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Nozze gay, primo round al Prefetto: il Tar non sospende la richiesta di annullamento

La richiesta di sospensione "provvisoria e urgente" era stata avanzata da una coppia prima della notifica del ricorso. Intanto il Campidoglio prosegue la battaglia legale

E' un no, almeno per adesso, quello del Tar del Lazio alla richiesta di sospensione dell'atto con il quale il Prefetto ha disposto l'annullamento delle nozze gay, contratte all'estero e trascritte dal sindaco Marino che ha sfidato senza mezzi termini governo nazionale e, appunto, Prefettura. Con annesse polemiche e botta e risposta al veleno tra maggioranza e opposizione.  

La richiesta delle coppie alla giustizia amministrativa era cautelare, ovvero avanzata prima della notifica dei loro ricorsi. Ma con due decreti monocratici, il presidente della I sezione ter del tribunale amministrativo, ha respinto le richieste delle due coppie gay che si erano rivolte ai giudici chiedendo una decisione provvisoria e urgente sull'annullamento delle trascrizioni, nonostante ancora i loro ricorsi siano in attesa della formale notifica. 

Il no è conseguente al non aver ravvisato nella richiesta "quel carattere di indifferibilità e urgenza tale - si legge nel decreto - da giustificare la non previa notificazione del ricorso". Il diritto di difesa delle coppie, ha spiegato il giudice, "potrà trovare piena esplicazione davanti al competente collegio".

Dunque il braccio di ferro che da settimane impegna il primo cittadino in una battaglia a colpi di annunci, proclami e azioni legali, non si ferma. Proprio ieri Marino ha notificato alla Prefettura e al ministero dell'Interno il ricorso al Tar del Campidoglio per chiedere l'annullamento del decreto con cui il prefetto Giuseppe Pecoraro ha intimato al Comune l'immediata cancellazione delle trascrizioni dai registri dello stato civile. E due giorni fa anche due coppie gay, che avevano avuto il riconoscimento della loro unione, hanno fatto la medesima richiesta al tribunale amministrativo. 

IL COMUNE AL TAR - Il sindaco di Roma Ignazio Marino "non ha celebrato l'unione, non ha attribuito diritti nè imposto doveri agli interessati, ma si èlimitato a conferire pubblicità-notizia a un evento, giuridicamente rilevante, verificatosi prima (rispetto al 18 ottobre) ed altrove (in altri Stati) nel rispetto dello Statuto di Roma Capitale, che impone il divieto di qualsiasi forma di discriminazione, degli ordinamenti dei Paesi in cui il matrimonio è stato contratto, nonchè dalle Carte sovranazionali recepite dal nostro ordinamento". Lo scrive il Campidoglio, in una nota nella quale illustra i motivi del ricorso al Tar. 

Nel ricorso, spiega il Campidoglio, viene anche contestata una "violazione del procedimento" da parte del prefetto "poichè il decreto impugnato - si osserva nella nota - è stato adottato senza la formale comunicazione di avvio e quindi non rispetta le disposizioni della legge 241/90 (nuove norme sul procedimento amministrativo, ndr), invocata peraltro dallo stesso Prefetto".

Nozze gay in Campidoglio (foto Agenzie Dire e Facebook)

 

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