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"La cultura aperta a tutti: così Roma può tornare modello per tutta Italia"

L'intervista al vicesindaco, con delega alla Crescita culturale, Luca Bergamo. Dopo il successo della Festa di Roma per Capodanno ecco le novità in programma per il 2020 e il suo manifesto per Roma

Con la Mic card, in giornate ancora da definire, si potranno visitare gratis anche i Fori Imperiali. Per fine primavera l'idea è mettere su una grande proiezione cinematografica in un'area monumentale. E poi ancora i bandi triennali che definiranno il palinsesto culturale fino al 2022, da Eureka all'Estate romana. Il vicesindaco di Roma Luca Bergamo ci racconta le novità in programma per animare la Capitale.  

A Renato Nicolini si ispira negli obiettivi: riappropriarsi dello spazio pubblico tramite la pratica culturale. Cultura come cardine delle politiche sociali, da partecipare e non da consumare. Cultura per tutti e dappertutto. Cultura che aiuti a ricostruire una comunità frammentata dalle paure. L'esempio? La Festa di Roma che ha animato il Capodanno. Che è solo l'inizio però. Quello di Bergamo è un vero manifesto. Roma rinascerà, è la sfida, a partire dalle sue bellezze, quelle da restituire ai cittadini. Ecco la ricetta, tra modelli del passato e sfide per il futuro. Chissà, magari il ponte di un'intesa M5s-Pd per le prossime elezioni. 
 

Vicesindaco, la Festa di Roma ha ricevuto molti feedback positivi dai romani, 300mila presenze, più 50mila rispetto allo scorso anno. Qual è la stato l'ingrediente vincente di questo Capodanno?

Siamo riusciti, garantendo una qualità artistica molto elevata, a realizzare l'equivalente di una festa di paese, che non significa certo qualcosa di provinciale, tutt'altro. Parlo di una festa che ha tutte le caratteristiche per stupire le persone, per farle incontrare, per farle parlare e riconoscersi. Le racconto un aneddoto che spiega bene cosa intendo: un papà camminava con il suo bambino, e il piccolo ho sentito che gli diceva "papà ma qui ci sono tutte le persone del mondo?". Erano tante le persone sì, e il bimbo intendeva questo, ma aggiungerei che erano tante e diverse, c'erano anziani, bambini, turisti, stranieri, si sentivano parlare più lingue. 

È riuscito a far dimenticare ai romani il concertone al Circo Massimo. Inizialmente ci fu un po' di resistenza. 

Abbiamo deciso di rompere con una tradizione consumata e abbiamo scelto un'idea diversa, basata su una nuova interpretazione dello spazio urbano, con le persone che possono stare insieme in modo meno compulsivo, come avveniva quando tutto ruotava intorno al concerto, e su un tempo più lungo. Volevamo dare vita a una grande piazza civica, e posso dire con gioia che ci siamo riusciti. 

Guardiamo oltre. Che novità può annunciarci al capitolo cultura per l'anno appena iniziato? 

Alcune sono già partite, penso all'estensione della Mic card (carta che permette di entrare gratis nei musei comunali, ndr) a tutti gli abitanti della provincia, dell'area metropolitana di Roma. Sempre con la Mic ci saranno sconti anche su alcune mostre a pagamento e alcune giornate a ingresso libero anche ai Fori. Poi ancora i bandi triennali per il palinsesto culturale che coprirà il periodo compreso tra il 2020 e il 2022. Da Eureka in primavera, a Contemporanemente Roma in autunno all'Estate Romana. E poi ancora penso alla programmazione molto ricca di concerti all'Auditorium, la mostra di rilevanza internazionale dedicata alla statuaria romana, già prenotata da Parigi e New York, a palazzo Caffarelli. Già nel 2019 la quantità di appuntamenti prodotti da Roma Capitale è arrivata a toccare i 22mila. Anche il 2020 sarà un anno ricchissimo. E ho in mente anche un progetto completamente nuovo, ma ancora non posso entrare nel dettaglio. 

A grandi linee?

Fine primavera, un evento speciale realizzato intorno al cinema, sulla falsa riga della proiezione del Napoleon di Abel Gance nel 1981 organizzata da Renato Nicolini davanti all'arco di Costantino al Colosseo. Penso a uno spazio più grande però. 

L'Estate romana invece, si articolerà come la scorsa edizione?

Ci saranno tre filoni, quello classico, quello delle arene ad accesse libero, e un altro nuovo con un bando dedicato a quelle imprese che beneficiano dei soli vantaggi indiretti, tipo la riduzione dei canoni di occupazione del suolo pubblico, con l'obiettivo di spingere chi ha meno bisogno di contributi diretti del Comune. Resta il meccanismo di assegnazione che consente la diffusione degli eventi in tutti i municipi, nel 2019 il numero di luoghi coinvolti per l'Estate romana nelle periferie è aumentato di cinque volte rispetto alla copertura del 2016. 

Si oppose con tutte le forze all'istituzione di un ticket a pagamento per entrare al Pantheon. Ha sempre detto che la cultura deve essere vissuta dai cittadini. Il suo sembra quasi un manifesto...

Guardi, sono sempre stato e sono convinto di una cosa. Quando nel 1948 fu scritta la Dichiarazione dei Diritti dell'uomo, all'articolo 27, si fece esplicito riferimento al diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità. Questo perché dalla vita culturale passa la ricostruzione del senso di appartenenza alla comunità, produce stimoli, crea empatia, relazioni. La crescita culturale è prima di tutto funzionale alla coesione sociale, serve ad abbattere le barriere. Per garantire la partecipazione alla vita culturale serve sottrarre la cultura da una dimensione esclusivamente commerciale, di consumo. Partecipare, non consumare. 

Un principio certamente condivisibile, come si applica?

Come già stiamo facendo. La Mic estesa alla provincia ne è l'espressione, anche il Capodanno lo è, o la funzione attribuita alle biblioteche civiche. Rendendo il più possibile la cultura a portata di tutti, a disposizione di tutti, vicino casa, allargando ai quartieri non centrali la possibilità di goderla. Sintetizzando parlo di una distribuzione e diversificazione dell'offerta culturale il più ampia possibile, gratuita o comunque a basso costo. Dobbiamo andare dove le persone vivono. E' questo la nostra grande sfida. 

La Notte Bianca, l'Auditorium, la Festa del Cinema, i Teatri di cintura...Negli anni Rutelli-Veltroni fiorirono diversi progetti che hanno fatto la storia della cultura cittadina. Si è ispirato a quei tempi?

Diciamo che ci sono delle similitudini come delle diversità, e distinguerei Rutelli da Veltroni. Con Rutelli tra le altre cose nacque Enzimi, il festival a cui io stesso lavorai. Puntavamo sul far emergere la creatività giovanile, partì una grande macchina che segnò un'epoca. C'era la voglia di rianimare profondamente la cultura, ma il tema della periferia non era il centro. Era un tempo in cui si pensava che il futuro fosse luminoso e non facevamo i conti con la frammentazione sociale che invece caratterizza il nostro oggi.

Altra cosa è l'era Veltroni connotata dal gigantismo, da una spinta a lanciare l'immagine di Roma su scala internazionale tramite la cultura. Lei mi ha parlato del modello Roma, io l'ho molto criticato, era quello che vedeva il patrimonio culturale solo come attrattore turistico, ma è stato così in tutto il mondo. Ecco, la nostra sfida invece è quella di riappropriarsi dello spazio pubblico, un po' come avvenne durante gli anni di Renato Nicolini, con l'Estate Romana. I tempi sono diversi così come sono diversi i problemi. 

Una sintesi del suo nuovo modello?

Oggi c'è una grande frammentazione sociale, paura del futuro e del diverso. Recuperare una dimensione dello stare insieme tramite la cultura è la nostra finalità. La partecipazione alla vita culturale è un diritto fondamentale, è quasi un politica sociale. Praticare cultura per costruire, o ricostruire, la comunità. Ci sono città del mondo dove è stato fatto, penso ad esempio a Medellin o a Bogotà in Colombia, metropoli rinate proprio grazie alla cultura. Vorrei una Roma città dell'intelligenza, città che produce cultura e conoscenza, non che esclusivamente la consuma.

Può la cultura essere il terreno di incontro tra le istanze del PD e quelle del m5s, realizzando una sintesi romana da cui far ripartire la città

Penso che sia un ragionamento condiviso sia nel Movimento Cinque Stelle che nell'area di centrosinistra, poi se questo possa essere un punto di partenza per eventuali dinamiche elettorali è difficile dirlo. Certo è un elemento in comune di diverse aree politiche. Noi sulla cultura ci stiamo già investendo. 

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