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Movida, ecco perché l'ordinanza anti-minimarket proseguirà per un altro mese (almeno)

La chiusura alle 22 degli esercizi di prossimità "ha portato risultati positivi", dicono sia dal municipio II sia dall'associazione commercianti

L'ordinanza anti-minimarket è scaduta il 6 marzo, ma è quasi certo che verrà prorogata per almeno un altro mese. Anche perché I e II Municipio, gli unici due interessati, lo chiederanno ufficialmente al sindaco Roberto Gualtieri proprio oggi, mercoledì 9 marzo. 

L'obbligo di abbassare le saracinesce alle 22 dal venerdì alla domenica per gli esercizi commerciali di prossimità che vendono prodotti alimentari e bevande alcoliche, soprattutto nelle zone di San Lorenzo, Trastevere e piazza Bologna, secondo le due minisindache ha sortito i suoi effetti. "Le cose sono migliorate - commenta a RomaToday Francesca Del Bello, alla guida del II dal 2016 - anche perché c'è stato un presidio più esteso e costante del territorio da parte delle forze dell'ordine. Sono cinque fine settimana che a San Lorenzo abbiamo il camper della squadra mobile della Polizia di Stato, la situazione è più sotto controllo al momento". L'intenzione, quindi, è che tutto rimanga così com'è fino a Pasqua: "La cosa positiva - prosegue l'esponente Pd - è che il commissariato di San Lorenzo ha chiesto e ottenuto dal Questore un impegno in forze maggiori". 

Anche gli esercenti - quelli esclusi dall'ordinanza - sono soddisfatti di come sono andate le cose nell'ultimo mese. "Il rafforzamento dei controlli  e la chiusura anticipata dei minimarket - fa sapere Claudio Pica, presidente della Fiepet Confesercenti Roma e Lazio - hanno contribuito senza dubbio a migliorare la situazione. Quasi sicuramente ci sarà una proroga, come confermato anche dall'assessora Lucarelli in un incontro con noi. A San Lorenzo le cose sono diverse, lì c'è un discorso di spaccio e delinquenza che andrebbe affrontato in altro modo". Sulla raffica di controlli e di sanzioni che hanno colpito anche pub, ristoranti e altre attività aperte la sera, Pica ribadisce la sua posizione: "Se c'è qualcuno che sbaglia è giusto che paghi - conclude - ma parliamo di forse l'1% del totale. Ci sono 8.000 locali a Roma che fanno attività serale, al massimo 50 o 60 ha la cattiva abitudine di aggirare le regole". E infine un paio di proposte per dare una svolta positiva al fenomeno: "Innanzitutto individuare luoghi dove installare le telecamere - conclude Pica - capendo, nei casi in cui sono già presenti, se sono veramente collegate a una centrale operativa pronta a intervenire. E poi sarebbe auspicabile l'istituzione di un tavolo permanente allargato alle associazioni come la nostra. Tra dieci giorni dovrebbe riunirsi l'osservatorio sulla sicurezza, speriamo di esserci". 

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