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Comune e vigili contro i monopattini in sosta selvaggia: cosa rischiano gli operatori

Il Campidoglio invoca il rispetto di quanto previsto dal regolamento sui monopattini in sharing

Stop al parcheggio selvaggio di monopattini e bici in sharing. Il Comune ha richiamato l’attenzione della polizia locale su quelle che sono le regole cui, le società che gestiscono il servizio, devono sottostare. Perché, com’è stato rilevato dal dipartimento mobilità con una nota inviata all’inizio di aprile anche agli operatori, “permangono situazioni di abbandono dei dispositivi elettrici”.

Il problema della sosta selvaggia

A fare le spese di un malcostume più volte segnalato, sono soprattutto le strade del municipio I, dove mezzi di micromobilità in condivisione, vengono lasciati “su carreggiate stradali, marciapiedi, strisce di attraversamento pedonale, rampe disabili”. E tutti questi esempi di sosta selvaggia, espressamente citati, finiscono per rappresentare fattori di “pericolo per la pubblica circolazione”.

I raggruppamenti di monopattini

Contro la sosta selvaggia dei monopattini, il Campidoglio ha richiamato l’attenzione a quelle che sono le regole stabilite già dal 2020 e, di conseguenza, anche le relative sanzioni. Agli operatori del servizio in sharing, vengono chieste cose piuttosto chiare. Tra queste, la garanzia che “i raggruppamenti dei propri dispositivi non superino le 5 unità”, correlata all’impegno ad  intervenire tempestivamente, vale a dire “entro sei ore”, per ricollocare correttamente i mezzi. Inoltre è richiesto di impedire il noleggio nelle aree dove la circolazione e la sosta dei monopattini elettrici è preclusa.

A cosa vanno incontro gli operatori

Ma cos’è previsto agli operatori inadempienti? C’è un articolo contenuto nel regolamento firmato nel 2020 che lo esplicita bene. E con la nota inoltrata alla polizia locale, il Campidoglio lo ha espressamente ricordato. E’ quello in cui vengono indicate le condizioni di sospensione e revoca. Una possibilità che si concretizza anche nei casi di “un carente servizio di ricollocamento dei dispositivi”. Cosa succede in quei casi? L’amministrazione capitolina può mettere in campo tre provvedimenti.

I casi di sospensione 

Nei casi di una “grave infrazione agli obblighi previsti”,  l'amministrazione procede con una diffida all'operatore. E' una situazione che prevista anche per “il mancato rispetto dei limiti temporali del ricollocamento” (da garantire entro le sei ore). Dopodichè scattano i provvedimenti restrittivi.

Alla prima infrazione, l’amministrazione provvede a sospendere l’autorizzazione allo svolgimento del servizio fino a 15 giorni. Alla seconda infrazione la sospensione diventa più impegnativa ed infatti è prevista che possa arrivare fino a 90 giorni (e comunque non inferiore ai 30 giorni). Nel caso l’operatore vada incontro ad una terza infrazione, la sospensione sale a dodici mesi e prevede anche l’obbligo di ritiro dei mezzi dalle strade per tutta la durata del provvedimento.

Per effetto della richiesta inoltrata dal Campidoglio, il comandante di polizia locale ha scritto ai dirigenti dei vari gruppi, chiedendo “di vigilare sul rispetto delle disposizioni” indicate nel regolamento comunale sui monopattini in condivisione. Un passo avanti contro la sosta selvaggia che, negli ultimi due anni,ha caratterizzato il servizio dello sharing.

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