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Dopo le polemiche il M5s ritira la mozione: niente Museo sul fascismo

Le proteste dell'Anpi hanno fatto breccia. Il Movimento cinque stelle ha deciso di ritirare la proposta relativa alla creazione di un museo sul fascismo.

La presa di posizione della Sindaca è stata determinante. La mozione sul “Museo del fascismo” che tre consiglieri del Movimento 5 stelle avevano proposto, sarà ritirata.

Mozione ritirata

Ne dà conferma anche Gemma Guerrini, la portavoce pentastellata che era stata la prima firmataria dell’atto. Dopo le critiche ricevute, soprattutto da parte dell’Anpi, il Campidoglio ha deciso di correggere il tiro. Il 4 agosto in aula Giulio Cesare non si discuterà più dell’intenzione di realizzare un “grande museo di tipo storico didattico” che sia “collegato ad un centro studi di alto livello scientifico.

Una proposta rischiosa

L’associazione nazionale partigiani d’Italia aveva evidenziato la propria contrarietà ad un’iniziativa che non li aveva visti coinvolti. Perchè, era stato spiegato, “non si prevede esplicitamente un museo sui crimini del fascismo, sull'esempio di quanto realizzato in Germania, ma semplicemente sul fascismo” . E questo avrebbe potuto trasformarsi in un assist “per quanto non vedono l’ora di dimostrare che il fascismo ha fatto anche cose buone”.

Lo stop della Sindaca

Per tutta risposta la Sindaca aveva ribadito che “Roma è una città anti-fascista” sottolineando che “in merito” non debba esserci “nessun fraintendimento”. Una posizione che, al netto delle critiche ricevute, ha lasciato poco margine d’azione ai consiglieri pentastellati che avevano promosso l’atto.

Marcia indietro apprezzata

Soddisfazione per la marcia indietro della maggioranza è stata espressa dalle Associazioni della Casa della Memoria e della Storia del Comune di Roma. “È stata evitata a Roma una iniziativa che, non indirizzandosi come in Germania esplicitamente contro i crimini del fascismo, avrebbe potuto creare una situazione equivoca e ritorcersi contro le iniziali intenzioni”.

Com’è stato sottolineato ancora una volta dall’Anpi e dalle altre associazioni della Casa della Memoria, la realizzazione del proposito pentastellato, che pur partiva dell’esigenza di “contrastare il negazionismo e l’ignoranza diffusa” sarebbe stata “gestita dalla successiva consiliatura di cui, “nonostante antifascismo sia fondamento delle Istituzioni italiane nate dalla Resistenza - ha sottolineato l’Anpi - non possiamo oggi prevedere l'orientamento politico e culturale”.

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