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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Malagrotta, dalla discarica al TMB: la storia delle proteste della Valle Galeria

Dieci anni di lotte dei comitati preoccupati di vivere "nel purgatorio di Roma"

La puzza causata dall'incendio del TMB si è avvertita a distanza di molti chilometri da Malagrotta. Ma è soprattutto nel territorio circostante, che l'umore dei cittadini è diventato nero, come la colonna di fumo che per ore si è addensata nel cielo. Perchè si tratta d'un quadrante, compreso tra i municipi XI e XII, con un'elevata densità d'impianti destinati al trattamento ed allo smaltimento dei rifiuti. Una condizione che preoccupa, spaventa a fa arrabbiare i suoi abitanti, da oltre un decennio impegnati nel segnalare i rischio di tale concentrazione.

Il purgatorio di Roma

Nel raggio di pochi chilometri, nella Valle Galeria, si trova di tutto. Oltre alla discarica più grande d’Europa, si conta un impianto di trattamento di biogas, un inceneritore dismesso di rifiuti ospedalieri, un gassificatore, una raffineria di petrolio impiegata per lo stoccaggio ed ovviamente gli impianti di trattamento meccanico biologico. “Siamo stanchi di essere considerati il purgatorio di questa città”ha raccontato Monica Polidori, del comitato di Monte Stallonara “ancora questa mattina c’è un odore acre e l’aria è irrespirabile. Avevamo chiesto di monitorare la qualità dell'aria con le centraline dell’Arpa perché, incendio a parte, da qualche mese avevamo ripreso a sentire bruciore agli occhi e questo odore acre”. Una richiesta rimasta inascoltata.

Il monitoraggio delle puzze

Chi abita nella Valle Galeria da anni utilizza i social network per aggiornarsi sulle “puzze” che si respirano nel quadrante. Un fenomeno con cui, ciclicamente, si torna a fare i conti. “Negli ultimi 4 mesi le segnalazioni che gli abitanti fanno sulla nostra App, attiva sin dal 2019, sono aumentate de 65%” ha spiegato Massimo Prudente, presidente del comitato Valle Galeria Libera. Una realtà nata per coordinare gli sforzi dei tanti comitati presenti nelle zona. Comitati che, da oltre 10 anni, sono impegnati nel denunciare le condizioni in cui versa la vallata a causa della concentrazione dei tanti impianti per il trattamento dei rifiuti.

La battaglia contro la discarica di Malagrotta

Nel 2012 gli abitanti, stanchi di dover fare i conti con Malagrotta, la discarica più grande d’Europa, avevano deciso di organizzare la loro protesta. Per farlo si attivarono raccogliendo decine di migliaia di firme, con cui chiedere la chiusura dell'impianto. Raccolte decine di migliaia di firme, per chiedere la chiusura dell’impianto, hanno inviato due delegati a Bruxelles. “Una delegazione, composta da Rodolfo e Alessandro, due residenti della zona, partì nell'inverno del 2012 alla volta di Bruxelles per portare la nostra petizione – ha ricostruito il presidente del comitato Valle Galeria Libera – per tutta risposta da Bruxelles arrivarono dei parlamentari. Vennero a Malagrotta per effettuare un sopralluogo”.

L'episodio è scolpito nella memoria di chi abita in quel territorio. Si è trattato in effetti di un passaggio chiave nella vicenda legata alla discarica, che ha portato alla richiesta della Commissione europea dell’avvio d’una procedura d’infrazione alla Corte di Giustizia. Nel mirino era finita proprio la gestione dei rifiuti da parte del Lazio. Fu la goccia che fece traboccare il vaso, portando alla chiusura, nell’estate del 2013, della discarica di Malagrotta. Finiva un’epoca ma non le proteste dei residenti perché, nella valle, restavano ancora tanti impianti. 

I miasmi del TMB

Chiusa Malagrotta, sono rimasti in funzione i TMB con i relativi miasmi, costantemente monitorati dai cittadini attraverso le App opportunamente create, tra cui “puzz@mina”. Quegli impianti sono stati commissariati e dopo un iniziale periodo di proteste, con residenti impegnati anche in estemporanei sit-in notturni, è stato avviato “un dialogo costruttivo con il commissario Palumbo” che ha portato dal 2019 alla temporanea soluzione del problema miasmi. “Per circa tre anni le cose sono andate bene poi, probabilmente anche a causa del potenziamento dell’impianto e della maggiore quantità di rifiuti trattati, sono riprese le puzze” ha spiegato il presidente del comitato.

Le altre battaglie e la preoccupazione dei residenti

“Noi abbiamo avuto problemi con il TMB, ma anche con Monte Carnevale, dove volevano fare un’altra discarica alla quale ci siamo opposti presentando complessivamente  7 ricorsi al Tar e 2 al Consiglio di Stato. Purtroppo si continua a considerare questo territorio come un luogo dove aprire biodigestori, è il caso di Casal Selce, e dove mantenere gli impianti di trasferenza” ripetono nella Valle Galeria. E così quello che fino ai primi anni 80 era ancora una sorta di Eden, si è trasformato in un territorio“dove neppure è stato attivato il monitoraggio dell’aria che avevamo chiesto al municipio XII” ha ribadito Valente. “Ora la preoccupazione del sindaco è relativa al fatto che a Roma ci saranno problemi nel conferimento dei rifiuti. Ma a noi che viviamo qui, adesso costretti anche a stare con le finestre chiuse, quand’è che ci pensa il Campidoglio?” continuano a chiedersi Monica e Massimo. E con loro tanti altri cittadini che popolano quella vallata: il purgatorio di Roma.
 

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