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Sabato, 20 Aprile 2024
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C'era una volta la metro B: frequenze da treno regionale e banchine affollate, i motivi del caos

Disagi per i cittadini costretti ad attese che arrivano anche a 20 minuti. Ecco cosa sta accadendo al servizio

Banchine piene, frequenze da treni regionali ed un'utenza sempre più rassegnata, ormai stanca anche di indignarsi. Da mesi ormai sulla linea B della metropolitana è il caos, con un servizio ben lontano dalla normalità, con le frequenze da tre minuti che ormai sono solo un sogno. "Nessuno sciopero bianco", ribadiscono lavoratori e sindacati. Solo un attenersi, da parte dei macchinisti, a quelle che sono le prescrizioni dei regolamenti. "Non abbiamo nessun interesse a creare disagi perché l'utente se la prende con noi e non con i dirigenti", spiega Renzo Coppini del sindacato Sul a RomaToday. 

L'emergenza prosegue da tempo e da inizio luglio, dopo l'incidente che ha visto una donna trascinata da un treno alla stazione Termini, ha vissuto un'impennata. Un'inchiesta ancora aperta e le responsabilità tutte da accertare. L'accaduto ha però lasciato strascichi pesanti tra i macchinisti. Gli specchietti su alcuni treni, a loro dire, erano stati da tempo segnalati come un problema, inadatti a monitorare oltre 100 metri di treno. Le conseguenze penali paventate nei confronti del conducente, hanno spinto i macchinisti ad una maggiore attenzione. 

Così la mattina, quando vengono consegnati i treni in deposito, la presa in carico si è fatta ancora più scrupolosa. E sulla linea B, dove da tempo parabrezza e specchietti venivano segnalati - a causa dell'usura e dei lavaggi effettuati con materiali non idonei - come un problema, i treni scartati sono diventati tanti. "Il macchinista quando riceve in carico il treno è tenuto a verificarne la piena funzionalità", spiega Coppini. "Se c'è qualcosa che non va, è lui ad assumersi la responsabilità in caso di incidente. Aver visto quanto accaduto al loro collega ha aperto gli occhi a tanti". 

Vetri che sdoppiano la visuale, specchietti più piccoli, visibilità dei segnali che rischia di diventare ridotta ed ecco la chiamata al capotecnico. Segnalazioni nella maggior parte dei casi veritiere, tanto che i treni venivano mandati in officina. La conseguenza? La diminuzione dei convogli in servizio. Da qui la frequenza che passa da tre minuti a sei, poi a dieci fino ad arrivare anche a dodici minuti. Da qui la comunicazione di Atac, sia tramite altoparlanti, sia sul sito dell'indisponibilità dei treni. 

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Le segnalazioni dei macchinisti, costanti nel tempo e precedenti anche all'incidente di luglio, hanno trovato una risposta in Atac che ha messo in piedi una nuova fornitura di parabrezza. "Peccato però che la visibilità dei nuovi parabrezza non sia quella prevista", spiega ancora Coppini. A confermare questo scenario è Massimo Dionisi, segretario regionale del sindacato Orsa Tpl. "Questo dei parabrezza sulle vetture MB - ha spiegato all'agenzia Dire - è un problema segnalato più volte, ultima delle quali in agosto. Abbiamo chiesto un incontro all'azienda ed inviato diverse segnalazioni. Questi nuovi vetri non permettono una visibilità adeguata, hanno anche una resistenza allo sbrinamento di colorazioni differenti che reca fastidio al macchinista". 

Così i problemi proseguono, i macchinisti "contestano" i treni, le frequenze continuano ad essere ridotte e gli utenti ad aspettare in banchina. Nel frattempo Atac a metà settembre ha fatto partire 40 procedimenti disciplinari nei confronti dei macchinisti. La contestazione è quella di scuse pretestuose, guasti  inventati per non far partire i treni e quindi bloccare il servizio. C'è insomma, l'ombra del boicottaggio o sciopero bianco.

I macchinisti dovranno ora presentare le proprie memorie. "Guasti inventati? Abbiamo tutta la  documentazione e i regolamenti dalla nostra parte", risponde Coppini. "Il regolamento lo conosciamo e non l'abbiamo mai violato. Non sarebbe poi nel nostro interesse farlo, perché l'utente quando c'è il disservizio si sfoga con noi, non con i dirigenti. Inoltre siamo responsabili di ciò che firmiamo e non siamo degli sprovveduti". 

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Nel frattempo però i disagi proseguono. Sul blog odisseaquotidiana, che quotidianamente e con dovizia di particolari racconta quanto accade nel trasporto pubblico romano si legge: "A noi personalmente sembra assurdo che Atac o le istituzioni siano silenziose e le uniche spiegazioni - sebbene di parte - vengano solo dal sindacato. Riteniamo che sarebbe ora che si spiegasse all'utenza di quali guasti tecnici si tratta. Certo le attese non cambierebbero, ma almeno sapremo cosa ci sta capitando e  forse ci arrabbieremo meno".

Nell'ottica della gente anche il commento di Alessandro Neri della Fast Confsal a RomaToday: "Non piace che sia l'utente a pagare una diatriba tra azienda e lavoratori. I cittadini devono però sapere che se il lavoratore agisce in questo modo è solo e soltanto per professionalità. Abbiamo la responsabilità del trasporto di migliaia di persone e la legge prescrive che dobbiamo valutare se il treno sia adatto o meno a garantire la sicurezza per noi e per i cittadini stessi. Non vogliamo che si ripeta quanto accaduto alla stazione Termini con la donna trascinata". 
 

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