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Un contenzioso da 700 milioni di euro blocca il futuro dei trasporti di Roma

Sarà Roma Metropolitane a progettare tramvie e nuove metro, la partecipata però rischia il fallimento. Ecco come la giunta Gualtieri pensa di intervenire

"Se non risolvo il contenzioso da 714 milioni di euro con metro C la Corte dei conti non mi permette di far uscire Roma Metropolitane dalla liquidazione e quindi di ricevere nuovi appalti". Sul punto l'assessore alla mobilità Eugenio Patanè è stato abbastanza chiaro. Chiudere la partita debitoria con il consorzio metro C, contraente generale affidatario dal 2006 dei lavori per la terza linea metropolitana della Capitale, è prioritario nonché propedeutico, sostiene, a risanare Roma Metropolitane, stazione appaltante chiamata a progettare quella stessa linea ma non solo. 

Il futuro di Roma Metropolitane

Nei desiderata del sindaco Gualtieri la controllata progetterà tram, impianti a fune, corridoi della mobilità, ben oltre i soli mezzi sotterranei. Un fallimento della partecipata manderebbe all'aria l'intero nuovo programma infrastrutturale che Gualtieri ha pensato e promesso per Roma. Difficile portarlo a termine senza una stazione appaltante. Da qui l'urgenza di sanare i conti, per poi procedere alla ricapitalizzazione della società. In questo quadro, la risoluzione del contenzioso con il consorzio metro C, ha spiegato in più occasioni l'assessore Patanè, diventa centrale. 

Il contenzioso con metro C che blocca il futuro

Come procedere? Parliamo di 714 milioni di euro di extracosti accumulati in 14 anni di lavori e ben 45 varianti che hanno contribuito a classificare l'opera tra le più costose (e lente) d'Europa. "La richiesta dei costruttori è una cifra altissima. Ma le varie sentenze nel corso degli anni hanno sempre riconosciuto una percentuale del 9% rispetto alle varie istanze economiche" ha detto giorni fa l'assessore Patanè. Parole che non sono piaciute ai vertici di metro C - con i quali si era appena concluso un primo incontro di presentazione - tanto da costringere lo stesso assessore ad aggiustare il tiro nelle dichiarazioni successive. "Non abbiamo parlato di cifre. Stiamo cercando di capire la modalità con cui può essere risolto il contenzioso". 

Come superare la vertenza 

E una prima proposta dal Campidoglio è già arrivata in questo senso: "Aspettiamo una risposta la settimana prossima - ha spiegato Patanè - abbiamo chiesto il collegio tecnico consultivo possa farsi carico di tutto il contenzioso e decidere in via equitativa i maggiori costi effettivamente sofferti dal consorzio". Spieghiamo meglio. Dei su citati 714 milioni di euro, circa 450 sono già incardinati in procedimenti presso il Tribunale civile e la Corte d'appello, alcuni stanno già arrivando a definizione con l'uscita della Ctu (Consulenza tecnica d'ufficio). In parallelo è stato invece nominato dalle parti, per velocizzare la soluzione della vertenza, un Collegio consultivo tecnico che si occupa della restante parte del contenzioso, circa 250 milioni. 

L'idea del Campidoglio è quella di far rientrare l'intera somma iniziale nelle competenze del Collegio, sperando in un abbattimento della somma richiesta. "Attendiamo una risposta la prossima settimana" ha detto ancora l'assessore. Risposta che però non è scontata, richiede infatti un accordo tra le parti. Senza contare appunto che più della metà della cifra in questione è già oggetto di procedimenti giudiziari avviati e quasi arrivati a termine. 

Il pressing sul Governo

Altro aspetto da risolvere. Chi paga il debito a metro C? Ricordiamo che Roma Metropolitane non ha disponibilità di cassa proprie e che le fonti di finanziamento per la terza linea metropolitana risultano ripartite per il 70% a carico dello Stato, per il 18% del Comune di Roma, per il 12% della Regione Lazio. Dal 2014 però il Governo ha spostato i debiti interamente sul Comune. L'intenzione di Gualtieri è quella far rientrare invece gli extracosti nel quadro economico dell'opera. In altra parole, toccherà convincere il ministero perché torni a farsi carico della sua quota. 

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