rotate-mobile
Politica

Lite nel Pd sulle correnti, Franceschini: "Sono un bene per il partito". E scoppia la bagarre

Il ministro attacca Zingaretti dalla convention di Areadem. Dure reazioni nell'ala vicina al governatore del Lazio

Un avvertimento al M5s, che se rompe con Draghi rompe anche con il partito democratico, e una stoccata tutta interna, diretta a Zingaretti e in difesa della sua componente. Dal palco della tre giorni di AreaDem a Cortona, il ministro Dario Franceschini non le manda a dire. E approfitta del raduno di corrente per mettere all'angolo l'alleato di governo grillino, pronto a seguito di un lungo periodo di tensioni con il premier Draghi a sfilarsi dalla maggioranza optando per un appoggio esterno, ma anche per rivolgersi all'interno del suo partito con parole che tra i democratici stanno agitando non poco le acque. 

Regionali, tramonta l'operazione Gasbarra

"Basta con la retorica delle correnti. Se le correnti sono i luoghi in cui si pensa e discute, ci si aggrega intorno alle idee alle leadership, allora sono il bene del partito e mi dispiace che un segretario nazionale se ne sia andato denunciando il mal delle correnti, ma capita di sbagliare" ha detto il capo di Areadem. Il nome di Zingaretti non viene fuori ma è chiaro che il riferimento sia proprio il governatore del Lazio, ex segretario del Pd che se ne andò proprio puntando il dito contro il continuo scontro tra correnti dentro il partito. E a confermare che il messaggio di Franceschini sia effettivamente diretto al presidente della Regione ci sono le reazioni. 

"Le correnti di oggi con il pluralismo delle idee non c'entrano nulla -  dichiara in una nota il vicesegretario del Pd del Lazio Enzo Foschi, vicino a Zingaretti - servono solo a togliere il potere, agli iscritti, agli amministratori, ai militanti e gli elettori e lo danno ai capi corrente per trattare posti. Servono poco all'Italia e molto a chi fa il capo. Spero davvero non sia questa la deriva che prenderà il pd". 

E poi ancora il deputato romano del Pd Marco Miccoli che parla di ricostruzione "ingenerosa" e "fuorviante". "Le correnti attuali del Pd sono correnti nominali, senza politica e mi permetto di dire senza più storia" scrive su Facebook. "Non sono più le correnti valoriali di un tempo, con leadership peraltro riconosciute fuori dalle stesse correnti e soprattutto fuori dal partito, servono solo alla distribuzione e all'occupazione di postazioni, come per esempio i posti di governo e sottogoverno o alla conta nelle competizioni congressuali o per le presidenze per le regionali. Quel segretario, caro Dario, se ne andò denunciando questa degenerazione, che ha allontanato tante e tanti militanti in questo decennio".

Non è certo la prima volta che nel Pd si discute di correnti interne. Il tema ritorna puntuale specie quando, in vista di appuntamenti elettorali vicini, come nel caso specifico le regionali e le politiche, si prevedono spartizioni di candidature e posti nelle liste. A marzo 2021 Zingaretti lasciò il posto da segretario proprio puntando il dito contro un partito in cui, per citarlo, "da 20 giorni si parla solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid". 

Al momento di correnti nel partito se ne contano quattro. Areadem, guidata appunto da Franceschini, forse al momento la più copiosa e pesante in termini di iscritti e nomi che ne fanno parte, Base riformista con gli ex renziani guidati dal ministro Lorenzo Guerrini, i Dems con a capo il ministro Andrea Orlando e i Giovani Turchi di Matteo Orfini. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lite nel Pd sulle correnti, Franceschini: "Sono un bene per il partito". E scoppia la bagarre

RomaToday è in caricamento