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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Mafia capitale, niente scioglimento del Comune ma 'commissari' per dirigenti e municipi

E' l'ipotesi emersa ieri durante la riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza. Entro la fine della settimana il prefetto Gabrielli formulerà al ministro Alfano la sua proposta

Alla fine lo scioglimento del Comune di Roma per mafia dovrebbe essere evitato. È quanto emerso dalle indiscrezioni emerse al termine dell'incontro di ieri del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza in Prefettura, al quale ha partecipato anche il Procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone. Un lungo incontro, durato ben quattro ore, durante il quale il prefetto di Roma Franco Gabrielli ha illustrato le conclusioni espresse dalla Commissione di accesso nella relazione depositata il 15 giugno scorso ed ha illustrato a tutti le proprie considerazioni. “Entro la fine di questa settimana, il Prefetto formulerà al Ministro dell'Interno la proposta concernente le misure da adottarsi nei confronti dell'Amministrazione Capitolina” ha fatto sapere la prefettura in una nota. 

A breve, entro la fine della settimana, Gabrielli si recherà al Viminale dal ministro Angelino Alfano. E il parere del comitato è “consultivo” ma non ha potere decisionale vincolante. Stando a quanto emerso ieri, quindi, lo scioglimento del comune di Roma dovrebbe essere evitato. Un condizionale d'obbligo perché le quasi mille pagine di relazione al centro della discussione di ieri descrivono un quadro veramente molto compromesso per l'amministrazione capitolina e la posizione di Gabrielli non è ancora ufficiale. Dopo una lunga discussione la strada emersa potrebbe essere una via di mezzo: mettere le mani solo su alcuni dipartimenti capitolini, quelli risultati più 'influenzati', agire sui singoli funzionari, commissariare solo alcuni settori. Ma non solo. Il prefetto potrebbe decidere di agire anche sui municipi più infiltrati commissariandoli. 

A salvare il sindaco Ignazio Marino potrebbe essere proprio la 'posizione' espressa anche dal Procuratore Capo Giuseppe Pignatone che giorni fa in Commissione Antimafia aveva accennato a una certa “discontinuità” tra l'amministrazione Alemanno e quella attuale. Le carte però parlano chiaro: i meccanismi corruttivi che hanno permesso a Buzzi e Carminati di 'condizionare' la politica e 'indirizzare' la nomina di alcuni personaggi non sono stati sradicati del tutto dall'attuale amministrazione.

La soluzione 'di mezzo' permetterebbe quindi di salvare Marino ma di andare a rimuovere quell'apparato amministrativo che si è dimostrato un terreno fertile per le infiltrazioni mafiose. La strada potrebbe essere quella del comma 5 dell'articolo 143 del Testo Unico sugli Enti locali. "Anche nei casi in cui non sia disposto lo scioglimento, qualora la relazione prefettizia rilevi la sussistenza degli elementi di cui al comma 1 con decreto del Ministro dell'interno, su proposta del prefetto, è adottato ogni provvedimento utile a far cessare immediatamente il pregiudizio in atto e ricondurre alla normalità la vita amministrativa dell'ente, ivi inclusa la sospensione dall'impiego del dipendente, ovvero la sua destinazione ad altro ufficio o altra mansione con obbligo di avvio del procedimento disciplinare da parte dell'autorita' competente".

In Campidoglio si attende. "Siamo nelle mani di due dei migliori servitori dello Stato in assoluto del nostro Paese: il prefetto Franco Gabrielli e il procuratore Pignatone. Non credo che ci sia dubbio che svolgeranno al meglio il loro lavoro e il loro giudizio sarà certamente un giudizio molto meditato e basato su fatti" ha commentato il sindaco Marino a margine di un'inaugurazione di un cantiere sulla via Nomentana. Stessa posizione anche da parte dell'assessore al Patrimonio di Roma Capitale, Alessandra Cattoi: "Il sindaco ha detto che è fiducioso, anche io lo sono. Sia lui che noi assessori stiamo proseguendo normalmente nella nostra attività amministrativa quotidiana" ha detto a margine di un evento alla Casa della Città.

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