Per pagare la nuova sede dell'ex Provincia all'Eur in vendita 138 appartamenti abitati

Gli inquilini degli immobili di proprietà dell'ormai ex provincia di Roma sono pronti a scendere in piazza. A far scattare l'allerta il piano di razionalizzazione e alienazione del patrimonio dell'ex ente, ora Città Metropolitana, in vista del trasferimento presso la nuova sede unica. Con un decreto del 14 settembre scorso, a firma del sindaco metropolitano Ignazio Marino, in seguito ad una nuova "ricognizione" del patrimonio a disposizione, il 'portafoglio' immobiliare del fondo 'Provincia di Roma' gestito dalla società BNP Paribas Real Estate Investment Management SGR p.A., è stato autorizzato un ulteriore incremento.

Si tratta di un fondo immobiliare entro cui erano stati conferiti diversi immobili di proprietà dell'ex provincia di Roma, tra cui anche l'ex studentato occupato Degage, sgomberato alla fine di agosto, per la il 'riordino' del patrimonio dell'ex ente. Immobili la cui alienazione doveva servire anche per finanziare l'acquisto della nuova sede unica all'Eur. Il nuovo decreto autorizza il conferimento a tale fondo, oltre che di una serie di impianti sportivi e scolastici sparsi per tutta la Capitale e di un'area adiacente al complesso del Santa Maria della Pietà, “dell’intero comprensorio con ingresso da Via Trionfale 8891 e Via Chiarugi”. 

In totale si parla di 138 appartamenti, già abitati da persone che pagano affitti 'calmierati' e quindi da dismettere con “vendita prioritariamente agli inquilini”. La vendita diretta, si legge nel decreto, comporterebbe dei vantaggi, tra cui “l’abbattimento della quota capitale del finanziamento attivato per l’acquisto della Sede Unica, con conseguente risparmio sugli interessi”, il “miglioramento del saldo per l'acquisto” di tale sede e il fatto che la manutenzione di tali appartamenti passerebbe direttamente ai nuovi proprietari, esonerando l'ente dai propri "obblighi manutentivi" e dalle "relative responsabilità per eventuali danni a cose o persone eventualmente dipendenti dal cattivo stato manutentivo del compendio immobiliare". 

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Il 19 novembre prossimo, presso i palazzi di via Tronfale, si terrà un'iniziativa pubblica organizzata dal sindacato Unione Inquilini a cui parteciperanno anche i partiti Prc, Sel e Pdci. “Ci riuniremo con gli inquilini di tali immobili per chiedere di ritirare il decreto” spiega Fabrizio Ragucci di Unione Inquilini Roma. “Secondo noi le garanzie per gli attuali residenti non sono abbastanza, soprattutto per chi non riuscirà ad acquistare, anche se si tratterà di una vendita a prezzi inferiori del libero mercato. La legge che disciplina la materia a cui si fa riferimento nel decreto infatti prevede che gli immobili che non vengono acquistato dagli inquilini vadano all'asta”. 

Nel mirino anche una decina di immobili in dismissione e vuoti. “Chiediamo che vengano destinati alle famiglie in difficoltà abitativa. In particolare che vengano assegnati ai primi dieci soggetti inseriti nella graduatoria del “buono casa”,  con un contratto di locazione a canone concordato” continua Ragucci. “Allo stesso modo chiediamo che il Comune di Roma ed ora il Prefetto,  in virtù dei suoi poteri straordinari, metta a disposizione degli aventi diritto a questo contributo e degli altri inseriti  nelle graduatorie  i numerosi appartamenti vuoti di proprietà pubblica presenti nel territorio comunale , un patrimonio prezioso attualmente inutilizzato a fronte di una progressiva e drammatica crescita della domanda abitativa  anche conseguenza diretta dell’elevato numero di sfratti per morosità “ incolpevole” che si registra in danno di famiglie in difficoltà a causa della crisi economica e della perdita di reddito da lavoro”.