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Metro C scrive al Governo: subito un commissario per l'opera. "Grave paralisi del Comune di Roma"

Il consorzio scrive alla presidenza del Consiglio, ai ministeri competenti, a Roma Capitale. Le accuse al Campidoglio, dal blocco delle talpe ai Fori alle istruttorie ferme su altri tratti della linea

Anche la metro C subisca gli effetti del decreto legge Semplificazioni, quello per lo sblocco dei maxi cantieri appena approvato in Consiglio dei ministri, e vada avanti senza continui intoppi grazie alla guida di un Commissario straordinario. 

La richiesta arriva dal contraente generale della grande opera, il consorzio metro C, formulata con toni più che severi in una lettera che RomaToday ha potuto visionare inviata alla presidenza del Consiglio, ai ministeri di Economia e Trasporti, alla regione Lazio e a Roma Capitale, all'assessorato ai Trasporti. A tutti gli attori in campo, enti finanziatori e stazione appaltante. 

Presidente e amministratore delegato del consorzio - società di progetto costituita da 5 soci Astaldi, Vianini Lavori, Hitachi, Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi, Consorzio Cooperativa Costruzioni - parlano chiaramente di "stato di paralisi operativa e gestionale" nell'iter di realizzazione della linea. 

Talpe ancora ferme

Il punto chiave della contestazione: i sette mesi di stop, ancora in corso, per le talpe che scavano il tunnel dai Fori Imperiali a piazza Venezia, bloccate a poche centinaia di metri dalla meta. Sette mesi trascorsi dalla delibera Cipe, l'atto con il quale sono stati stanziati i 10 milioni di euro necessari a proseguire lo scavo, senza che il Campidoglio abbia ancora portato a termine l'iter per il recepimento dei fondi. Un semplice percorso burocratico necessario per sbloccarli. Manca solo l'approvazione della variazione di bilancio, il Comune ha assicurato che è questione di giorni, ma il contraente non si fida più. Dopo settimane di annunci in merito a una ripartenza a stretto giro del cantiere servono fatti. 

Senza contare poi i danni già subiti. Da una parte, si legge nella missiva, "il grave pregiudizio per la società e per le maestranze impiegate nel processo produttivo", dall'altra "il rischio di vedere irreversibilmente danneggiate le macchine operatrici adibite allo scavo delle gallerie". Un loro fermo prolungato sotto terra può avere rischi in termini di sicurezza. 

Istruttorie incomplete

Ma le mancanze non si fermano alla questione delle talpe. "Non è stata ancora completata l'istruttoria di alcune varianti di fondamentale importanza per il prosieguo dei lavori" scrivono ancora i manager del consorzio "sia per la ricollocazione dei rilevanti ritrovamenti archeologici rinvenuti all'interno della stazione di Amba Aradam che per tener conto di sopravvenute normative in materia di sicurezza dei trasporti".

Da qui il riferimento al decreto Semplificazioni approvato in Consiglio dei ministri che punta proprio allo snellimento delle procedure burocratiche che tengono in scacco grandi e fondamentali opere pubbliche sul territorio. E all'allegato al Pnr (Piano nazionale di riforma) contenente un elenco di 47 opere che palazzo Chigi vorrebbe commissariare entro dicembre 2020, ma che ancora sarebbe passibile di modifiche. 

"Da valutare la nomina di un commissario"

La richiesta è chiara e riportata nella lettera su citata: "Prendere in considerazione la tempestiva nomina di un commissario stroardinario, da individuarsi preferibilmente tra le cariche di più alta rappresentanza delgli Enti finanziatori che meglio conoscono le problematiche da affrontare". E da risolvere, il prima possibile. Un po' un modello Genova, quello applicato per la rapida ricostruzione del Ponte Morandi nel capoluogo ligure, anche per la Capitale e per la sua metropolitana.


 
 

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