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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"A settembre 2014 la metro C a piazza Lodi, nell'autunno 2015 a San Giovanni"

E' il sindaco Marino a rivelare le date, ridiscusse nell'ambito dell'accordo che ieri ha portato all'intesa per riaprire i cantieri: "Verranno stabilite anche penali per i ritardi nella consegna"

"Tempi certi e paghiamo", diceva Ignazio Marino una settimana fa. I lavori della metro C ripartiranno: settimana prossima sarà siglato l'accordo, con il consorzio delle imprese che percepirà gli agognati 230 milioni e i lavoratori che potranno tornare sui vari cantieri attivi in città. E i tempi certi? Ci sono anche quelli e verranno messi nero su bianco contestualmente all'accordo.

Ad anticipare le scadenze più importanti è stato il sindaco di Roma Ignazio Marino che ha parlato di "settembre 2014 per l'apertura del tratto Centocelle-Lodi e l'autunno-inverno 2015 per arrivare fino a San Giovanni". Il nuovo accordo, con la firma di un nuovo contratto, verrà perfezionato entro il 10 settembre e preceduto da una riunione che si svolgerà il 4 settembre nella sede del Ministero delle Infrastrutture e alla quale prenderanno parte tutti i finanziatori dell'infrastruttura (Ministero per il 70%, la Regione per il 18% e Roma capitale per il 12% ndr.).

Marino anche puntualizzato che "tutti si assumeranno le proprie responsabilità proprio nella casa del più grande finanziatore". Tra le clausole sarà prevista una nuova stima di costi e "verranno stabilite anche penali per i ritardi nella consegna".

L'assessore capitolino ai Trasporti Guido Improta, presente all'incontro di oggi, ha ricordato il percorso che ha portato questa giunta "a chiedere come un disco rotto chiarezza e trasparenza sui costi da pagare" e in particolare su quei 230 milioni più Iva, che rappresentano il debito pregresso che ha portato alla chiusura dei cancelli dei cantieri "ma che erano previsti da un accordo transattivo che non aveva efficacia giuridica ma prefigurava il pagamento una volta accertate le ragioni del dare e dell'avere. La scorsa amministrazione - ha continuato Improta - non si è mai voluta esprimere su questo punto anche dopo le sollecitazioni del ministero e dopo che la giunta Polverini aveva deciso di cautelarsi ponendo un tetto massimo agli investimenti per la metro. Noi non abbiamo voluto pagare prima di sapere se effettivamente avremmo dovuto farlo e in che misura".

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