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Regione, sulle nomine dirigenziali esposto del M5S. Zingaretti: "Querelo"

Il gruppo regionale del Movimento ieri ha presentato un esposto alla Corte dei Conti sulla base di una serie di delibere di giunta: "Sono tutti fatti fondati"

È guerra aperta tra il Movimento cinque stelle e il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti. La scintilla che ha acceso il botta e risposta è contenuta in un esposto avanzato lunedì dal gruppo regionale del Movimento alla Procura regionale della Corte dei Conti. Cariche dirigenziali duplicate, assenza di evidenza pubblica nella loro assegnazione, violazione delle norme di legge per la selezione del personale, delibere non pubblicate. Per il M5s è tutto scritto nero su bianco nelle delibere oggetto dell'esposto che, come da prassi dei M5s, è stato pubblicato sul sito del gruppo regionale e così leggibile da chiunque. Di tutta risposta, la giunta guidata da Zingaretti difende il suo operato e minaccia “la possibilità di procedere con una querela”.

Tra i punti messi in luce nell'esposto c'è l'istituzione del 'Comitato per la legislazione' che ha “funzione di impulso e collaborazione per la predisposizione ai fini dell'iter di approvazione delle leggi regionali”. Secondo il M5s questo comitato è un “duplicato” in quanto il compito attribuitogli è già di competenza “dell'ufficio legislativo presso il Segretariato generale della giunta” e di altri uffici di consulenza. “E' evidente quindi che vi è un'inutile moltiplicazione di strutture” si legge nell'esposto. Il costo di questa struttura è di 320 mila euro all'anno “oltre oneri riflessi”.

Ma non è l'unico esempio di 'duplicazione delle funzioni' rilevato dal Movimento. Altro caso riguarda la posizione 'Social media manager, web content, coordinamento contenuti e newsletter istituzionali' che secondo il M5s costituisce una “posizione del tutto identica” a quella denominata 'Comunicazione e relazione digitale con i cittadini'. Per entrambe le cariche lo stipendio è di 60 mila euro. Ma sul fronte comunicazione non è finita. “Come se non bastassero queste posizioni 'web', la Giunta regionale, con delibera 106/2013 ha provveduto alla istituzione di una struttura denominata 'Agenzia digitale ed open government' con funzioni speculari a quelle elencate” scrivono. Stipendio per il responsabile di questa nuova struttura 115 mila euro all'anno.

Altro punto inserito nell'esposto riguarda una possibile violazione dei limiti imposti dall'art. 19 della legge 165/2001 che “prevede che possano essere conferiti incarichi dirigenziali a personale esterno all'amministrazione […] nel limite del 10%” si legge nell'esposto. Su 17 posizioni, di esterni ne potevano essere nominati 2, calcola il Movimento 5 Stelle nell'esposto. Invece ce ne sono 5.

Una delibera di giunta particolarmente contestata dal gruppo consiliare e pubblicata oggi, in risposta alle dichiarazioni del governatore di ieri, è la 120 del 2013. Come riportato sul testo stesso della delibera, non è stata richiesta la pubblicazione sul bollettino. Motivo per cui i consiglieri pentastellati l'hanno soprannominata come 'segreta' che “permette al Segretario generale di istituire 'posizioni dirigenziali individuali' e che non è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale”. Grazie a questa delibera sono stati “affidati complessivamente 14 incarichi a soggetti esterni all'amministrazione”.

La risposta del presidente del Lazio non si è fatta attendere. Nessun segreto, “sono tutti atti pubblicizzati sul Bollettino ufficiale”, che rivela come sia al vaglio “la possibilità di procedere con una querela” bollando l'esposto come “strumentale ed infondato”. E nemmeno un euro di spesa in più. Anzi. La regione fa sapere che le riforme avviate hanno determinato risparmi per 1 milione di euro.

Scrive la Regione: “L'esposto del M5S descrive il nuovo assetto della Giunta regionale, ampiamente dibattuto su numerosi organi di informazione e che determina, a differenza di quanto sostengono i consiglieri M5S, una semplificazione e un taglio degli incarichi all'interno della Giunta”. Poi continua: “Tale riforma ha determinato una cancellazione di 2 dipartimenti, un taglio delle direzioni da 20 a 12 (circa il 40% contro il 20% di tagli previsti dalla spending review) ed una diminuzione di circa 350 aree decisionali producendo per le casse regionali un risparmio di circa 1 milione di euro l'anno”.

Ma il Movimento 5 Stelle non si lascia intimorire e chiede di ribattere carte alla mano ribadendo “l’assoluta fondatezza dei fatti oggetto dell’esposto”. Tutto è oggetto della “copiosa documentazione consegnata alla Procura regionale e su cui abbiamo chiamato ad esprimersi la magistratura contabile”. Per il M5s “la minaccia di querele da parte della Giunta evidenzia il grave stato di difficoltà della sua azione politica, priva di argomenti, e incapace di fornire risposte ai fatti dettagliati e circostanziati contenuti nel nostro esposto”.

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