monica Lucarelli. “Con l’approvazione della delibera di Giunta che va a modificare il regolamento cimiteriale - ha proseguito - abbiamo ristabilito il diritto alla riservatezza. Questa modifica è un atto dovuto per ristabilire i giusti criteri di dignità e per dare un segnale di vicinanza alle donne che in un momento drammatico hanno anche visto violate la libertà di autodeterminazione, la privacy e il diritto di scelta. Sono fiera e felice di aver contribuito a questo risultato, il cambiamento di una città parte soprattutto dai diritti e dalla vicinanza verso chi soffre. La Capitale in questo si sta evolvendo molto - ha concluso l’Assessora - e credo sia il regalo più bello per questo Natale di Roma”.

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