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È allarme per la seconda ondata, l'ex centro Covid chiude i reparti: 250 lavoratori in cassa integrazione

Il Nomentana Hospital chiude reparti e attività a causa dell'emergenza Coronavirus, per 250 lavoratori la struttura ricorre al Fondo Integrazione Salariale (Fis). I sindacati: "Si eviti catastrofe sociale"

A causa dell’emergenza Coronavirus chiudono reparti e attività: così 250 lavoratori del Nomentana Hospital finiscono in cassa integrazione. Un dramma occupazionale nella struttura di Fonte Nuova che, a fine marzo, dopo la positività di ventidue pazienti era stata tra le prime ad essere convertita in centro Covid a bassa intensità. Nel corso della prima ondata anche 29 casi positivi tra gli operatori sanitari con la casa di cura privata a chiedere i dispositivi di protezione promessi e i sindacati sulle barricate.  

Nomentana Hospital: cassa integrazione per 250 lavoratori

Sigle sindacali allarmate tutt’oggi e solerti nello stigmatizzare il ricorso al Fondo Integrazione Salariale (Fis) per 250 lavoratori del Nomentana Hospital. “Dopo la terribile esperienza della prima ondata in cui non si era oggettivamente preparati ad un’emergenza di tale portata, che presso il Nomentana Hospital ha portato all’istituzione della zona rossa in virtù del picco di contagi tra utenti e personale, non riteniamo possibile che ci siano ancora tali mancanze organizzative e gestionali, soprattutto per ciò che concerne i lavoratori” - hanno scritto in una nota i responsabili della Sanità Privata di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio. 

I sindacati: "Inammissibile ridurre personale sanitario"

“Da rilevare inoltre l’eccessivo ricorso alle ferie forzate, anche non maturate in alcuni casi, e alla Fis per un numero tanto elevato di operatori (senza tener conto del fatto che nei reparti accreditati sono presenti ancora lavoratori con partita Iva, a tempo determinato e personale appartenente a cooperative) non rappresenta una soluzione plausibile in un momento storico come questo, in cui la carenza di personale sanitario e l’urgenza dello stato attuale della pandemia stanno portando al collasso dei pronto soccorso, dei reparti di diversi ospedali e soprattutto stanno riducendo ai minimi termini le energie del personale sanitario, che continua a lottare in prima linea nonostante tutto”. 

Al Nomentana Hospital personale in stato di agitazione: "No a catastrofe sociale"

Duro l’attacco alla dirigenza della casa di cura di Fonte Nuova: “Non è pensabile che con l’anticipo del 90% del budget erogato dalla Regione Lazio, il Nomentana Hospital si lavi le mani rispetto alla situazione attuale, mettendo a repentaglio il futuro di 250 lavoratori e senza contribuire alla gravissima emergenza sanitaria in atto”. Da qui la proclamazione dello stato di agitazione di tutto il personale, con la richiesta a Regione Lazio e ASL Roma 5 di intervenire subito a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori “al fine di scongiurare una vera catastrofe sociale”.
 

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