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Buono casa, famiglie a rischio sfratto in presidio davanti all'assessorato alla Casa: "Attendiamo risposte"

La mobilitazione è stata indetta dal sindacato Unione Inquilini di Roma. Una delegazione ha incontrato il direttore del dipartimento, Gaetano Pepe. Paoluzzi: "Entro il 20 giugno avremo risposte"

Un gruppo di famiglie beneficiarie di buono casa a rischio sfratto e altre in difficoltà abitativa in attesa del contributo affitto da parte del Comune hanno manifestato ieri mattina davanti alla sede del dipartimento Politiche abitative del Comune di Roma, organizzate dal sindacato Unione Inquilini di Roma. “Alcuni nuclei usciti dai residence con il buono casa oggi rischiano lo sfratto per esubero di reddito in quanto il dipartimento considera con limite la soglia di ingresso dei 18mila euro”, spiega Silvia Paoluzzi, segretaria di Unione Inquilini di Roma.

Secondo noi, invece, per il mantenimento del contributo, va considerata quella fissata per l’accesso all’edilizia popolare, che è più alta, così come scritto nella delibera che ha istituito il buono casa e come stabilito anche da una sentenza del Tar”. Per quanto riguarda i contributi all’affitto, le famiglie volevano invece avere informazioni in merito ai tempi di erogazione del bonus Covid e del bando del 2019, chiuso a febbraio 2020 e non ancora erogato. 

Emblematica la storia di Paolo (nome di fantasia) e della madre, 91 anni, che dopo uno sfratto da una casa di un ente previdenziale dove abitavano da 50 anni, in zona piazza Bologna, nel 2016 si sono trasferiti in un appartamento a Ponte di Nona grazie al buono casa. “Mia madre percepisce una pensione di  reversibilità di circa 900 euro al mese, io attualmente sono disoccupato e prendo una pensione di invalidità”, racconta Paolo. “Da gennaio il dipartimento Politiche abitative non versa l’affitto alla mia proprietaria di casa perché sostiene che negli anni scorsi abbiamo superato la soglia dei 18mila euro lordi di reddito. Preciso di aver sempre dichiarato tutto: anche il dipartimento non ci ha mandato alcuna comunicazione scritta, da quanto ci è stato detto il motivo risiederebbe nel fatto che per 4 anni ho lavorato con un contratto di 15 ore settimanali per un totale di 430euro al mese.  Ora sono di nuovo disoccupato. Come facciamo a trovare una casa io e mia madre di 91 anni? Nessuno ci concederà mai un affitto. Senza considerare che siamo il lista d’attesa di una casa popolare”.

Ieri mattina una delegazione ha incontrato il direttore del dipartimento Politiche abitative, Gaetano Pepe: “Entro il 20 giugno avremo finalmente una risposta per le famiglie che si sono viste cessare la misura a seguito di un ipotetico esubero reddito. Famiglie per le quali il Comune di Roma dispone delle risorse ma che per i ritardi delle erogazioni rischiano di andare a ingrossare le file dei 4500 famiglie prossime allo sfratto”.

Paoluzzi spiega: “Ci sono problemi evidenti nella gestione del dipartimento e nonostante i pagamenti del buono casa siano ripartiti, un direttore in difficoltà ci ha spiegato come non si abbiano tempi certi sullo stanziamenti dei contributi affitto 2019 e Covid, sull'uscita delle graduatorie, mentre si lavora per le assegnazioni delle case popolari ferme da diverso tempo”. La segretaria conclude: “Ci chiediamo come il Comune di Roma potrà affrontare la prossima stagione che con la ripresa degli sfratti, degli sgomberi rischia di diventare esplosiva data la mancanza di un piano casa che possa garantire il passaggio di casa in casa”.

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