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Mafia Capitale, Buzzi: "Con Cutini stamo messi proprio male". Così l'assessore si riscatta

L'assessore alle Politiche Sociali viene nominata nell'ordinanza della maxi inchiesta. Buzzi vuole sostituire il direttore del V Dipartimento, ma Cutini si oppone

Rita Cutini, assessore alle Politiche Sociali della giunta Marino, attaccata nei mesi per "assenza di dialogo" con il terzo settore e mancanza di qualunque strategia politica su rom e immigrati, si riscatta. C'è anche il suo nome nelle mille pagine di ordinanza che racconta la follia del Mondo di Mezzo, la rete di sodali che tra appalti e mazzette teneva in scacco la capitale del Paese. C'è il suo nome sì, ma come pedina anomala della scacchiera, elemento di intralcio al posizionamento degli uomini giusti al posto giusto. 

La vicenda che la riguarda è la nomina del nuovo capo del V Dipartimento, quello alle Politiche Sociali, fondamentale per gli affari del signor Salvatore Buzzi, presidente della cooperativa 29 giugno e dirigente di altre quindici tra cooperative e società. Quello che "con i rifugiati si fa più soldi che con la droga". Negli anni il patron delle coop rosse ha ottenuto appalti a pioggia, tra rifiuti, verde, campi rom, centri di accoglienza per immigrati, con fatturati da multinazionale. Ma, con la nuova giunta e la sostituzione di Angelo Scozzafava (tra gli indagati), allora direttore del Dipartimento sotto Alemanno, la partita perdeva uno dei suoi giocatori di punta, da sostituire al più presto con un altrettanto valido interlocutore. 

Viene nominata Gabriella Acerbi, ma a Buzzi e compagni non piace. Lui stesso la definisce persona poco disponibile: "Basta che se ne va questa, non te riceve, non te parla...". La macchina si mette in moto per 'eliminarla'. Il prescelto è Italo Walter Politano, che Buzzi caldeggia a Figurelli, capo segreteria del presidente dell’assemblea capitolina Coratti. C'è un ostacolo però, Rita Cutini rompe le uova nel paniere: non vuole spostare Acerbi, sua persona di fiducia. Così Buzzi si rivolge al vice Nieri.  

Questo il testo di un primo sms. “Buongiorno Luigi e scusa l’ora ma volevo dirti che l’avvicendamento della Acerbi con Politano è una scelta molto apprezzata da noi e altre realtà come la nostra ma in tarda serata abbiamo appreso che forse non è piu così: per noi è molto importante avete un capo dipartimento che conosciamo in un assessorato di fondamentale importanza, ove non c’è stato ad oggi il minimo dialogo". E ancora: “dacce una mano perché stamo veramente messi male con la Cutini”. Nieri dalla sua lo rassicura: “lo so lo so come no? Assolutamente...va bene? Poi ce vediamo pure...”. 

LEGGI ANCHE - QUANDO NIERI DICEVA: "LA 29 GIUGNO E' UN'ISTITUZIONE DI ROMA"

Alla fine il Dipartimento Promozione Servizi Sociali viene affidato a Isabella Cozza, definita comunque da Figurelli una persona fidata (“ce l’avemo messa noi”). Politano finisce (la beffa) alla Direzione Integrità, Trasparenza e semplificazione di Roma Capitale, la Acerbi alla Centrale Unica per gli Acquisti.  

Un clima "ostile" quello avvertito dall'assessore Cutini nel suo primo anno e mezzo di mandato. Insomma, non era lei a sedere in Campidoglio per difendere qualche interesse c'era già qualcun altro che lo faceva. E oggi l'occasione è perfetta per rispedire al mittente le accuse di aver agito in solitario, anzi, spesso, di non aver agito affatto. 

"Da quando mi sono insediata è stato un crescendo di difficoltà. Talvolta ho avvertito un senso di solitudine. Ora che conosco questi fatti, comincio a pensare che può esserci regia dietro gli attacchi contro di me". Solo un pensiero certo, non c'è alcuna prova. Cutini non era a conoscenza dei fatti contestati agli indagati nell'inchiesta, e certo non era impegnata a combattere il sistema mentre in tanto le si chiedeva conto del suo operato. Ma con altrettanta certezza l'ambiente di lavoro era inquinato. 

"Ho solo messo in relazione l'inizio di una campagna contro di me con alcune mie decisioni all'interno dell'assessorato" spiega l'assessore all'Avvenire. "Era una campagna di delegittimazione strisciante, nessun attacco frontale. Ma ogni volta che si parlava di rimpasto al Comune di Roma, sui giornali il primo nome che compariva come assessore uscente era sempre il mio»". 

"Quando sono arrivata - continua Cutini - la situazione dell'assessorato era in gran disordine: c'erano 54 milioni fuori bilancio e la parola bando di concorso era quasi sconosciuta. C'erano troppi affidamenti diretti con la motivazione dell'emergenza. In questi mesi ho cercato di riportare ordine amministrativo e trasparenza. A qualcuno questo dava fastidio?".  

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