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Metro C, botta e risposta tra il Consorzio e Improta: "Pagamenti in ritardo"

La polemica in occasione della consegna delle stazioni da Centocelle a Lodi. Il presidente: "Fatture non pagate per 132 milioni". L'assessore: "Il Consorzio comunica in modo ambiguo"

Consegna con polemica ieri per le nuove sei stazioni della tratta Centocelle-Lodi della metro C che dovrebbe aprire ai passeggeri entro luglio. “I finanziamenti arrivano sempre in ritardo” la denuncia del presidente del Consorzio Metro C Franco Cristini. “Ad oggi le fatture emesse non pagate ammontano a 132 milioni di euro”.

Dito puntato contro il Campidoglio anche per quanto riguarda i ritardi. “Ci sono stati degli allungamenti dovuti essenzialmente al fatto che per quest'opera ci sono state delle varianti, 45 in totale e tutte ordinate dall'amministrazione e quindi per fatti indipendenti dalla volontà del costruttore” ha continuato Cristini che si è sollevato anche dalle conseguenze economiche dell'allungamento dei tempi di realizzazione: “Il contraente generale ne ha subito le conseguenze sia sul piano numerico che economico” ha proseguito. “Queste varianti sono costate poco più di 300 milioni di euro con una significativa incidenza anche sui tempi di realizzazione”.

Secca la risposta dell'assessore alla Mobilità Guido Improta: “Spiace constatare che il Consorzio Metro C è tornato a comunicare in modo polemico e ambiguo” ha esordito in una nota. “Perché parlare di 45 varianti approvate dall'amministrazione senza precisare che le responsabilità politiche non sono nè del Sindaco Marino, nè degli ultimi Governi di centro sinistra? Perchè non chiarire i motivi per i quali il Consorzio Metro C non riesce ad arrivare al Colosseo prima del 2018 e a Piazza Venezia prima del 2020 come più volte richiesto dal Sindaco Marino?” ha continuato. “Opere complesse come la linea C non possono essere pagate a piè di lista come se fossero un rimborso spese”.

Si appella al Governo il presidente dei Radicali italiani e consigliere comunale Riccardo Magi: "E' davvero imbarazzante assistere al rimpallo di responsabilità tra il consorzio di imprese che parla come fosse un semplicissimo appaltatore e non il Contraente generale (e quindi progettista ai sensi della legge Obiettivo) da una parte e dall'altra l'Amministrazione che finora ha condiviso tutte le scelte divenendo totalmente corresponsabile anziché tutelare l'interesse pubblico" esordisce in una nota. "I costi, le varianti, la progettazione, sono temi su cui si continua a produrre confusione, ma che noi abbiamo approfondito e documentato in un esposto" noto anche alla Corte dei Conti.

"2 miliardi per arrivare a S. Giovanni a cui bisogna sommare poco meno di 1 miliardo per arrivare al Colosseo, da qui a piazza Venezia vanno aggiunti tra i 140 e 300 milioni, da Venezia a Ottaviano il presidente Omodeo Salè ci parla di altri 1,3 miliardi e siamo quindi a circa 4,5 miliardi! A questa cifra vanno aggiunti i costi per arrivare a piazzale Clodio (presumibilmente non meno di 700 milioni)". Conclude Magi: "Si confrontino queste cifre con i 2,7 miliardi che, da contratto, dovevano consentire alla metro C di arrivare fino a piazzale Clodio e includevano circa 500 milioni per gli interventi nell'area archeologica".

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