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Rifiuti, il ministro Costa sposa la linea Zingaretti: "A Roma un sito di stoccaggio temporaneo"

Le dichiarazioni di Sergio Costa. Così l'asse M5s-Pd comincia dall'ambiente, ma non è in linea con i desiderata della sindaca Raggi

"Uno stoccaggio a tempo determinato" e "non una nuova Malagrotta". Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa, confermato in quota M5s nella nuova squadra di governo giallorossa, sembra allinearsi perfettamente all'asse grillini-centrosinistra. In un'intervista a Mauro Evangelisti su Il Messaggero, commenta la situazione rifiuti di Roma, al solito esplosiva e tutta da definire per quanto riguarda le soluzioni a medio e lungo termine per raggiungere l'autonomia nella gestione del ciclo. 

La Capitale si appoggia per il trattamento e lo smaltimento delle sue circa 3mila tonnellate quotidiane di indifferenziata a impianti terzi. Il piano rifiuti della regione Lazio, varato dalla giunta a luglio, impone la realizzazione di una discarica di servizio sul territorio di Roma Capitale. Dal Campidoglio il muro è netto e, salvo sorprese, da sempre insormontabile. Costa però avalla il piano firmato dal Partito democratico. 

"Individua un sito non configurabile con il semplice concetto di discarica" risponde Costa al giornalista che gli fa notare la distanza di vedute tra Regione e Comune. "Si tratta di un punto di incontro tra un luogo per uno stoccaggio a tempo lungo e il concetto di discarica. La discarica resta lì per sempre, lo stoccaggio a tempo determinato resta lì per uno o due anni. Non è una nuova Malagrotta". Stesse parole pronunciate dal presidente Zingaretti lo scorso 3 agosto, quando in regione illustrò le linee guida del piano alla stampa: "Dire discarica ai romani fa pensare a Malagrotta, alla puzza e ai gabbiani. Quella roba lì non esiste e non esisterà più, il Piano non la prevede". 

Parole molto simili tese per entrambi a edulcorare il concetto, che però rimane: la Capitale dovrà dotarsi di un sito per i suoi rifiuti. Più o meno inquinante, più o meno temporaneo. Ministro M5s e presidente della regione Lazio sono in sintonia. Sarà la nuova pax siglata a palazzo Chigi. Ora però tocca convincere la sindaca Virginia Raggi. Che di nuovi impianti e discariche non ne vuole sapere. Un'impresa al limite dell'impossibile, anche perché il "mai più discariche a Roma" è un caposaldo nel caposaldo (l'ambiente) della base pentastellata romana. 

Dal ministero dell'Ambiente riceviamo la seguente nota stampa.

In relazione all’articolo pubblicato in data odierna dalla Vs testata all'indirizzo https://www.romatoday.it/politica/ministro-costa-discarica-roma.html si smentisce categoricamente il virgolettato contenuto nel titolo e attribuito al ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Smentita già rilanciata dalle agenzie di stampa in data 7 settembre 2019, in seguito all'intervista pubblicata dal quotidiano Il Messaggero.

Tale affermazione è fuorviante e non rappresenta il pensiero del ministro, il quale ha chiaramente affermato che Roma non ha bisogno di una nuova discarica ma di un sito di stoccaggio «Io dico: ne abbiamo di inceneritori in Italia? Ne abbiamo. Sono sufficienti? Abbastanza, nel momento in cui scattano in parallelo un buono sviluppo dell' economia circolare e un' altissima differenziata. Allora è giusto utilizzare al massimo gli inceneritori che ho, poi via via si spegneranno perché ce ne sarà sempre meno necessità… La discarica resta lì per sempre, lo stoccaggio a tempo determinato resta lì per uno o due anni. Non è una nuova Malagrotta».

Insomma, una discarica o un sito di stoccaggio. Il punto centrale, non smentito, resta inequivocabile: il ministero appoggia il piano della regione Lazio, il Campidoglio no. Una differenza di vedute che in qualche modo dovrà trovare una sintesi. 

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