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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Piano della mobilità tra luci ed ombre: "Bene eliminazione funivia e tram dei Fori, ma servono correttivi"

Paolo Arsena, il fondatore del progetto Metrovia, analizza la nuova versione del Piano urbano della mobilità sostenibile. Non mancano le proposte

Il Piano urbano della mobilità sostenibile, rispetto alla versione licenziata dall’amministrazione Raggi, è stato recentemente modificato dall’assemblea capitolina. Paolo Arsena, il portavoce di Metrovia, il progetto di mobilità che raccolse più consensi nel 2018, analizza alcuni dei cambiamenti introdotti nella nuova versione del PUMS.

Architetto Arsena, l’aula Giulio Cesare martedì ha approvato il piano urbano della mobilità sostenibile, introducendo anche delle modifiche rispetto alla prima versione. Penso ad esempio all’eliminazione della funivia Battistini Casalotti, definita “non prioritaria”. E’ d’accordo con questa scelta?

Molto d'accordo. In quel quadrante il sistema a fune è del tutto insufficiente alla domanda di trasporto. Siamo di fronte a un sistema in sé inadeguato, per capienza e per velocità commerciale (talmente lento che prendere l'autobus nel traffico resterà più conveniente), e a un progetto inefficace, che lascia lo scambio con metro A ad oltre 200 metri di distanza. Senza considerare che metà del percorso sarà perfettamente sovrapposto al prolungamento della metropolitana. Una soluzione così insulsa che scompare perfino dallo scenario di più lungo periodo del Pums, quando le due estensioni della A saranno realizzate.

Altra modifica introdotta è quella che riguarda l’eliminazione del tram dei Fori. Cosa ne pensa?

E' una richiesta che insieme all'associazione Roma Ricerca Roma, abbiamo avanzato anche noi di Metrovia alla giunta. Non è possibile tracciare percorsi tranviari a prescindere dal contesto urbano. Quel tram vanifica ogni proposta di estensione e valorizzazione dell'area archeologica, che è un'incompiuta secolare. In un'ottica moderna, lo stradone dei fori dovrà cambiare vocazione: da passaggio a passeggio, ripensato in funzione pedonale e ciclabile e non più per il traffico veicolare. Senza contare che il progetto del tram avrebbe trasformato piazza Venezia in una grande rotatoria di binari. Sono invece contento che una personalità di grande valore come Walter Tocci si occuperà della sistemazione di quest'area cruciale per la città. Serviva proprio una figura con la giusta sensibilità per questo compito delicato.

Un progetto che è stato molto criticato, nelle ultime settimane, è quello che prevede il quadruplicamento della linea ferroviaria che passa da Capannelle alla Casilina. E’ criticata perché passa vicino a centri abitati e nel parco degli Acquedotti e perché è funzionale al potenziamento del trasporto merci. Sono critiche condivisibili?

Siamo molto vicini ai comitati di Tor Fiscale. L'unico scalo merci ferroviario rimasto è a Santa Palomba, fuori Roma: che senso ha continuare ad attraversare la città coi treni merci, arrecando rischi e disagi per i centri abitati? Molto meglio liberare il traffico realizzando la cosiddetta "gronda sud" e rendere possibile, finalmente, un trasporto urbano di superficie, frequente e capillare. Per questo non è necessario l'intero quadruplicamento: basterebbe l'adeguamento tecnologico della rete e un quadruplicamento da Ciampino a Statuario, che elude ogni problema. E oltre a potenziare il trasporto per Cassino e i Castelli, avremmo anche una metro da Termini a Ciampino.

Metrovia era stato il progetto più votato nell’ambito del processo partecipativo attivato per il PUMS. Ritiene che con la nuova versione del piano, siano state ascoltate anche le vostre proposte e, se ci sono, quali restano le maggiori criticità?

Siamo potuti intervenire solo con alcuni ordini del giorno, presentati dai consiglieri Fermariello e Lucarelli e in parte anche da Giovanni Caudo. Ma sono stati approvati e se saranno perseguiti, porranno anche le basi per realizzare Metrovia. Nel piano resta il vizio di fondo: la costruzione d'insieme sulla base di alcuni progetti "invarianti", definiti a priori quando l'intenzione era quella di non operare sulle metropolitane. Mi riferisco appunto al tram dei Fori e alla funivia di Casalotti (ora eliminati ndr) ma anche alla pedissequa replica tranviaria della Roma Giardinetti, al tram interamente sovrapposto a metro D, al people mover per Bufalotta. Un piano uscito male che malgrado tutto si può ancora correggere.

L’assessore Patanè aveva pregato l’assemblea capitolina di non introdurre troppi cambiamenti, per evitare di dover chiedere una nuova valutazione ambientale strategica che avrebbe allungato i tempi di realizzazione di alcune opere, soprattutto in previsione del Giubileo. Ma lei crede che ci sia ancora margine per introdurre dei correttivi? Cosa farebbe?

Si possono mettere in priorità le cose buone da realizzare (il tram della Togliatti, il TVA, il tram Verano-Tiburtina, soprattutto il tram H per connettere Tor Vergata e le periferie est con le metropolitane) e nel contempo utilizzare il Pums della Città Metropolitana, sovraordinato e prevalente, per fare le modifiche e le integrazioni importanti. Due sono i correttivi fondamentali da introdurre. La soluzione del nodo tranviario di Porta Maggiore, precondizione per adottare su tutta la rete, nuova ed esistente, un servizio tranviario di ultima generazione, rapido ed efficace. E poi la realizzazione delle metropolitane di superficie sul nodo di Roma: si potrebbe cominciare facilmente con la linea per Guidonia, che sarebbe anche occasione per dare corpo al grande progetto di ricucitura periferica del Parco Lineare di Roma Est.
 

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