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Piano di zona Monte Stallonara, il Tar respinge la richiesta di un costruttore: "Niente sospensione per la revoca dei fondi pubblici"

La società aveva ottenuto un finanziamento di oltre 200 mila euro per costruire 14 appartamenti in edilizia agevolata

Nessuna sospensione. Il Tribunale amministrativo del Lazio ha respinto la richiesta avanzata da una società di costruzioni di fermare in via cautelativa gli effetti della revoca del finanziamento pubblico per la realizzazione di alloggi di edilizia agevolata fatta scattare dalla Giunta regionale del Lazio il 29 novembre 2019 sulla base di una serie di inadempienze. La società Sviluppo Edilizio Immobiliare srl (Sei srl), attualmente in liquidazione, è una delle tante che ha realizzato una palazzina, in questo caso composta da 14 appartamenti, nel piano di zona Monte Stallonara, dove anche altri operatori sono stati raggiunti da simili provvedimenti.

Il bando in base al quale sono stati erogati i fondi è chiamato ‘20mila alloggi in affitto’ ed è finalizzato alla realizzazione di alloggi da affittare per almeno otto anni a prezzi agevolati. Nel 2005 la S.e.i srl si era aggiudicata un finanziamento da 216.186 euro dalla Regione Lazio, attualmente erogato al 70 per cento, mentre dal Campidoglio aveva ottenuto la concessione del diritto a costruire su un terreno di proprietà comunale. Come riporta la determina di novembre della Regione Lazio la S.e.i srl si era aggiudicata ai fini della graduatoria i 4 punti relativi all’impegno “a reperire senza intermediazione conduttori e assegnatari”. Al contrario, come comunicato dal Comune di Roma alla Regione nell’agosto del 2019, la S.e.i srl si è però avvalsa di una società intermediaria con gli inquilini che, si legge nel documento regionale, si sono ritrovati a coprire anche i costi di questa intermediazione.

Non solo. Oltre ai contratti di affitto gli inquilini hanno sottoscritto anche preliminari di compravendita in base ai quali il trasferimento della proprietà sarebbe avvenuto al termine degli otto anni. “Dalla verifica dei preliminari di vendita” si legge nella determina regionale “non risulta detratto il contributo pubblico violando così il principio che l’imprenditore debba decurtare dal prezzo massimo di cessione il medesimo contributo in quanto erogato non a favore dell’operatore ma a favore del fruitore finale”. Per esempio, in uno dei contratti che Romatoday ha potuto visionare, l’inquilino si è impegnato a versare circa 190 mila euro in totale: circa 90 mila euro versato in parte come caparra in parte al momento delle diverse fasi dell’avanzamento dei lavori e altri 95mila “mediante accollo di mutuo ordinario” richiesto dalla società.

Per Regione e Comune sia il ricorso all’intermediazione sia la mancata sottrazione del finanziamento dal prezzo finale costituiscono “violazioni”. Sulla base di questo la Regione aveva così deliberato “di disporre la decadenza dal beneficio concesso all’operatore economico”  mantenendo però le finalità pubbliche dell’intervento edilizio; di “recuperare la quota di contributo non scomputata dall’importo del prezzo massimo di cessione nonché degli ulteriori costi di intermediazione”, lasciando quest’ultima operazione a carico dell’amministrazione capitolina; e infine “di trasferire a Roma Capitale la quota residua di contributo, pari a 64.855 euro”. Roma Capitale, che secondo quanto apprende Romatoday sta predisponendo la delibera per  l'annullamento della concessione, dovrebbe procedere all’acquisizione degli immobili al patrimonio capitolino.

Sono questi i contenuti della determina impugnata dalla società costruttrice di fronte al Tar del Lazio che ha deciso di rigettare la richiesta di sospensiva del provvedimento in attesa di una discussione nel merito. Nell'ordinanza i giudici amministrativi, pur riconoscendo che la “soluzione delle questioni dibattute richieda una approfondita disamina”, scrivono: “Nel bilanciamento dei contrapposti interessi – quello della S.e.i al mantenimento del vantaggio economico e quello pubblico delle Amministrazioni coinvolte […], assume valenza prioritaria la tutela dell’interesse pubblico delle Amministrazioni alla realizzazione del programma di edilizia sociale e di assistenza alloggiativa con l’erogazione del finanziamento, a beneficio dei fruitori finali degli alloggi”.

Contattato da Romatoday l’assessore alle Politiche abitative della Regione Lazio, Massimiliano Valeriani ha commentato: “La sentenza del Tar del Lazio, che ha respinto il ricorso di un'impresa a cui la Regione ha revocato i fondi per l'edilizia residenziale agevolata a causa di una serie di inadempienze, conferma la bontà delle azioni promosse dall'amministrazione Zingaretti per la tutela degli investimenti pubblici e la salvaguardia del diritto all'abitare. Nei prossimi mesi proseguiremo con le procedure di revoca dei contributi regionali per quegli operatori che risultano inadempienti rispetto alle prescrizioni previste”.

La consigliera regionale M5S del Lazio, Roberta Lombardi, presidente della commissione Speciale sui Piani di zona spiega: “Il lavoro della commissione, fatto in sinergia con gli uffici urbanistici del Comune di Roma e della Regione Lazio, aveva portato, dopo il controllo di tutti i documenti, alla revoca del diritto di superficie e del finanziamento. La sospensiva respinta, fa capire che il lavoro svolto nel corso dei mesi ha fatto sì che venisse alla luce una verità nascosta e scomoda. Ora attendiamo la conclusione di questa vicenda”.

Per l’avvocato degli inquilini Vincenzo Perticaro, che ha seguito il caso insieme al sindacato Asia Usb, si tratta “dell’ennesimo provvedimento che viene rigettato alle cooperative che hanno avanzato ricorso, tra l’altro in pendenza di un giudizio penale. Per questo la Regione e il Comune dovrebbero procedere alla verifica costruttore per costruttore, palazzo per palazzo, di tutti gli interventi di Monte Stallonara per ricostruire quanto accaduto. Ad oggi, nonostante i proclami, la Regione non ha fatto tutto ciò che avrebbe potuto fare dal momento che anche il ministero ha inviato una lettera chiedendo alle istituzioni locali di applicare la legge”.

Il riferimento è a una comunicazione inviata il 5 maggio 2020 dal direttore generale del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, Costanza Pera, alla Regione Lazio, al Comune di Roma, a quello di Fiumicino e a tutti i relativi assessorati e dipartimenti competenti invitandoli a “esercitare poteri di vigilanza, controllo e applicazione delle sanzioni”. La comunicazione arriva in risposta a numerose diffide avanzate dal sindacato Asia Usb e dall'avvocato Perticaro in merito a una serie di interventi realizzati con i finanziamento del programma sperimentale “20.000 abitazioni in affitto” nei piani di zona di Montestallonara (tra cui anche l’intervento oggetto del ricorso al Tar), Borghesiana-Pantano e Castelverde.

Nel documento si legge che già nell’aprile del 2013 il ministero aveva inviato una nota alle regioni per affrontare i “dubbi interpretativi” sull’uso di tali fondi. Con quella nota, ricorda il ministero “è stato chiesto a tutte le Regioni, ivi compresa la Regione Lazio, di ‘accertare, con ogni consentita urgenza, la congruità dei canoni applicati e la loro rispondenza ai piani approvati e al disposto normativo in argomento’ e di comunicare gli esiti di tale verifica”. Ad oggi però, continua la comunicazione “la Regione Lazio non ha fornito risposta per quanto di sua competenza” e “si chiede alla medesima Regione di acquisire gli esiti delle verifiche affettuate e notizie in merito alle azioni intraprese per dare risoluzione alle criticità segnalate e, più in generale, sulla conformità dell’attuazione di tutti gli interventi che hanno usufruito del finanziamento statale” del bando ‘20mila alloggi in affitto’.

Attacca Asia Usb: “Il ministero ha diffidato tutte le regioni italiane ad accertare la congruità dei canoni di locazione applicati dai costruttori e la corrispondenza alla normativa di settore”, scrive in una nota. “Le regioni quindi sono state richiamate ad esercitare con urgenza i poteri di vigilanza e controllo sull’operato dei costruttori nonché ad applicare le sanzioni previste, come da sempre richiede a gran voce Asia Usb per la tutela degli interessi di tutti gli inquilini coinvolti”.

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