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"Per il Pd l'inceneritore era nel programma? Falso. Lavoriamo a proposta alternativa"

Il consigliere di Europa Verde in un'intervista a RomaToday sulla realizzazione del termovalorizzazione annunciato da Gualtieri

Ci tiene a precisare che la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore ("ma andrebbe chiamato inceneritore") non era nel programma elettorale. "Abbiamo contribuito a scriverlo come forza ecologista, lo sappiamo bene" spiega a RomaToday, in risposta alle affermazioni rilasciate al nostro giornale dal deputato Pd Claudio Mancini. Il consigliere di Europa Verde, vicepresidente della commissione Ambiente, Nando Bonessio è in prima fila tra i contrari all'impianto annunciato dal sindaco Gualtieri per liberare Roma dalla perenne morsa dei rifiuti. Molto meglio, a suo dire, potenziare al massimo la differenziata, cosa che non potrà avvenire se non parzialmente "perché gli inceneritori hanno bisogno di combustibile per funzionare". 

Consigliere, sul tema del termovalorizzatore ha letto l'intervista rilasciata al nostro giornale del deputato romano Claudio Mancini e ci ha chiesto di poter partecipare al dibattito. Qual è la sua posizione?

Intanto mi scusi ma la parola "termovalorizzatore" non esiste in nessun testo di fisica o termodinamica, non c'è una valorizzazione dell'energia, casomai un recupero, ma è comunque inferiore a quello impiegato per produrre il materiale che si va a bruciare. Il termine è stato coniato dagli imprenditori. La bilancia energetica di un inceneritore è sempre in passivo. 

Capiamo il distinguo, ma andando oltre la questione terminologica, cosa contesta delle dichiarazioni di Mancini?

Dichiara che l'inceneritore si trova nel programma elettorale ma non è così. Noi abbiamo contribuito a scriverlo come forza ecologista, è in rete e si può consultare.

In realtà lui parla di linee programmatiche dove si parla di "potenziamento della capacità di incenerimento a partire dal sito di San Vittore"

Si parla di incenerimento utilizzando gli impianti già presenti nel Lazio, con la quarta linea di San Vittore in fase di realizzazione, per il resto si parla in maniera centrale di processo di trattamento dei rifiuti che parte uno dal diminuire la produzione, due dal migliorare la quantità e la qualità della raccolta differenziata, al momento bassissima. Se non lo si fa ora, quando? Un 10% di produzione si può abbattere in tempi rapidi, è un obiettivo praticabile. 

E l'inceneritore, o termovalorizzatore che dir si voglia, entrerebbe in contrasto con l'incremento di differenziata? 

Certamente e le spiego subito perché, ponendo io a lei una domanda. 

Prego.

Se un'azienda, pubblica o privata che sia, che investono 700 milioni di euro per la realizzazione di un inceneritore (il costo è stato dichiarato da Gualtieri), pensa che per i prossimi 30 anni non abbia la sicurezza che il Lazio produrrà combustibile per alimentare gli altoforni? L'impianto non arriverà prima di cinque anni a dire bene, e 600mila tonnellate di capacità significano precludere a Roma la possibilità di superare un tot di percentuale di differenziata, il 65% (per Gualtieri è il tetto da raggiungere nel 2030, ndr), che l'Europa considera la soglia minima, non massima, da raggiungere. 

Spesso si prende a modello l'impianto di Copenaghen, con la pista di sci, considerandolo un esempio virtuoso sul piano delle tecnologie ambientali utilizzate. Cosa ne pensa?

Allora, l'inceneritore danese è costato 560 milioni di euro, tre volte i costi preventivati inizialmente, ci sono voluti sette anni per realizzarlo, doveva servire cinque comuni dell'hinterland di Copenaghen ma dopo 3 anni, con l'aumento significativo della differenziata, non avendo più combustibile hanno allargato a tutta la Danimarca. Oggi importano rifiuti da tutta Europa. Ci vanno a sciare sopra? Il problema non è andarci a sciare una, due, tre volte al mese, il problema è abitarci vicino 365 giorni l'anno. Ci sarà un motivo se le case intorno costano il 50% in meno? E se ci stanno cartelli con scritto "vietato coltivare ortaggi". Tornando in Italia, il registro dei tumori rileva un più 12% di malati tra chi abita entro cinque chilometri dall'inceneritore di Brescia, tra i più moderni d'Italia. 

Era meglio una discarica? 

No assolutamente. 

E allora come si smaltiscono i rifiuti indifferenziati che rimangono comunque, seppur in percentuale si spera sempre minore?

Nei cinque anni, diciamo il tempo minimo, che servono per realizzarlo si può lavorare in maniera significativa sulla differenziata, sul riciclo e sul riuso, con piccoli impianti dislocati in tutta la città per lavorare le singole frazioni, e anche con piccole discariche di servizio esclusivamente per la frazione secca. 

Continuando a portare rifiuti in giro per l'Italia a costi esorbitanti...

Ma è quello che continueremo a fare comunque nei prossimi cinque anni. 

A quanto pare passi indietro su questo non sono previsti. Che farete come forza politica? 

Ci coordineremo con Sinistra civica ecologista, altro partito che non ha votato il testo sull'impianto in aula, e con altre forze che hanno espresso perplessità, vedi Roma Futura e Sinistra italiana, e faremo una proposta alternativa insieme a Wwf e Legambiente con dati e costi. Vogliamo un confronto, il sindaco ci ha assicurato che ci fornirà tutti i numeri per farci comprendere che la sua proposta è inevitabile e la migliore. Siamo convinti che possiamo dimostrare il contrario, con le testimonianze degli imprenditori del settore. Abbiamo anche un gruppo in parlamento con Europa verde più altre forze contrarie, faremo di tutto perché a livello nazionale si apra un dibattito. 

Come estrema ratio potrebbe uscire dalla maggioranza?

Questa è una decisione che sarà assunta a livello di organismo di partito e con quello mi confronterò. 


 

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