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Marino: "I romani mi chiedono di non interrompere questa esperienza"

Il sindaco in un'intervista a La Repubblica: "Voglio ascoltare le opinioni degli eletti dal Popolo. Questa crisi è politica e va riportata dentro questi confini"

Si dimette davvero o ritirerà le dimissioni? Ignazio Marino tiene tutti con il fiato sospeso. Nel suo braccio di ferro con il Partito Democratico oggi il primo cittadino si fa sentire con un'intervista a La Repubblica lanciando un messaggio chiaro che suona più o meno così: il Pd non si libererà di me facilmente e per farlo dovrà metterci la faccia, sfidando i romani.

L'ago della bilancia "dimissioni sì, dimissioni no" si sposta decisamente verso la seconda ipotesi. Già perché con Sebastiano Messina (giornalista di Repubblica che l'ha intervistato) Marino parla come se avesse davanti a sè ancora anni di governo ("con questi soldi potremo comprare bus e riparare la metropolitana", ndr), mandando in archivio lo scandalo scontrini per il quale, incalzato, fornisce tutte le spiegazioni. Di mollare non sembra avere l'intenzione e anche laddove le tanto sbandierate verifiche dovessero bocciarlo ci riproverà, ricandidandosi alle primarie del PD.

Perché le spiegazioni sullo scandalo degli scontrini con dieci giorni di ritardo? "Non riuscivo a capire. Allora ho chiesto le carte. E contemporaneamente ho chiesto alla Procura di essere ascoltato". Il primo cittadino ribadisce di essersi dimesso per poter andare dai magistrati senza alcuna protezione, come sindaco dimissionario e non come sindaco. Ai magistrati racconta di aver spiegato tutto, nei minimi dettagli. "E' normale che in un'amministrazione di 23 mila persone ci siano dei dipartimenti che si occupano di validare le spese. Io lasciavo le ricevute sui tavoli della mia segreteria e per me la cosa finiva li". Scaricabarile? "No. Sono persone che hanno fatto del loro meglio, e in buona fede, dovendo giustificare nella primavera del 2014 spese di undici mesi prima, utilizzando la mia agenda elettronica". E sul ristoratore che ha riconosciuto la moglie spiega: "Ha riconosciuto mia moglie su una foto che non è di mia moglie. E' la foto che viene fuori su Google. Ma non è la sua. Di mia moglie non c'è neanche una foto, sul web". 

Quando Messina gli chiede se confermerà le sue dimissioni o meno, Marino risponde: "La legge mi da 20 giorni per verificare se la mia esperienza è davvero finita o se ci sono le condizioni per rispettare il partito che mi ha eletto alle primarie con il 52 per cento, parlo del Pd e di Sei, e al ballottaggio con il 64 per cento. Io sto facendo delle verifiche, incontrando i consiglieri. Voglio ascoltare le opinioni degli eletti del popolo". E non manca una risposta a Renzi che aveva parlato di rottura di rapporto con i romani: "Io ho grande rispetto per chi, come Renzi, sta cercando di cambiare questo Paese. Però mi permetto di dire che non capita tutti i giorni che 50 mila persone firmino una petizione per chiedere al sindaco di restare. La città ha capito che con me sono stati cacciati i criminali che erano qua dentro. Le persone che incontro per strada mi chiedono di non interrompere questa esperienza". 

La chiusura è sul futuro: "Se si faranno le primarie nel Pd, è possibile che ci sia anch'io". 

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