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Basta tagli e più lavoro, 23 maggio sindacati in piazza contro Marino

Il corteo è stato indetto da Cgil, Cisl e Uil di Roma e Lazio e partirà alle 9.30 da piazza dell'Esquilino per arrivare in piazza Santi Apostoli: "Basta politiche dei tagli, rimettiamo al centro il lavoro"

Basta politiche di soli tagli lineari imposti dal Piano di rientro. Si punta a “cambiare gli indirizzi del Campidoglio”. È contro le politiche di Ignazio Marino che Cgil di Roma e Lazio, Cisl di Roma e Rieti e Uil di Roma e Lazio scenderanno in piazza il prossimo 23 maggio con un corteo che, dalle 9.30, partirà da piazza dell'Esquilino per arrivare a piazza Santi Apostoli. Un annuncio, quello dei sindacati, dato nel corso di una conferenza stampa a cui erano presenti i rispettivi segretari Claudio Di Berardino, Mario Bertone e Alberto Civica, che arriva a poche ore dall'indizione dello sciopero per il settore scolastico di Roma Capitale. “Vogliamo rimettere al centro il tema del lavoro, che a Roma significa ripartire da tutte le aziende del Comune perché attraverso una loro riorganizzazione bisogna fare ripartire l'intera economia della Capitale e del Lazio” ha spiegato Di Berardino. “Marino continua a pensare al suo consenso personale, stia tranquillo e sereno che ai problemi di Roma ci pensiamo noi sindacati” ha aggiunto Bertone. Sintetico il messaggio di Civica: “Vogliamo che di cambi il modo di fare politica a Roma”.

L'obiettivo della mobilitazione è “cambiare il segno del bilancio del Campidoglio e respingere le politiche dei soli tagli lineari, cioè il piano di rientro” hanno spiegato i sindacati. “È il momento di rivendicare una svolta e proveremo a farlo insieme”. Per Cgil, Cisl e Uil “servono scelte innovative, rapide e coraggiose, che sappiano guardare in primo luogo al raggiungimento graduale ma costante della piena occupazione, alla modernizzazione dei servizi, agli investimenti per le opere strutturali, alla valorizzazione del patrimonio culturale. Scelte che tornino a guardare alle periferie, alla qualificazione dei servizi sociali, alla riorganizzazione dell'intera macchina capitolina”.

Al contrario per i sindacati “con il bilancio di previsione 2015 presentato dal Campidoglio non sembra essere questa la strada che si intende imboccare. Registriamo ancora tagli ai servizi e minori risorse per gli investimenti. Ci troviamo ancora di fronte al blocco delle assunzioni e alla mancanza di provvedimenti tariffari e fiscali in grado di ridistribuire la ricchezza prodotta e di rafforzare il sostegno alle facce più deboli della popolazione e a chi ha perso il lavoro. La stessa scelta di concentrare il piano di rientro solo nel 2015 conferma questa linea di tendenza miope, inadeguata e reccessiva”. 

Il segretario della Cgil di Roma e Lazio, Di Berardino cita il tema “del lavoro e degli appalti”, quello delle tasse, “i romani sono le famiglie più tartassate d'Italia”, fino alla proposta di fare un ragionamento “sulle tariffe e i tributi locali utilizzando l'Isee. E ancora. “Chiediamo la concretizzazione patto antievasione. Deve finire questo scimmiottamento dell'uomo solo al comando, c'è bisogno di maggiore umiltà e di essere a disposizione della città”.

Bertone (Cisl) punta invece sull'occupazione, “un problema per 50 mila famiglie”. Una situazione a fronte della quale “il bilancio di Roma Capitale dal punto di vista dell'occupazione dice 'Zero', non dà prospettive non coglie i problemi di questa città”.

Civica (Uil) pensa invece alle grandi catene di distribuzione dove vengono effettuati “licenziamenti e riduzioni dei salari”. Il sindacalista punta il dito contro il silenzio del Campidoglio: “Non una parola per questi lavoratori. Quando c'è da addossargli le responsabilità con atteggiamenti da macho, Marino è sempre in prima fila, quando c'è da difenderli non c'è mai. L'inefficienza di questa città è tutta colpa dei lavoratori. È un atteggiamento insopportabile”.

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