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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Nozze gay, il Tar dà torto al Prefetto: "Non può annullare le trascrizioni"

Questi matrimoni "non sono trascrivibili nei registri dello stato civile" ma l'annullamento "può essere disposto solo dall'Autorità giudiziaria ordinaria". Marino: "Non mi stupisce"

Il Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, non aveva i poteri di annullare le trascrizioni sui registri capitolini dei matrimoni gay contratti all'estero. Lo ha stabilito il Tar del Lazio che inizialmente aveva deciso di non annullare il provvedimento. “L'attuale disciplina nazionale non consente di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso” e, di conseguenza, "matrimoni del genere non sono trascrivibili nei registri dello stato civile". Tuttavia, "l'annullamento di trascrizioni nel registro dello stato civile di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso, celebrati all'estero, può essere disposto solo dall'Autorità giudiziaria ordinaria". E quindi “il ministero dell'Interno e le Prefetture non hanno il potere di intervenire direttamente, annullando le trascrizioni nel registro dello stato civile di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso, celebrati all'estero” ha scritto in merito alla circolare del Ministro dell'Interno del 7 ottobre 2014. Nel decidere, si legge nella nota, "il giudice amministrativo ha eseguito una ricognizione della normativa comunitaria e nazionale e della giurisprudenza costituzionale e di legittimità”.

IL SINDACO Il sindaco Ignazio Marino non si è dimostrato sorpreso: “Non credo ci sia stato mai un momento in cui ho mostrato un minimo dubbio sulla mia certezza. D'altra parte sono un chirurgo, e prima di andare in sala operatoria controllo gli strumenti, infatti prima di fare le trascrizioni in Campidoglio abbiamo fatto una doverosa e diligente verifica di tutte le normative. Ho sempre ritenuto fosse un passo di civiltà importante, perché l'amore a Roma conta” ha detto il sindaco che rilanciato la palla al Governo: “Tutto questo deve ancora di più essere interpretato come uno stimolo al Parlamento, ma lì sono certo che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi come ha detto in diverse occasioni provvederà a sollecitare egli stesso un percorso legislativo che sia accurato e che colmi il vuoto che in Europa esiste soltanto in Grecia e l'Italia".

IL VICESINDACO - "L'avevamo detto sin dall'inizio che la forzatura del Ministro Alfano sulle trascrizioni dei matrimoni gay contratti all'estero non aveva ragioni giuridiche” il commento del vicesindaco Luigi Nieri. “Alfano ha preso una enorme cantinata e, a causa sua, purtroppo abbiamo assistito a un dibattito grottesco e surreale per mesi. Alfano ha costretto anche i prefetti ad esporsi a una gran brutta figura, visto che il Tar ha affermato in maniera inequivocabile che né il Ministero dell'Interno, né le Prefetture possono annullare le trascrizioni nel registro dello stato civile di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso celebrati all'estero".

L'ASSESSORE CATTOI - “La sentenza del Tar conferma quanto abbiamo sempre sostenuto: il Prefetto non ha nessun potere di annullamento. La trascrizione delle unioni di 16 coppie effettuata dal sindaco Ignazio Marino resta quindi valida” sottolinea Alessandra Cattoi, assessora al Patrimonio, Politiche Ue, Comunicazione e Pari Opportunità. “Abbiamo agito per sostenere i diritti di tutte le persone senza nessuna discriminazione e continueremo a farlo perché vogliamo che Roma sia e continui a essere la capitale dei diritti. La decisione del Tar avvalora ancora di più la necessità di una legge nazionale che colmi il vuoto normativo esistente per garantire finalmente il riconoscimento delle unioni omosessuali nel nostro Paese”.

IMMA BATTAGLIA - “Il caos regna sovrano tra chi fa le leggi, chi le conosce e chi le fa rispettare, nella totale assenza di certezza del diritto” il commento di Imma Battaglia, consigliera di Sel, madrina in Aula Giulio Cesare della lotta per il riconoscimento dei diritti civili alla comunità Lgbt. “Come in tutta la comicitá, dietro questo paradosso si nasconde una incommensurabile tristezza, dove l'incompetenza gioca con la pelle delle persone. Intervenga immediatamente Renzi per chiedere, come prima, diretta e naturale conseguenza della sentenza del TAR, le dimissioni di Alfano e del prefetto, per dimostrare ai cittadini che questo Paese vuole cambiare rotta”.

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