Dopo Calderoli, Bossi. La Lega continua la sua battaglia e fa capire, attraverso le parole del suo leader, di non voler mollare l'osso: “I ministeri devono andare al Nord, è obbligatorio”, ha detto ieri il leader della Lega da Novara. “La testa”, ha aggiunto Bossi, “deve essere a Milano e Torino, le gambe le possiamo lasciare a Roma. Se non ci teniamo la testa - ha detto Bossi - finiamo male, perché saremmo noi a rimetterci, gli altri se la cavano sempre".

Le parole di Bossi arrivano dopo l'annuncio di una proposta di legge per i ministeri al Nord. Levata di scudi dalle istituzioni romane, in particolare da Zingaretti e Alemanno. Così il presidente della provincia di Roma: “Dopo il ministro della Cultura, Galan che voleva chiudere il Festival del Cinema di Roma, e il viceministro Castelli che vuole tassare il Gra, ora è il turno di Umberto Bossi che nuovamente vuole spostare i ministeri al nord. Il Governo Bossi-Berlusconi - evidenzia - si segnala sempre più nella volontà di colpire la Capitale. E per fortuna che qualcuno diceva che questo era un Governo amico di Roma".

Alemanno invita Bossi a rassegnarsi: “Si deve rassegnare. Non ci sarà nessuno spostamento dei ministeri da Roma. La Capitale è una e non permetteremo nessuno smembramento delle sue funzioni". Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, interpellato dall'ANSA, risponde così al leader della Lega Umberto Bossi, che questa sera è tornato a ribadire che per il Carroccio il trasferimento dei ministeri al nord "é obbligatorio". "Basta con le provocazioni alla nostra città, che servono soltanto alle strumentalizzazioni politiche della sinistra - aggiunge Alemanno - in parlamento il Pdl garantirà Roma e i diritti di Roma in ogni settore".