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Il bar con il manichino impiccato simbolo del caro bolletta

Pica (Fiepet Confesercenti): "Situazione più complicata per attività lontane dal centro"

Dietro la vetrina del bar Big Mamy, nel quartiere di San Giovanni, è comparso un manichino impiccato. Il cartello appeso al collo del fantoccio è rivelatore: “È arrivata la bolletta”. L’attività commerciale fatica a tenere il passo con i rincari energetici. E non solo.

La reazione al "caro bolletta"

“Il 5 settembre è arrivata la bolletta, peraltro scaduta il 2, cosa che mi obbliga a pagare anche la mora. È di 2600 euro. Significa che è più che raddoppiata perché l’anno scorso è stata di circa 900/1000 euro. Ovviamente dovrò chiedere di farla dilazionare, perché altrimenti non potrei pagarla – ha spiegato Laura Ramoni, dal 2019 titolare del bar Big Mamy – per far fronte a questi rincari abbiamo aumentato di dieci centesimi il prezzo del caffè e del cappuccino e qualcuno si è anche lamentato. Per questo, per sensibilizzare le persone ma soprattutto i clienti, ho pensato di mettere un manichino impiccato, visto che rappresenta un po’ la mia condizione”. 

Rincari anche nelle materie prime

L’aumento delle bollette, peraltro, non è l’unico che deve fronteggiare l’esercente. Come la Cna di Roma ha mostrato, in uno studio pubblicato il 9 settembre, oltre all’impennata del costo energetico, bisogna fare i conti anche con gli incrementi delle materie prime. Cosa che ha comportato un aumento del 50% della farina,del 65% dello zucchero e del 30% del latte. Ne consegue che sono aumentati anche i costi dei prodotti da forno, anche se in percentuale minore rispetto all’incremento atteso, perché i fornai romani,ha spiegato la Cna “stanno assorbendo loro stessi alcune voci di spesa”. 

“Noi abbiamo un bar tavola calda ed abbiamo notato che è raddoppiato tutto, dal pane all’olio – ha proseguito la titolare del Big Mamy – però non possiamo aumentare troppo i nostri prodotti, perché le persone già faticano ad andare al bar. Quello che stiamo facendo è cercare di limitare il costo del personale, che abbiamo dovuto ridurre, e dei consumi energetici, tenendo qualche luce accesa in meno. Ma i frigoriferi e la macchina del caffè non possiamo certo spegnerli”.

Gli aumenti

La situazione è complicata ed in questa fase soffrono maggiormente sono soprattutto le attività ristorative che si trovano fuori le mura. Al centro storico, tutto sommato, la presenza dei turisti contribuisce a limitare le perdite – ha spiegato Claudio Pica, presidente della Fiepet Confesercenti di Roma – sono aumentate le farine, anche dell’80% ed i pomodori, del 74%. Il risultato, volendo fare un esempio, è che se prima cucinare un piatto di amatriciana costava in tutto 3 euro, oggi l’esercente deve spenderne tra i 5 euro e mezzo ed i 6 per farlo”.

Cna di Roma ha auspicato, per contenere almeno i rincari delle bollette, “un rapido avvio delle comunità energetiche”. Per Fiepet Confesercenti sono varie le soluzioni che potrebbero mitigare la crisi in corso. “Il governo dovrebbe bloccare le accise sui prodotti, che oggi aumentano in percentuale con l’incremento dei vari costi. Il comune invece potrebbe spingere Acea, di cui è socio di maggioranza, a facilitare le rateizzazioni”. 

Possibili strategie

E gli esercenti che, come il manichino nel bar di via Orvieto, si sentono strangolati cosa possono fare? “La strategia di non alzare i prezzi per non perdere clienti non è vincente, perché  accollandosi i costi ci si espone ad un maggiore indebitamento. Invece occorre cominciare a ragionare in maniera diversa rispetto al passato – ha suggerito il numero uno della Fiepet Confesercenti – ad esempio riducendo l’orario di apertura: così facendo si riducono i costi energetici e quelli del personale. E d’altra parte so che ci sono ristoratori che stanno valutando di restare aperti solo dal giovedì alla domenica, perché negli altri giorni i clienti non sono sufficienti a compensare i costi”. Lo scenario non è quindi incoraggiante. Ed il manichino installato dietro la vetrina di via Orvieto ne costituisce una plastica rappresentazione.

Manichino impiccato

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