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Mercati rionali, è scontro con il Campidoglio: la manutenzione rischia di passare ai municipi

Le associazioni che gestiscono i mercati rionali hanno bocciato la nuova convenzione. Se non si trova l'accordo saranno i municipi a doversene occupare. Presidente Monica Lozzi (M5s): "Ad oggi per noi sarebbe impossibile"

Il destino dei mercati rionali resta incerto. Le associazioni che si occupano da decenni della loro gestione (AGS) non hanno sottoscritto la nuova convenzione. Si tratta dell' accordo che prevede uno sconto sul canone di locazione, in cambio dell'erogazione di servizi quali ad esempio la guardiania e la pulizia.

La posizione del Campidoglio

Il passaggio dal vecchio schema di convenzione all'attuale, ha comportato un aumento di questo canone e la richiesta di pagamento di una cauzione o, in alternativa, di una polizza fidejussoria. "Ribadiamo per l'ennesima volta che non ci sono aumenti di tariffa – ha spiegato sulla prorpia pagina facebook l'assessore al Commercio Carlo Cafarotti – La convenzione prevede tipologie di riscossione delle tariffe analoghe al passato, mentre l'innovazione - lo ricordiamo - consiste nella premialità, a tutto vantaggio degli operatori". 

Le tariffe richieste

In definitiva le AGS, che con la precedente convenzione pagavano il 50% del canone previsto, dopo una lunga trattativa, con l'attuale finiscono per versare al comune il 35%. L'accordo prevede poi, a partire dal 2020, che i mercati che mostrano una gestione più oculata delle risorse, possano fruire di ulteriori sconti. Questo aspetto, la cosiddetta "premialità", inizialmente era contestato dalle AGS che chiedevano il mantenimento dei vecchi canoni. Nel corso della trattativa, ora ferma ad un binario morto, è stato accettato. La distanza invece resta invariata in relazione al deposito cauzionale da pagare.

Il nodo della cauzioni

"Non è vero che non ci sono stati aumenti – tuona Valter Papetti – io sono presidente dell'AGS Mercato Laurentino  e posso dire che negli anni passati abbiamo versato l'equivalente di un trimeste del canone ridotto. Oggi ci viene chiesto un semestre di quello intero. Significa che passiamo dai 4mila euro degli anni scorsi ai 39mila di oggi". Importi che variano da mercato a mercato e che Papetti, portavoce di buona parte delle AGS romane, ha stimato "in una cifra che va tra i 40 ed i 90 mila euro. Ma poi se sono cauzioni - ha subito aggiunto - perchè non ci hannoancora  restituito quelle pagati durante la vecchia convenzione?"

L'avvertimento del Campidoglio

"La convenzione è chiara e sottoscrivibile,questo molti presidenti delle associazioni lo hanno già capito, e stanno firmando.  Dall'altra parte, invece, c'è chi sguazza nel torbido, chi alimenta polemiche e vuole far saltare il banco con un comportamento irresponsabile" va all'attacco Cafarotti che si rivolge ai presidenti "fate attenzione a chi fa lotta politica e crea caos sulla vostra pelle, a danno delle vostre attività, dei vostri mercati e dei cittadini romani". Anche perchè, se l'accordo non si firma, "e ad oggi nessuna AGS lo ha firmato" ha sottolineato Papetti, la gestione ricadrà sui municipi. Significa che dovranno garantire la pulizia, la manutenzione, la gestione ordinaria e straordinaria dell'impianto, oltre al pagamento delle utenze.

La voce dei municipi

"Se non dovessero firmare la nuova convenzione, la gestione ricadrebbe sui municipi che però non hanno fondi ne bandi in essere per fronteggiare una situazione del genere. Cosa impossibile – valuta la presidente del Municipio VII Monica Lozzi (M5s) - quindi si sta lavorando per fare in modo che le AGS firmino la convenzione". Cosa che ad oggi, inevitabilmente, passa per la riduzione della cauzione o della polizza fidejussioria. La partita ormai si gioca tutta lì. 

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