Non ha cinque anni come dirigente: a rischio la nomina di Liporace
Nel bando approntato da Marino era richiesto almeno un quinquennio da dirigente. Liporace, pur avendo pluriennale esperienza sul campo, non avrebbe tali requisiti. Gli esclusi pronti al ricorso. Imbarazzo in Campidoglio
Una leggerezza che rischia di mandare in fumo tre mesi di lavoro e molto probabilmente di minare la credibilità delle scelte del sindaco Marino. La nomina del colonnello Oreste Liporace alla guida dei vigili urbani di Roma sarebbe da rivedere. Un requisito fondamentale previsto nel bando approntato da Marino non sarebbe infatti in possesso del pluridecorato Tenente Colonello di Belvedere Marittimo (provincia di Cosenza).
In particolare ai fini del conferimento dell'incarico è richiesto il possesso di "comprovata esperienza, almeno quinquennale, maturata in ruoli dirigenziali di organizzazioni complesse o enti pubblici".
Liporace è però Tenente Colonnello da gennaio 2013 e da ancora meno è dirigente dell'Urp del comando generale dell'Arma. Sembra che anche l'Arma abbia avviato i propri accertamenti interni. Il bando stesso conteneva la possibilità di certificare questo requisito con un'autocertificazione. E proprio l'autodichiarazione di Liporace avrebbe tratto in inganno chi ha effettuato le segnalazioni. Va detto però che lo stesso bando prevedeva la verifica da parte dell'Amministrazione del possesso dei requisiti previsti dal presente avviso.
In Campidoglio la notizia è piovuta come un fulmine a ciel sereno. Gli esclusi dalla gara, vigili e non solo, sono pronti al ricorso. A confermare che qualcosa sta accadendo è l'assenza del neo capitano Liporace all'incontro con Marino, la Matarazzo e i sindacati. "Non c'è perché ufficialmente non è ancora in carica", è la giustificazione in Campidoglio. Una zona grigia dalla quale ora bisognerà capire se Liporace uscirà come capo dei vigili (e con uno stipendio da 190.000 euro in tasca) o come Tenente Colonnello dei Carabinieri dall'onorato curriculum.
