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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Lodo Colari, Cerroni perde contro il Campidoglio: "Finisce l'era Malagrotta"

L'azienda di Cerroni chiedeva 900 milioni di euro all'Ama per non aver stipulato un contratto decennale per l'utilizzo del gassificatore. Marino: "E' una vittoria della giustizia"

“Pochi minuti fa abbiamo appreso una notizia storica per la città: abbiamo vinto nel lodo che ci vedeva in contrapposizione con il Colari che chiedeva 900 milioni di euro all'Ama”. È stato il sindaco Ignazio Marino, al termine della riunione di giunta che si è tenuta questa mattina a Ostia, a dare la notizia che per mesi ha tenuto con il fiato sospeso tutta l'amministrazione capitolina: l'azienda capitolina, e quindi il Comune, non dovrà versare 900 milioni di euro al consorzio che fa capo a Manlio Cerroni. Eventualità che aveva profilato per le casse capitoline il rischio di un vero e proprio default finanziario. “È la prima volta in 38 anni che Ama vince sul Colari e in questo modo finisce per sempre l'era di Malagrotta e del monopolio privato della gestione del ciclo dei rifiuti nella nostra città” ha dichiarato esultante il primo cittadino.

Il Collegio arbitrale presieduto dal professor Guido Alpa e completato da Andrea Zoppini, arbitro nominato da Colari, e Francesco Marotta, arbitro nominato da Ama, ha riconosciuto nel suo lodo che il Consorzio Laziale Rifiuti, fondato dall'avvocato Manlio Cerroni, non ha diritto all'indennizzo richiesto nell'ambito del rapporto contrattuale, respingendo e assorbendo ogni altra domanda. Il Consorzio che fa capo a Manlio Cerroni aveva richiesto il riconoscimento di un danno di circa 900 milioni di euro dovuto al fatto di avere sostenuto degli investimenti per realizzare il gassificatore di Malagrotta (adiacente ai due impianti di trattamento meccanico biologico), di avere ottenuto l'autorizzazione a incassare i Cip 6 (necessari a finanziare in parte quel tipo di impianto) e quindi la mancanza di un contratto decennale con Ama, che gli avrebbe garantito i flussi di cassa necessari a ripagare l'investimento del gassificatore, avrebbe determinato il danno.

Tuttavia, secondo gli arbitri, Colari non sarebbe stato in grado di produrre una convincente e appropriata documentazione a sostegno delle pretese avanzate. Per il collegio, anche in virtù della perizia del professor Laghi di circa un mese fa, eventuali danni subiti dal Consorzio non sono attribuibili ad Ama. Le spese del Collegio arbitrale e del Ctu sono a carico del Colari che è stato 'condannato' a pagare i 6/7 delle spese, quasi 2 milioni di euro.

“È una vittoria della giustizia, della legalità e della trasparenza che chiude per sempre un capitolo” il commento del sindaco. “Adesso il ciclo dei rifiuti verrà certamente gestito nei prossimi anni con quella visione che io ho voluto sin dall'inizio la rinuncia a qualunque tipo di discarica o inceneritore e una differenziata che ci ponga come esempio per le altre capitali europee, e non asini messi dietro la lavagna come eravamo durante la Giunta Alemanno. Ora siamo i primi della classe e il monopolio privato che durava dal 1963, quando io avevo 8 anni, si chiude per sempre”.

"Oggi ha vinto la giustizia. Le richieste del Colari erano prive di fondamento e questa verità è stata messa nero su bianco dalla sentenza del Collegio arbitrale: una gran bella notizia per tutta la città di Roma” ha dichiarato l'assessore all'Ambiente e ai Rifiuti di Roma Capitale, Estella Marino. "Finalmente possiamo guardare al futuro con serenità continuando il cammino che, su forte indicazione del sindaco Marino, abbiamo avviato a partire dalla chiusura di Malagrotta” prosegue l'assessore. “È finita del tutto l'epoca di una gestione poco trasparente dei rifiuti, che non ha dato la possibilità alla Capitale di sviluppare un ciclo virtuoso all'altezza delle altre città europee e ha creato molta diffidenza nei cittadini”. Ha concluso l'assessore: “La nostra amministrazione ha fatto grandissimi sforzi. Da un lato, lavorando per dare a Roma un ciclo dei rifiuti sostenibile, partendo dalla raccolta differenziata, dall'altro, con un chiaro mandato al presidente Fortini per proseguire nell'organizzazione e nella gestione di Ama nell'ottica di aumento dell'efficienza e di riduzione dei costi”.

Ecco il commento del presidente di Ama Daniele Fortini: “Si tratta di un importante successo per Ama e per l’Amministrazione capitolina. Abbiamo infatti eliminato il più forte ricatto che incombeva come un macigno sulla continuità aziendale e sulla sopravvivenza stessa di Ama" ha scritto in una nota. "Per mesi siamo stati sotto scacco. Il condizionamento di una possibile condanna ha fortemente limitato la capacità di azione dell’azienda e ha creato una grande incertezza a trecentosessanta gradi sull’affidabilità stessa di Ama". Poi ha aggiunto: "Gli interessi della maggiore azienda per la raccolta dei rifiuti e l’igiene urbana d’Italia sono stati finalmente ben tutelati, ma prima di tutto sono stati tutelati gli interessi dei cittadini romani, sui quali sarebbero molto probabilmente ricaduti gli oneri di una disfatta di Ama in una simile contesa.

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