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Caos metro, indaga la polizia: "Estremi per interruzione di pubblico servizio"

La Questura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine sui disservizi dei giorni scorsi sulle linee delle metro A e B. Inviata anche un'informativa all'Autorità Giudiziaria

La Questura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine sui disservizi che si sono verificati nei giorni scorsi sulle linee delle metro A e B. Il sospetto degli investigatori è che a causare i ritardi e la soppressione di quasi 400 corse, in particolare martedì 7 luglio, sia stato una sorta di 'sciopero bianco'. Gli investigatori hanno inoltrato un’informativa all’Autorità Giudiziaria perché ritengono che a carico dei responsabili sussistano anche gli estremi del reato di interruzione di pubblico servizio.

Il motivo, spiega in una nota la polizia, risiede nel fatto che nei giorni scorsi, pur non essendo stato proclamato alcuno sciopero da parte delle sigle sindacali la condotta del personale ha determinato la soppressione delle corse. "Solo grazie all’intervento della Polizia di Stato non si sono verificati pericoli ed ulteriori disagi per gli utenti concentrati nelle fermate della metro".

Ieri pomeriggio, a invocare il pugno duro verso i responsabili, era stato proprio il prefetto di Roma Franco Gabrielli. Sempre nella serata di ieri l'accordo "per la riorganizzazione complessiva dell'azienda" tra Atac, il Comune e i sindacati Cgil, Cisl e Uil era stato raggiunto ma questa mattina, gli utenti della metro si sono verificati comunque disagi e rallentamenti, soprattutto sulla Roma-Lido. Intanto la leader di Cambiamenti M410 Micaela Quintavalle ha pubblicato la lettera, anonima, di un macchinista: "Abbiamo solo rispettato il regolamento". 

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