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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica Ponte Galeria / Via Decimomannu

Il giudice ordina lo sgombero di 17 famiglie nel piano di zona revocato

Si tratta di un intero compendio a via Decimomannu a Monte Stallonara, passato nelle disponibilità del Campidoglio. La banca vuole le case indietro, gli assegnatari sul piede di guerra. Interviene il dipartimento

Hanno sborsato anche fino a 80.000 euro tra contanti, bonifici e assegni per acquistare case che avrebbero invece dovuto ricevere in affitto calmierato a lunghissimo termine, si sono ritrovati sulle spalle mutui che hanno smesso di pagare e sono diventati occupanti abusivi. Adesso, dopo 15 anni di peripezie, quasi una ventina di famiglie che vivono nel piano di zona di Monte Stallonara, nella Valle Galeria, vedono tornare gli incubi sotto forma di ordinanza di rilascio immediato. 

Il decreto di rilascio firmato dal giudice agita Monte Stallonara

Il documento è stato firmato il 14 dicembre dalla giudice dell'esecuzione Miriam Iappelli, indirizzato alla cooperativa edilizia Acli Castelli Romani Seconda "e a chiunque altro occupi il compendio pignorato" come si legge nel documento di sei pagine che RomaToday ha potuto visionare. Il compendio è in via Decimomannu 32, in totale 17 appartamenti e relative pertinenze tra posti auto e cantine, che la banca vuole riprendersi non avendo visto onorati i mutui da parte dei "proprietari". 

Dovevano essere locazioni permanenti, sono diventati mutui a mercato libero

Ma i contratti di mutuo, queste diciassette famiglie, non avrebbero dovuti firmarli. Nessuno avrebbe dovuto proporglieli per entrare nelle case costruite coi soldi pubblici. Perché, per l'appunto, quelle case sono state costruite all'interno di un piano di zona con finanziamento regionale, nell'ambito del bando dei "20.000 affitti" a canone calmierato. "Dopo aver sborsato tanti soldi - spiega Monica Polidori, una delle persone coinvolte e membro del comitato di zona - abbiamo scoperto che tante cose non andavano. Non solo per l'assenza delle opere urbanistiche e perché i prezzi richiesti erano superiori al massimo di cessione imposto dalla legge nei piani di zona. Ma anche perché quelli avrebbero dovuto essere affitti permanenti, che la cooperativa ha successivamente trasformato in locazioni di 25 anni e alla fine sono diventate compravendite. Io dovevo pagare 156.000 euro al netto dei 60.000 euro di contributo pubblico, me ne chiedevano invece 220.000, sempre al netto del contributo". 

La Regione revoca i fondi alla coop fallita

A marzo scorso la Regione ha revocato i fondi a diverse cooperative in diversi piani di zona, tra questi anche a Monte Stallonara e alla Acli Castelli Romani Seconda, poiché aveva ormai portato i libri in tribunale. Anche per questo agli assegnatari degli immobili pignorati - e per i quali il tribunale chiede il rilascio immediato paventando anche l'utilizzo della forza pubblica - suona strano che la richiesta venga rivolta alla coop fallita: "Non solo gli è stata revocata la concessione - continua Monica - ma non è neanche più titolare degli immobili. Il Comune, infatti, ne è entrato in possesso trasferendoli al patrimonio in seguito all'annullamento "ex tunc", cioè con efficacia retroattiva. 

Il Comune si oppone al pignoramento

"Noi il mutuo non lo abbiamo più pagato - spiega ancora Polidori - perché sapevamo dell’annullamento della convenzione, ma la banca aveva iniziato il pignoramento. Non pensavamo che qualcuno avrebbe toccato le case ormai diventate del Comune". Il 19 ottobre 2022 l'Avvocatura comunale si inserisce nel procedimento, dopo le ripetute richieste degli abitanti, facendo opposizione. E come confermato anche dal dipartimento valorizzazione patrimonio, nelle settimane successive più di un assegnatario non ha permesso al curatore fallimentare di stimare il valore degli immobili, impedendo l'accesso. Da qui la decisione della giudice. 

La svolta: il dipartimento dà l'ok all'accesso del custode giudiziario

Il 18 gennaio, infatti, a partire dalle 9.30 ci sarà il sopralluogo del custode giudiziario. La novità è arrivata nella mattinata di mercoledì 11 gennaio, dopo una lettera inviata dal direttore del dipartimento, Tommaso Antonucci, inviata al curatore giudiziario, all'Avvocatura capitolina e al legale Vincenzo Perticaro di Asia-Usb, che da anni segue la vicenda di Monte Stallonara e di altri piani di zona a Roma. 

Trombetti (Pd): "Quelle case sono nostre, nessuno sgombero. Abbiamo risolto Spinaceto 2 e Tor Vergata"

Sulla questione interviene anche Yuri Trombetti, presidente della commissione patrimonio e politiche abitative di Roma Capitale. "In questi mesi abbiamo svolto diversi incontri del gruppo di lavoro sui piani di zona - spiega a RomaToday - in particolare Tor Vergata, Castelverde e Spinaceto 2. Nel primo caso la questione si è risolta definitivamente, stiamo arrivando alla determina dirigenziale per poi fare i rogiti e questo significa che 8 famiglie entreranno in possesso di altrettanti immobili. Spinaceto 2 è chiusa, c'era un curatore, adesso entro fine gennaio faremo nuovi contratti di locazione permanente e abbiamo recuperato 14 alloggi vuoti a rischio occupazione. Ora ne siamo proprietari. Per Castelverde mancano i collaudi delle opere, abbiamo quasi chiuso un accordo con il Genio Civile per velocizzare il tutto, manderemo via gli abusivi e faremo costituire un condominio. Il prossimo step è Borghesiana Pantano". E Monte Stallonara? "Le case sono iscritte al catasto come proprietà del Comune - conferma - e nessuno verrà sgomberato. Il custode il 18 gennaio entrerà nelle case, farà la stima e se ne andrà, accompagnato da un rappresentante del dipartimento. Questo serve perché, in caso il giudice si esprimerà in tal senso alla fine del procedimento (marzo 2023, ndr) ci sarà una normale transazione economica. La banca non si riprende le case". 

IL SEQUESTRO DEL 2017 - Monte Stallonara, sequestrato "per truffa" il piano di zona. Indagati anche due funzionari del Comune

L'avvocato: "Ordinanza del giudice figlia di un diniego del Comune"

L'avvocato Vincenzo Perticaro, che segue la vicenda sin dagli inizi, ha ritenuto opportuno intervenire per specificare a RomaToday quanto segue: "Il giudice ha emesso un atto di liberazione degli immobili perché il Comune, proprietario degli alloggi, ha precedentemente negato l'accesso al custode - sottolinea - e così il giudice ha punito il soggetto più fragile, che è l'inquilino. Noi, appena ricevuta l'ordinanza, abbiamo chiamato in causa il Comune in quanto responsabile e proprietario e c'è da dire che il dipartimento si è attivato immediatamente, scrivendo al tribunale e consentendo l'accesso al custode per la stima. In ogni caso oggi (12 gennaio, ndr) ho depositato un'istanza di sospensione dell'ordine di sgombero in cui chiediamo di applicare il cosiddetto emendamento Fassina. 
Prima di procedere va infatti valutato se il mutuo della  banca è agevolato o fondiario. Questo deve essere verificato". 

(Articolo aggiornato alle 10:02 del 12 gennaio)

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