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Campidoglio, i consiglieri dem si ribellano a Orfini: "No all'azzeramento delle commissioni"

La richiesta del commissario del Pd romano non è piaciuta al gruppo capitolino del Pd. Intanto in Aula manca il numero legale: saltata la relazione di Improta sul Pgtu

Passi per una razionalizzazione, ma l'azzeramento delle cariche delle commissioni capitoline proprio no. Il gruppo Pd capitolino si ribella al diktat imposto dal commissario del Pd romano Matteo Orfini, calato dal premier Renzi sul partito romano dopo lo scoppio dell'inchiesta su mafia capitale. Nel vertice plenario di martedì, quando in Aula Giulio Cesare si sono riuniti il sindaco Ignazio Marino, gli assessori e i consiglieri comunali e municipali, Orfini aveva ribadito l'intenzione di dare un bel colpo di spugna alle commissioni. “Incomprensibili dimissioni di massa” però per i dem in Campidoglio che si dicono “favorevoli a ridurre il numero delle commissioni, troppe anche per giustificare i posti dati all'opposizione” ma senza azzerare i posti di comando.

IL PIANO - Il piano, infatti, è quello di cambiare semplicemente guida alla commissioni presiedute dai consiglieri indicati dal sindaco Ignazio Marino come delegati della Città metropolitana. Salterebbero quindi Gianni Paris, Orlando Corsetti e Svetlana Celli, rispettivamente presidenti delle commissioni Roma Capitale, Commercio e Personale, Sport e Statuto. Nel mirino anche la presidenza di Pierpaolo Pedetti, presidente della Patrimonio ma anche consigliere metropolitano. Oltre, ovviamente, alla designazione della nuova guida della commissione Scuola. Per il resto, poi, si pensa al taglio delle commissioni speciali (in particolare a quelle che si sono riunite meno e che meno hanno prodotto in questi mesi) e alla razionalizzazione di quelle permanenti organizzandole in modo speculare agli assessorati. Per esempio verrebbero accorpati Turismo e Cultura, che in Giunta sono materie di Giovanna Marinelli, e Sport e Scuola, in capo a Paolo Masini. Un'altra ipotesi è quella di portare insieme le deleghe affini, in particolare il Patrimonio che potrebbe essere unito al Bilancio o all'Urbanistica.

L'ASSEMBLEA CAPITOLINAIntanto ieri, il clima di malcontento tra i consiglieri democratici capitolini si è sentito anche in Aula Giulio Cesare. Il numero legale per la seduta, aperta con circa un'ora e mezza di ritardo, è mancato dopo circa trenta minuti. Lavori chiusi. Saltata anche la relazione in Aula sul Piano generale del traffico da parte dell'assessore alla Mobilità Guido Improta. “Si tratta di un infortunio di natura tecnica” minimizza Improta. “C'erano due o tre consiglieri che oggettivamente avevano impedimenti”. Ha aggiunto il capogruppo del Pd e coordinatore della maggioranza in Assemblea capitolina, Fabrizio Panecaldo: “Dopo la maratona bilancio, che per molti è stata stressante, alcuni consiglieri hanno preso impegni familiari e già prenotato le ferie, quindi ho preferito mandare in seconda convocazione la seduta, visto che tra l'altro in discussione ci sono provvedimenti segnalati anche dall'opposizione come l'assegnazione dei loculi al Verano per il vigile eroe Montesi e per Teodoro Buontempo. Mancavano un paio di persone, e abbiamo serenamente deciso di andare a domani visto che il regolamento ce lo consente”.

L'OPPOSIZIONEAttacca l'opposizione, tra i banchi dei consiglieri ma anche tra il pubblico dove un gruppo di militanti di Nuovo Centrodestra capeggiati dal coordinatore regionale Roberta Angelilli hanno reagito con urla e proteste. “La sinistra in Campidoglio somiglia sempre più all'armata Brancaleone, una compagine allo sbando divisa dalle lotte interne e incapace di lavorare per Roma. Non raggiungendo il numero legale nella seduta in cui si sarebbe dovuto illustrare il Pgtu, la maggioranza di fatto sfiducia l'assessore Improta presente in Aula, e di conseguenza boccia Marino di cui è il fedelissimo” denuncia il vice capogruppo di Forza Italia Dario Rossin. “L'ennesima dimostrazione di una maggioranza allo sbando che manca proprio nel giorno in cui era prevista la presentazione del nuovo piano generale per il traffico urbano. E' un segno di sfiducia verso l'assessore Improta o un auspicabile ripensamento su un piano scellerato che prevede addirittura pedaggi per gli automobilisti romani all'ingresso dell'anello ferroviario, da Piramide a San Giovanni fino a Ponte Milvio?” dichiara in una nota Alessandro Onorato, capogruppo della Lista Marchini in Campidoglio.

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