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E' scontro M5s - Pd: sul decoro del Centro storico volano stracci tra Raggi e Alfonsi

Lite accesa su commercio e artisti di strada

Non è mai corso buon sangue, come è fisiologico che sia date le diverse appartenenze politiche. Ma negli ultimi giorni, complice la campagna elettorale, si è andati oltre. E tra botta e risposta avvelenati sui social network, battute a mezzo stampa, missive che sembrano dimenticare il bon ton istituzionale, tra Campidoglio e I municipio è guerra quasi quotidiana, con il primo a guida grillina e il secondo in mano ai democratici (insieme a Parioli-Nomentano gli unici avamposti 'rossi' sopravvissuti allo tsunami pentastellato delle ultime amministrative). 

Raggi ha acceso il fuoco lunedì scorso, con un attacco durante la conferenza stampa sul regolamento del commercio su area pubblica (pronto al voto in aula Giulio Cesare). Sabrina Alfonsi, e la sua giunta a trazione dem da due legislature, sarebbe responsabile di inerzia rispetto all'invasione di tavolini nel centro di Roma. "Sono quattro anni che il municipio ha una guida monocromatica e sembra che siano difficoltà nella ricostruzione del decoro. Invitiamo la presidente a uscire dalle ambiguità". Secca e immediata la replica: "La sindaca fa confusione non conosce i regolamenti e le procedure. Da parte mia nessuna ambiguità".  

Poi ancora di giovedì una lettera del Campidoglio alla minisindaca. Raggi attacca nuovamente sui tavolini e le occupazioni di suolo pubblico. "Sono costretta a rilevare la mancanza del necessario grado di consapevolezza circa le conseguenze insite in un approccio inerte da parte sua". E ancora: "La tutela dell'interesse pubblico non può che essere preordinata a qualsivoglia bilanciamento con interessi di altra natura". Aggiunge ai motivi di scontro anche gli artisti di strada e le "emissioni acustiche intollerabili" lamentate dai cittadini. Accuse pesanti che la presidente dem non fa certo passare in cavalleria. Poche ore dopo arriva la lunga risposta protocollata. 

Una "missiva arrogante" quella della sindaca, un'entrata "a gamba tesa nelle competenze del Consiglio municipale", la definisce Alfonsi, che non perdona le "espressioni inaccettabili nei confronti della mia persona e della giunta che ho l'onore di guidare". Parla di "sgarbo istituzionale", di "parole gravi che vanno di pari passo con la campagna di mistificazione e di sguaiati insulti diffusi nei giorni scorsi dai sostenitori del Movimento cinque stelle sulla stampa e sui social media". Per non parlare della "mancanza di rispetto e della considerazione nulla rispetta al ruolo dei municipi, che non sono semplici uffici decentrati del Campidoglio". 

La minisindaca ribatte a tono poi nel merito degli attacchi. Rivendica tutte le azioni messe in campo a tutela del decoro, spiegando la differenza tra il "piano commercio su area pubblica" e i "piani di massima occupabilità", ricordando che su questi ultimi la commissione capitolina "non si è mai riunita". Sugli artisti di strada idem. Il nuovo regolamento, fermo in commissione capitolina, dovrebbe disciplinare il settore. Al momento quello vigente è del 2012. E la giunta municipale ne "ha più volte sottolineate le lacune". Per non parlare delle risorse mai arrivate ai vigili urbani del I gruppo per effettuare le necessarie verifiche sul territorio. Lo stesso Comando generale, ricorda Alfonsi, ha dichiarato che "in mancanza di un regolamento più stringente in materia di artisti di strada, è difficile affrontare le criticità". Insomma, le accuse sono state rimandate al mittente una per una. Mentre i romani attendono che le istituzioni ritrovino un clima quanto meno collaborativo, nell'interesse dei cittadini e del territorio. 
 

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