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Nei cimiteri riprendono le visite: tra le tombe erba incolta e scorribande di cinghiali

Nei cimiteri di Roma accessi contingentati, obbligo di guanti e mascherine. Da Flaminio a Isola Farnese regna l’incuria: “in due mesi senza visitatori nessuna manutenzione”

Accessi contingentati, visite ai defunti possibili ma senza assembramenti, riti funebri consentiti in presenza di massimo 15 persone. 

Aperti i cimiteri di Roma

Con l’avvio della fase 2 dell’emergenza Coronavirus riaprono i cimiteri di Roma o meglio, senza alcuna ordinanza che li abbia mai chiusi ma esclusi dalle mete consentite per gli spostamenti, all’interno dei campisanti della Capitale, dove nei giorni scorsi erano già stati riattivati i servizi di tumulazione, sepoltura e consegna di urne cinerarie, riprendono anche le visite. 

Mascherine e guanti obbligatori: saranno le forze di polizia, nell’ambito delle attività di controllo sul territorio, a vigilare sul rispetto delle distanze e sull‘utilizzo dei dispositivi di sicurezza.

Riaprono i cimiteri: “Incuria dilagante”

Ma nei cimiteri di Roma è l’incuria dilagante a destare sconforto e rabbia. “I cimiteri capitolini ‘riaprono’ in condizioni di grave disagio: nonostante due mesi senza visitatori – denuncia a RomaToday Valeria Campana, portavoce del Comitato Cimiteri Flaminio Prima Porta Verano e Laurentino - nessuno ha pensato di fare all’interno un po’ di manutenzione. L’erba è incolta, le linee bus cimiteriali sospese. Non c’è stata alcuna programmazione per la loro riapertura e a pagarne le spese sono sempre i cittadini che vanno a far visita ai propri cari”. 

Cimiteri aperti tra incuria e cinghiali

Soffrono anche i piccoli cimiteri. A Cesano il degrado è diffuso: la vegetazione selvaggia sovrasta le tombe, i cestini sono stracolmi di rifiuti, intorno materiale di risulta lasciato a terra. “Una situazione veramente indecorosa. Evidentemente due mesi di lockdown e conseguente chiusura dei cimiteri – denuncia Giuseppe Mocci, consigliere di Forza Italia in Municipio XV - non sono bastati alla Sindaca di Roma per fare i necessari interventi di manutenzione”. Non va meglio a Isola Farnese dove tra i loculi, così segnala Fratelli d’Italia, si aggirano i cinghiali che “combinano disordini, sia nei vialetti che nelle aree riservate alle sepolture a terra”. 

Il Cimitero Flaminio nel degrado

Ma è il Cimitero Flaminio, quello di Prima Porta, con i suoi 140 ettari di estensione e 37 chilometri di strade interne, a susictare maggior preoccupazione. Gli edifici O, P e Q sulla cui manutenzione Ama e Comune litigano, dopo un anno e mezzo sono ancora interdetti causa infiltrazioni diffuse e distacchi di intonaco. “Intorno regnano incuria e trascuratezza, siamo alle solite. Il Comune avrebbe dovuto approfittare di due mesi senza visitatori per rendere i cimiteri decorosi e invece nulla”  – incalza Campana sottolineando anche come al Flaminio ci sia pure un problema legato alla viabilità.

Di tutti gli ingressi è solo uno il varco utilizzabile per l’accesso: “E’ quello usualmente dedicato ai mezzi di servizio e non quello principale dove si trovano i fiorai così – spiega la portavoce del Comitato – in molti vanno a comprare i fiori e poi, per rientrare nel cimitero ed evitare un giro infinito, effettuano due pericolose inversioni a U. Una scelta scellerata”. Intanto fuori è crisi da Covid-19 anche per i fiorai: con alle spalle due mesi di cimiteri deserti e davanti una ripresa che per la categoria sarà lenta. 

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