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Matrimoni gay, il Prefetto promette l'annullamento. Nieri: "Usciamo dal Medioevo"

Il giorno dopo la trascrizione dell'unione tra 16 coppie omosessuali contratte all'estero non si placano le polemiche. Nonostante la richiesta di Pecoraro, Marino non accenna a un passo indietro

Il giorno dopo la cerimonia di registrazione delle unioni tra coppie omosessuali contratte all'estero in Campidoglio le polemiche non accennano a placarsi. Anzi. Il braccio di ferro istuzionale tra palazzo Senatorio e il Viminale, a cui si è affiancato anche il Prefetto Giuseppe Pecoraro, è sempre più teso con entrambe le parti ferme a portare avanti le proprie posizioni. Da un lato il prefetto Pecoraro che in diverse interviste ha ribadito la sua richiesta al primo cittadino capitolino di fare un passo indietro su quanto effettuato ieri. Pena: l'annullamento coatto, forse già da domani. Dall'altra il sindaco Ignazio Marino che, volato ad Aushwitz per il viaggio della memoria con gli studenti, ha ribadito la sua posizione. Negato ogni scontro con il Prefetto non ha però dato segno di voler seguire la sua richiesta.  

Nessun ripensamento nemmeno da parte del vicesindaco Luigi Nieri che, assente il sindaco, ha diffuso una nota in cui ha ribadito fermamente la decisione della sua amministrazione: "Ieri in Campidoglio un atto dovuto, seppur di grande importanza, si è trasformato in un momento storico. Questo perché nel nostro Paese a tantissimi cittadini sono stati negati troppo a lungo diritti sacrosanti. Voglio fare una domanda agli integerrimi tutori dell’ordine pubblico, che sono terrorizzati dall’amore fra persone dello stesso sesso: quando neghiamo ai cittadini omosessuali italiani diritti concessi in tutta Europa, siamo ancora un Paese europeo a tutti gli effetti?” ha dichiarato in una nota.

Per Nieri quello di ieri era "un atto dovuto. C’è addirittura un Tribunale, quello di Grosseto, che si è già espresso a riguardo, affermando che il matrimonio tra persone dello stesso sesso celebrato all’estero può essere trascritto nei Registri dello stato civile, poiché non è contrario all’ordine pubblico e non sussiste, né a livello di legislazione interna né nelle norme di diritto internazionale, un impedimento a riguardo. La circolare di Alfano, è ben evidente a tutti, è unicamente una questione ideologica, anacronistica e antieuropea".

Il vicesindaco non ha mancato di appellarsi anche al Prefetto. "Non dia seguito a questa strumentalizzazione politica sulla pelle delle persone". Infine una domanda al Governo: "Chiedo, inoltre, al Governo nazionale di dirci da che parte sta. Persino il Vaticano ha assunto posizioni più progressiste a riguardo. E’ ora di uscire dal Medioevo ed entrare nell’era contemporanea”.

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