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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Rifiuti, dopo due anni di flop il M5s ci riprova: ecco come cambia il porta a porta per i negozi

Nuove linee guida per l'appalto delle utenze non domestiche. Dal tag di controllo interno ai locali agli indicatori di qualità per la fatturazione alle imprese

Calendari di raccolta più efficaci, un call center dedicato, sacchetti colorati a seconda della frazione di rifiuto, tag di controllo anti furbetti all'interno dei locali. Così il Campidoglio ci riprova. La raccolta porta a porta per i commercianti, in gergo tecnico le utenze non domestiche, cambierà ancora.

Dopo il flop totale del modello lanciato nel 2018 dall'allora assessore Pinuccia Montanari, con un appalto di Ama da 150 milioni di euro ed esternalizzazione del servizio ai privati, si tenta una nuova strada. Troppi i disservizi denunciati sia dagli operatori che dall'utenza: giri di raccolta insufficienti per i negozianti, mappe sbagliate con utenze "fantasma", pagamenti sempre in ritardo con i lavoratori privati continuamente in sciopero. Un disastro su tutti i fronti.

Il 23 aprile scadranno gran parte dei lotti affidati, e il M5s ha messo nero su bianco le linee guida del nuovo bando, in una mozione votata ieri in Consiglio comunale. "Entro tre mesi avremo un nuovo appalto" ha spiegato il presidente della commissione Commercio Andrea Coia. Tra le novità: le tag per il controllo di passaggi e conferimenti, dove gli operatori che ritirano devono passare una sorta di badge, saranno posizionate dentro i negozi, la predisposizione di sacchetti colorati di medio piccole dimensione, secondo la tipologia del rifiuto, al posto dei secchi utilizzati per il ritiro, specie in caso di locale di piccola metratura, un calendario da stabilire, valutato con le associazioni di categoria. E metodi più rigidi di controllo sull'operato delle ditte. 

L'erogazione delle fatture per le prestazioni del servizio dipenderanno dal numero di passaggi presso le utenze, dalla rilevanza dell'attività basata sull'oggetto della raccolta, dalle quantità raccolte e dalla tipologia delle attività (scuole, mercati, bar, ristoranti, etc.), oltre che dal livello di soddisfazione del servizio da parte delle utenze. Chi non garantisce alti standard di servizio, non verrà pagato dall'ente pubblico. E sarà Ama a controllare i quantitativi conferiti. Verrà poi predisposto un call center ed altre modalità informatiche per permettere ai commercianti di segnalare disservizi. 

"Con la mozione approvata abbiamo voluto definire gli indirizzi necessari per ottenere una miglior qualità del servizio e un maggior controllo anche sulle quantità raccolte - spiega Coia - un provvedimento necessario poichè i bandi sono prossimi alla scadenza e soprattutto perchè nel corso di questi mesi sono stati segnalati da cittadini, operatori ed associazioni di categoria numerosi disservizi o mancate attivazioni del servizio". Sperando che stavolta sia quella buona. 


 

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