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Mafia Capitale, Comune assediato: "Marino dimettiti". M5S: "#occupycampidoglio"

In piazza, oltre ai lavoratori Multiservizi, un gruppo di attivisti del Movimento cinque stelle, tra cui alcuni parlamentari, esponenti di Fdi, Ncd e Noi con Salvini e movimenti di estrema destra. Di Battista: "M5S pronto a governare"

È un clima teso e caotico, tra proteste e richieste di dimissioni, quello che ha accompagnato la prima seduta dell'Assemblea capitolina post terremoto mafia capitale 2. Una seduta 'lampo', durata solo il tempo necessario di ratificare la sostituzione, temporanea, dei consiglieri arrestati. Ad assediare il palazzo non solo i lavoratori di Roma Multiservizi, questa mattina a Montecitorio, ma anche un nutrito gruppo di attivisti del Movimento cinque stelle che al grido di “mafiosi” si sono radunati sotto il il Marc'Aurelio per chiedere a gran voce le dimissioni del sindaco Ignazio Marino. Tra loro anche i deputati Alessandro Di Battista e Roberta Lombardi e il consigliere regionale Davide Barillari. Presenti anche le formazioni di destra, da Ncd, capitanata da Roberta Angelilli, Fdl e Noi con Salvini fino ad arrivare agli attivisti del movimento di estrema destra 'Sovranità', vicino a Casa Pound, impegnati nel campo profughi 'per italiani' di San Nicola.  

MOMENTI DI TENSIONE - Di fronte alle proteste la seduta è stata praticamente blindata a pubblico e giornalisti, molti dei quali non sono riusciti ad entrare in tempo per l'avvio dei lavori. Non sono mancati momenti di tensione sulla scalinata di accesso al Campidoglio tra attivisti grillini e le forze dell'ordine. Gridando "mafiosi" e "onestà" e chiedendo "fateci entrare buffoni", eletti e sostenitori del Movimento Cinque Stelle, chiedendo di poter entrare hanno oltrepassato le transenne predisposte da Vigili urbani e Polizia. I presenti però sono stati bloccati sulla scalinata dell'ingresso 'Sisto IV' con il portone d'accesso chiuso al pubblico. 

'MARINO DIMETTITI' - "Prima che questo Comune venga sciolto per mafia mettendo la Capitale in una situazione drammatica, è meglio che Marino si dimetta e lasci la parola ai cittadini. Il Pd ha paura che il M5S vinca le elezioni. Noi siamo pronti, siamo l'unica forza politica che non è coinvolta in questo scandalo” ha detto il deputato del Movimento Cinque Stelle, Alessandro Di Battista. "Si sono barricati dentro per non fare entrare i cittadini. Non durerà a lungo” ha tuonato Beppe Grillo con un post dal titolo eloquente: #OccupyCampidoglio. "MafiaCapitale è uno scandalo senza fine, il Comune di Roma va resettato e i legami con la mafia recisi, il Campidoglio deve essere disinfestato, i cittadini devono riappropriarsi delle Istituzioni e riportare l'onestà nella Capitale".

IL VOTOMentre all'esterno si verificavano attimi concitati, dentro all'Aula Giulio Cesare l'Assemblea capitolina in pochi minuti ha approvato l'unico punto all'ordine dei lavori, ovvero la sostituzione temporanea dei consiglieri capitolini Massimo Caprari, Mirko Coratti, Pierpaolo Pedetti e Giordano Tredicine con affidamento della supplenza per l'esercizio delle relative funzioni a Daniele Parrucci, Liliana Mannocchi, Cecilia Fannunza e Alessandro Cochi. Poi si è subito conclusa. La protesta grillina è continuata tra slogan e cartelli anche dopo il termine dei lavori, con il consigliere capitolino del M5S, Enrico Stefano, che si è arrampicato sullo scranno più alto dell'Aula e ha appeso sulla statua del Giulio Cesare un cartello con la scritta 'Onnestà'.  

LA DIFESA DELLA BAGLIO - "Qualcuno ha detto che io ho chiesto di non far entrare il pubblico, questo non è assolutamente vero: la seduta era aperta e pubblica ma evidentemente il caos che si è generato sotto il Campidoglio ha impedito l'ingresso normale" ha spiegato il presidente dell'Assemblea capitolina, Valeria Baglio. "E' stato chiamato anche il questore che ha impedito un ingresso normale perchè ci sono state comunque disposizioni di sicurezza per la chiusura del portone e del controllo degli ingressi".

NUOVI ARRESTILe proteste però non sono state l'unico evento ad aver scosso il Campidoglio nella giornata odierna. Proprio Palazzo Senatorio è stato al centro di una nuova inchiesta giudiziaria. Cinque persone sono state arrestate dalla Guardia di Finanza in un'operazione disposta dalla Procura della Repubblica capitolina nel settore degli appalti pubblici e di contrasto alle frodi fiscali. L'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Roma nei confronti di sei persone (una però è recentemente deceduta), tra i quali un alto dirigente in servizio alla Sovrintendenza dei beni culturali di Roma Capitale che avrebbe favorito un imprenditore nell'iter procedurale per l'aggiudicazione di gare pubbliche. Tra le gare "truccate" scoperte dalla Finanza, c'è quella relativa al restauro dell'Aula Giulio Cesare del palazzo Senatorio, aula dove si riunisce il consiglio comunale della Capitale, che è stata affidata a trattativa privata all'imprenditore, risultato coinvolto anche nell'inchiesta "mafia capitale".

LE DIMISSIONI DI VINCENZI Brutta aria anche in Regione. Questa mattina infatti Marco Vincenzi, presidente del gruppo del Partito Democratico alla Regione Lazio si è dimesso. "Ho visto due volte Salvatore Buzzi su sua sollecitazione e nel corso degli incontrimi aveva chiesto di intercedere per far ottenere fondi ad Ostia. Una richiesta alla quale non ho dato alcun seguito". Vincenzi ha spiegato che "non corrispondono nel modo più assoluto a verità e sono destituite di fondamento, quindi, le affermazioni di Salvatore Buzzi su un mio presunto interessamento per far ricevere al municipio di Ostia 600mila euro o qualsiasi altra cifra. Di conseguenza, e lo sottolineo per evitare qualsiasi fraintendimento, non possono essere stati approvati in Consiglio regionale emendamenti del sottoscritto per elargire fondi ad Ostia, agli altri municipi della Capitale o al comune di Roma”. Le scosse del secondo terremoto mafia capitale sembrano non essere ancora concluse.

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