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Museo delle Periferie a Tor Bella Monaca: "Comune pronto a recuperare i soldi dovuti dal costruttore"

L'assessore all'Urbanistica del Comune di Roma, Luca Montuori, nel corso di un sopralluogo, ha spiegato lo stato dell'arte della realizzazione del museo

Le lectio magistralis sono iniziate a ottobre del 2020 e così gli incontri presso la scuola Melissa Bassi di via dell’Archeologia, per l’automappatura delle realtà attive sul territorio capitolino. Dall’inizio di febbraio 2021, sul portellone esterno del teatro di Tor Bella Monaca, che affaccia sull’arena all’aperto, è visibile un’opera di street art di Sten e Lex. A maggio, in modalità mista fisico e virtuale in streaming, si terrà un vero e proprio festival con tre giorni di lezioni, incontri, eventi, performance e dibattiti. 

Il Museo delle Periferie di Roma, il ‘Rif’, è già realtà anche se, osservando il luogo in cui è stata annunciata la sua sede fissa è difficile pensarlo. Questa mattina l’assessore all’Urbanistica, Luca Montuori, insieme al presidente del VI municipio, Roberto Romanella, agli assessori alla Cultura e ai Servizi sociali, Alessandro Gisonda ed Eleonora Di Maulo e al direttore del museo, Giorgio de Finis, ha effettuato un sopralluogo a largo Ambrogio Brambilla nel punto in cui sorgerà il nuovo polo civico museale.

Siamo a metà di via dell’Archeologia, a ridosso del comparto di case popolari dell’R5. Di fronte a due palazzine private alte una decina di piani, una delle quali rimasta incompiuta, con tanto di impalcature e gru ferme da tempo, c’è un terreno incolto dal quale sorgono pali di cemento armato lasciati a metà. Un grande cartellone pubblicizza la vendita di appartamenti di vari tagli: il progetto si chiama Parco dei Gabii. Dev’essere lì da tempo, anche se i balconi che mostrano i segni della presenza di abitanti sono pochissimi. Nello spiazzo antistante un gruppo di operatori di Villa Maraini sta raccogliendo siringhe usate. 

Non sarebbe dovuta andare così. In base al programma di recupero urbano il costruttore che ha tirato su gli edifici residenziali in cambio del permesso a costruire avrebbe dovuto realizzare alcune ‘opere a scomputo’, tra le quali la riqualificazione di un parco e un edificio che sarebbe dovuto essere utilizzato dalla Asl ma che ora l’amministrazione capitolina, appurato che la Asl non è più interessata a quei locali, vuole trasformare nel Museo delle Periferie. La tabella di marcia è in ritardo di anni. “Per questo nei mesi scorsi abbiamo avviato un’interlocuzione con tutte le parti coinvolte, costruttori compresi, per far ripartire i lavori”, ha spiegato l’assessore Montuori. “Nonostante le promesse, però, è ancora tutto fermo. Per questo l’amministrazione ha avviato la procedura per l’escussione delle polizze fideiussorie poste a garanzia dell’intervento. A quel punto il Comune dovrà recuperare i soldi e realizzare il museo”.

Il 17 febbraio è stato fissato il sopralluogo durante il quale il responsabile del procedimento confermerà la decisione di voler procedere in questo modo. “Quel giorno sarà scaduto il termine ultimo entro il quale i costruttori avrebbero dovuto rispondere”, ha specificato Montuori. “Il sopralluogo servirà a certificare il fatto che il cantiere non è stato aperto. Ancora non è chiaro se il Comune per avviare la progettazione dovrà attendere di aver recuperato i soldi o se, con la garanzia di ottenerli, potrà procedere fin da subito”. Una volta realizzato, così come stabilito in un protocollo firmato con il Comune, la gestione del Rif passerà a Palaexpo. 

“Per noi il progetto del Museo delle Periferie è molto importante perché proprio in queste settimane stiamo lavorando per inserire il comparto di proprietà comunale R5 all’interno dei progetti da presentare nell’ambito del ‘Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare’ emanato dal ministero delle Infrastrutture”, continua Montuori. “Il piano di recupero dell’edificio è parte di un programma di rigenerazione più complesso che passa anche attraverso la cultura. Le possibili interazioni con il museo sono auspicabili non solo per le carte ma anche per la vita vera”.  

Un progetto è già sulla carta, anche se non è definitivo. “I volumi delle cubature sono rimasti gli stessi del precedente progetto, ma abbiamo deciso di dargli una nuova funzione”, ha spiegato l’assessore alla Cultura del VI municipio, Alessandro Gisonda. Tra le mani il progetto con i diversi spazi dell’edificio, segnati con colori differenti. “Alcuni spazi saranno dedicati al museo, altri a laboratori e sale prova musicali, poi ci saranno degli uffici, un’area ristoro e degli spazi esterni che potranno essere utilizzati per altre attività. Non mancheranno i locali che potranno essere utilizzati dai residenti. Vogliamo che sia un museo-laboratorio vivo tutto il giorno. Ci sono troppe strutture lasciate in questo stato a Tor Bella Monaca, strutture che fanno sì che l’amministrazione pubblica lanci un messaggio di abbandono ai residenti. Il rilancio delle periferie parte anche dal recupero di queste strutture”, conclude Gisonda.

“Speriamo che il Museo delle Periferie diventi un luogo di incontro e di confronto culturale, che a Tor Bella Monaca manca nonostante ci siano molte persone creative”, il commento di Roberto Romanella, presidente del VI municipio. “Con questo progetto vogliamo portare il centro in periferia e fare in modo che si confrontino”.

Difficile dire quando potranno aprire le porte del nuovo museo. L’assessore Montuori non si è sbilanciato. Intanto, ha commentato de Finis, “stiamo già lavorando al Rif da tempo. Anche se un museo che parla delle periferie del mondo può essere temporaneamente nomade e non si chiuderà mai dentro a quattro mura è chiaro che aspettiamo la sua apertura. Sarà un presidio fisso sul territorio”.

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