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Mal di pancia nella giunta Raggi: la linea Salvini imbarazza gli assessori di sinistra

Il vicesindaco ha attaccato Salvini sul caso Riace

Era già accaduto quest’estate e ieri, di fronte all’arresto del sindaco di Riace Mimmo Lucano, si è verificato di nuovo. Il vicesindaco di Roma Luca Bergamo si è scagliato pubblicamente contro l’alleato di governo del Movimento cinque stelle Matteo Salvini. A suscitare la reazione di Bergamo un commento del ministro dell’Interno leghista che, postando un articolo in merito all’arresto del sindaco Lucano, ha commentato: “Accidenti, chissà cosa diranno adesso Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati”. 

Bergamo ha scritto così una lettera al ministro: “Il principio per cui si è innocenti fino a prova contraria si applica a chiunque, anche quando l’autorità giudiziaria avvia procedimenti a carico di rappresentanti istituzionali: come a lei, per esempio, o al Sindaco di Riace, Domenico Lucano” ha esordito. “L’abito di Ministro della Repubblica pretende il rispetto di questo ed altri principi che lei non dovrebbe dimenticare. Le sue parole di scherno nei confronti dei sostenitori del sindaco di Riace e dunque di plauso del provvedimento adottato oggi dalla Procura di Locri, al di là e a prescindere da qualsiasi accertamento dei fatti e della versione della difesa, non sono adeguate alla funzione che riveste. Come non lo sono quelle di segno diametralmente opposto pronunciate contro i procedimenti avviati a suo carico”.

In realtà le parole del vicesindaco non si sono solo smarcate dall’anima leghista del governo con il quale, fin da subito, la stessa sindaca Virginia Raggi ha cercato un’intesa andata ben oltre il semplice dialogo istituzionale, come nel caso dello sgombero del camping River. Ma hanno tracciato una netta distanza con la linea ufficiale del Movimento cinque stelle pubblicata ieri sul Blog delle stelle a firma del sottosegretario al ministero degli Interni, Carlo Sibilia, dal titolo ‘Riace non era un modello: è finita l'era del business dell'immigrazione’ e dai contenuti ancor più espliciti. Basta citare l’attacco dell’intervento per capirne gli intenti: “Zero fondi per Riace. Abbiamo deciso di ridurre a zero la speculazione sull’accoglienza”. 

Bergamo, indirizzato a Salvini, scrive ancora: “Gli inquirenti stessi escludono ragioni di profitto per le scelte di Domenico Lucano. Non può sfuggirle dunque, che accomunare pubblicamente la vicenda del sindaco Lucano con quella di chi specula sulla immigrazione significa diffondere un addebito - infondato fino a prova contraria - ma immediatamente infamante, sulla pelle di una persona perché assurta a simbolo di una visione diversa dalla sua”.

Così, dopo il fastidio manifestato pubblicamente queste’estate in merito alla citazione di Mussolini da parte di Salvini, il vicesindaco torna ad attaccare il ministro su un tema non strettamente romano ma sulla quale ogni giorno anche Roma è costretta a interrogarsi. E lo fa su un punto condiviso da entrambe le anime del governo gialloverde. 

Una differenza di vedute che striscia da ormai qualche mese anche all’interno della Giunta Raggi. Nodo nevralgico è soprattutto il tema delle occupazioni abitative il cui approccio è stato pesantemente ridisegnato dalla circolare di Matteo Salvini che ha riaperto la strada agli sgomberi cancellando, di fatto, la necessità di reperire alternative prima di procedere con le operazioni delle forze dell’ordine. Una libertà più volte invocata dalla sindaca Virginia Raggi, pienamente in sintonia con la linea dura contro le occupazioni espressa anche dalla sua assessora alle Politiche Abitative, Rosalba Castiglione, che pur di non fare concessioni alle famiglie in emergenza abitativa ospitate al loro interno ha preferito rimandare alla Regione 40 milioni di euro (potenzialmente quasi 200 milioni di euro) da utilizzare per l’emergenza abitativa della città da lei amministrata.  

Dentro la giunta Raggi non è sfuggito però che la strada tracciata dal ministro Salvini in tema di occupazioni rappresenta un problema sociale tutto da gestire per le amministrazioni locali. È il caso dell’assessora alle Politiche Sociali, Laura Baldassarre, che proprio mentre sono iniziati i tavoli per i primi sgomberi delle occupazioni più organizzate (le operazioni per quelle più spontanee sono già state inaugurate con via Costi all’inizio del mese di settembre e via di Scorticabove oggi) ha lanciato i cosiddetti Sassat 2, un sistema di assistenza sociale e alloggiativa simile agli attuali residence dove ospitare le famiglie sgomberate. Poche ore prima la ‘collega’ Castiglione si impegnava su Facebook per smentire categoricamente che gli eventuali alloggi destinati ai Sassat 1 (ancora gli esiti del bando non si conoscono) sarebbero stati utilizzati per non lasciare in mezzo a una strada gli sgomberati. 

Baldassarre sta così lavorando per cercare di dare una forma concreta, anche se pur sempre emergenziale vista l'assenza delle politiche abitativa, a quella 'linea soft' evocata dalla sindaca Raggi. L’assessora è infatti al lavoro per rendere possibile l'utilizzo degli immobili confiscati alla criminalità organizzata per l'accoglienza delle famiglie sgomberate considerate in condizioni di ‘fragilità’ (altra partita ancora tutta da definire sul campo). Ieri ha incontrato i rappresentanti del sindacato Unione Inquilini avviando un dialogo su temi di politiche sociali e assistenza alloggiativa. Un primo incontro al quale ne dovrebbero seguire altri. Il dialogo aperto con i rifugiati di via Scorticabove, però, non è servito a evitare lo sgombero di questa mattina. 

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