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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Fondi metro C, il centrodestra si divide sui meriti. La Lega elogia Salvini, Fdi Meloni

Pioggia di dichiarazioni e ringraziamenti dai rappresentanti cittadini delle due forze politiche alleate. Che si contendono i meriti dello sblocco dei finanziamenti per il completamento dell'opera

I fondi per la metro C finiscono al centro di una "contesa" di meriti tra le forze di centrodestra. A poche ore dalla conferma che nella legge di bilancio sono stati inseriti 2,2 miliardi di euro da destinare al completamente della terza metropolitana di Roma, dichiarazioni e ringraziamenti hanno iniziato a piovere dai rappresentanti politici di Lega e Fratelli d’Italia ai rispettivi leader, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, in una sorta di corsa al riconoscimento finale.

"Grazie a Salvini", il mantra della Lega

A rilasciare dichiarazioni sono stati assessori municipali, consiglieri comunali e regionali e senatori di Lega e Fratelli d’Italia, ognuno deciso a ricordare a chi vada riconosciuto il merito di aver sbloccato la situazione, se al ministro delle Infrastrutture o alla premier: "Proprio come durante il dicastero precedente, quando  agli Interni era impegnato a fermare gli sbarchi di clandestini portando a casa, numeri alla mano, successi su tutti i fronti, così anche ora Matteo Salvini, al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti sta mostrando da subito di saper rispondere concretamente alle esigenze dei cittadini", ha detto il consigliere regionale del Lazio leghista Daniele Giannini, cui ha fatto eco il collega in Campidoglio, Fabrizio Santori: “Metro C è un elemento infrastrutturale fondamentale per Roma, l’attenzione del ministro Salvini a raccogliere la richiesta di aiuto giunta da cittadini, associazioni, amministratori dimostra la grande attenzione della Lega alle istanze del territorio, la capacità di ascolto e la massima disponibilità a intervenire con incisività e convinzione li dove necessario. Grazie a Salvini”.

Il “grazie” a Salvini è arrivato anche da Tony Bruognolo, segretario politico della Lega Provincia di Roma Sud, dal vicepresidente del consiglio regionale del Lazio e consigliere Giuseppe Emanuele Cangemi, e poi dal senatore Claudio Durigon, coordinatore della Lega nel Lazio, e dal segretario romano e consigliere capitolino Davide Bordoni e addirittura dall’assessora alla Scuola del VI Municipio, Flavia Cerquoni.

La "carica" dei senatori FdI per Giorgia Meloni

A rispondere, sempre a suon di ringraziamenti, i rappresentanti politici di Fratelli d’Italia, decisi a ricordare il ruolo primario rivestito dalla premier Giorgia Meloni nell’inserire in manovra i fondi per la metro C (a Meloni sono andati anche i ringraziamenti del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e dell’assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Eugenio Patanè).

“L'inserimento dei fondi in manovra per la Metro C  è il segno tangibile dell'attenzione che il governo presieduto da Giorgia Meloni ha per Roma”, ha detto il senatore di Fratelli d'Italia Andrea Augello, seguito a stretto giro dai colleghi in Senato Marco Scurria, Andrea De Priamo, Ester Mieli e Lavinia Mennuni e dalla consigliera regionale Laura Corrotti.

Il grande assente: il candidato di centrodestra alle regionali

Tra ringraziamenti e richieste (per quanto inespresse) di riconoscimento del merito, resta però un grande assente. E cioè il candidato del centrodestra alle regionali del Lazio, che ancora non è stato ufficializzato nonostante che manchino poco più di due mesi al voto. I leader della coalizione si sono finalmente incontrati e confrontati, questo sì, ma nulla di concreto è stato messo sul tavolo, mentre il centrosinistra si stringe compatto intorno ad Alessio D'Amato. 

Il nome di Francesco Rocca, presidente nazionale della Croce Rossa Italiana e presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, per anni volontario alla Caritas e considerato tra quelli più probabili per la corsa a governatore del Lazio, sembra perdere terreno a fronte della candidatura di un nome politico. E in ambito politico perde terreno anche Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e storico volto di Fratelli d’Italia, vicinissimo alla premier.

Rimasto senza incarichi da ministro, ha più volte ribadito la sua disponibilità a candidarsi come presidente della Regione Lazio, in alcuni casi lasciando intendere che la conferma fosse soltanto una formalità. L'ufficializzazione non soltanto non è ancora arrivata, ma sembra stentare a farlo, princialmente per alcune posizioni su temi centrali come il termovalorizzatore: il vicepresidente della Camera si è sempre detto contrario, ed è qui che la Lega è tornata a farsi sentire: Matteo Salvini non ha mai nascosto il suo appoggio al termovalorizzatore, e il "no" di Rampelli, così esplicito, potrebbe avere diviso un fronte altrimenti compatto coordinato da Giorgia Meloni, cui spetta l'ultima parola.

Ad avanzare, dopo i primi incontri tra i leader della coalizione di centrodestra, sembrano essere due nomi “di provincia” che sino a qualche settimana fa non erano ancora entrati nel dibattito: quello di Nicola Procaccini, europarlamentare ed ex primo cittadino di Terracina, che intervistato ad Agorà ha chiarito che su esplicita richiesta di Meloni sarebbe disponibile a candidarsi come governatore; e quello di Paolo Trancassini, deputato reatino e coordinatore regionale di Fratelli d'Italia. Resta poi l'incognita rappresentata da Chiara Colosimo: appena eletta alla Camera, anche lei fedelissima di Meloni, convince proprio per le similitudini con la premier, ma fonti interne al centrodestra tendono a escludere che la scelta finale possa effettivamente ricadere su di lei.

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