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L'allarme dei nidi privati: "Uno su cinque rischia di chiudere entro giugno"

La denuncia di Aninsei Lazio e dei sindacati di categoria: "Situazione di grande difficoltà, servono fondi dalla Regione"

Fonte Agenzia Dire - Molte famiglie hanno deciso di non utilizzare i nidi, di organizzarsi a casa. Per questo una struttura su cinque rischia di chiudere. A lanciare l'allarme per il mondo degli asili privati e convenzionati è Goffredo Sepiacci, presidente di Aninsei Lazio - Associazione nazionale istituti non statali di educazione e di istruzione, intervenendo stamattina nella seduta della commissione Istruzione della Regione Lazio sul tema Covid-19 e servizi educativi per l'infanzia che ha visto l'audizione di sindacati e associazioni di categoria come, tra le altre, Gruppo Nidi Infanzia, Onda Gialla, Scarabocchiando e la stessa Aninsei: tra le richieste, la rivisitazione dell'ordinanza della Regione Lazio in particolare sul tema dell'organizzazione a 'bolle' delle varie classi. Presente anche Alessandra Troncarelli, assessore regionale alle Politiche sociali, Welfare ed Enti locali, che ha concluso i lavori con il suo intervento. 

Un nido su 5 a rischio chiusura

Una situazione difficile quella vissuta dagli asili privati in questi primi due mesi di anno scolastico. "Stimiamo che uno su cinque non arriverà a giugno" ha spiegato Sepiacci "a Roma ma anche a Rieti e Viterbo". La ragione? "Molte famiglie hanno deciso di non utilizzare i servizi per l'infanzia ma di organizzarsi per conto proprio, oltre alla difficoltà per gli asili nel ricontrattare gli affitti". Gli unici interventi, spiega ancora il presidente dell'associazione "sono stati quelli regionali, ma abbiamo sollecitato l'Ufficio scolastico regionale, di competenza ministeriale, all'erogazione dei contributi che nel Lazio sono veramente indietro: è stato erogato per ora solo l'anno scolastico 18/19 e in queste settimane sta arrivando il 19/20". 

"Servono fondi ulteriori"

Insomma, per il presidente di Aninsei Lazio, "sarebbe utile che la Regione individuasse ulteriori fondi per sostenere i nidi: sarebbe un aiuto importante e garantirebbe la sopravvivenza delle strutture. Gli asili nido privati non sono tutti convenzionati con i Comuni, molti sono spazi Be.bi. attivi solo la mattina o il pomeriggio e in questo momento stanno soffrendo molto. Come associazione di categoria - ha concluso Sepiacci - chiediamo alla Regione un ulteriore aiuto, fermi restando i bandi emanati a gli cui associati hanno potuto accedere e per i quali ringraziamo l'amministrazione, chiedendo però al contempo un altro sforzo".

Per Giancarlo Cosentino della Cisl "ci sono diverse criticità nello 0-3, la nuova modalità di organizzazione dei nidi incide in modo elevato sui costi del personale. Quando ci avete illustrato la legge sullo 0-3 erano stati promessi finanziamenti per sostenere anche l'offerta del servizio e io chiesi di verificare se era possibile integrare quote di finanziamenti tramite gli enti locali per i maggiori costi dovuti alla pandemia, che richiedono un numero molto elevato di personale da impiegare sia per le strutture dirette che per quelle convenzionate. Per quanto riguarda invece i responsabili Covid, registriamo forti ritardi delle Asl nelle risposte alle comunicazioni, soprattutto il sabato e la domenica". 

Le criticità su Roma

Massimo Mattei della Uil ha sottolineato che "la nostra preoccupazione in questo momento riguarda la sicurezza e l'organizzazione sul Comune di Roma, perchè ci si sta muovendo in maniera disarmonica tra municipio e municipio. Vorremmo che, come sta facendo la Regione per il personale sanitario, ci sia uno screening continuativo per tutto il personale, si faccia maggiore attenzione ai tracciamenti e si monitorino più attentamente i dpi, per capire se il virus è all'interno delle strutture e viene portato all'esterno o viceversa. Senza educatori non c'è scuola e la maggiore attenzione va data a loro: spero che su questo la Regione si impegni ancora di più di quanto già sta facendo".

L'intervento dell'assessore 

In questo momento, ha spiegato Troncarelli dopo gli interventi di sindacati e categorie, "con le curve del contagio a livelli altissimi non mi sembra il momento di rivedere l'ordinanza, perchè il Lazio è una delle poche Regioni gialle e questo vuol dire che siamo sulla strada giusta. Per ora manteniamo gli stessi criteri, nel momento in cui si abbasserà l'indice contagiosità faremo sempre in tempo a togliere le bolle e parlare di sezioni".

Sui fondi ai nidi, ha sottolineato l'assessore, "abbiamo mandato delle lettere per i contributi su premialità ma ci serve anche il loro aiuto: all'avviso regionale da 3 milioni per le strutture accreditate, su 130-140 nidi hanno risposto solo in 70, mentre il nostro intento è quello di arrivare a diffondere il più possibile l'informazione su quello che stiamo facendo. La clausola di premialità scatta con assunzioni di personale e con il mantenimento dello standard del livello occupazionale, ora abbiamo rinviato nuovamente le lettere ai nidi e faremo lo stesso sui fondi europei anche per i non accreditati. Chiedo anche alle categorie di sollecitare tutti quelli che non hanno risposto, perchè mi dispiacerebbe che per una svista o per non aver dato peso alla comunicazione ci siano tutte queste mancate risposte. Il termine per la risposta dei nidi e' fissato al 20 novembre, valuteremo poi la possibilità di erogare nuovi fondi per i rimborsi dei mesi da settembre a dicembre"


 

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