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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica Centocelle

Linea G: i comitati chiedono la riapertura della tratta Centocelle-Giardinetti

Chiesta la riattivazione dei 3 chilometri soppressi nel 2015: “Aiuterebbe la Metro C, al collasso”

Riaprire la tratta Centocelle -Giardinetti. E’ questa la richiesta che arriva dai comitati che, in attesa di sapere dove potrà transitare la futura linea G, vorrebbero fossero intanto riattivati i circa 3 chilometri del “trenino giallo” che sono stati chiusi nel 2015.

La riapertura della tratta “aumenterebbe l’offerta di trasporto pubblico su ferro nella direttrice Casilina” e contestualmente “darebbe soccorso alla Metro C, oggi al collasso”. I benefici che gli ultimi tre chilometri delle “linee laziali” porteranno all’utenza, sono stati compendiati in una sorta di manifesto, firmato da comitati ed associazioni. Sarà presentato l’8 giugno in un’assemblea pubblica annunciata presso l’ex fermata di Torre Maura.

Il percorso della linea G

La futura linea G (vale a dire la trasformazione della linea ferroviaria “Laziali” in una tramvia) secondo quanto previsto nel piano urbano della mobilità sostenibile ha un iter preciso. Parte da Termini, raggiunge Tor Vergata e prosegue per la Banca D’Italia. Il cosiddetto “piano A” dell’amministrazione, deve però fare i conti con il parere espresso dalla Soprintendenza in conferenza dei servizi. Se quindi stante la scadenza del Giubileo non è ancora chiaro quale sarà il futuro del tracciato di qui a tre anni, nel presente è chiaro quali siano le richieste dei comitati. 

La richiesta dei comitati

“C'è una sola cosa che si può certamente fare entro il ‘fatidico’ 2025, anzi molto prima, riattivare il servizio della Roma-Giardinetti fino a Giardinetti: non perdiamo altro tempo”, ha commentato Andrea Ricci presidente dell’Osservatorio regionale sui trasporti. Un intervento da mettere in campo prima del Giubileo, anche perché, come ha dichiarato Roberto Scacchi, il numero uno di Legambiente Lazio  “Ora c’è una infrastruttura ferrotranviaria che va rigenerata, riqualificata e prolungata a Giardinetti, domani non lo sappiamo e per come vanno le opere pubbliche in questa città potremmo anche non averla più”.Dello stesso tenore anche associazioni come UTPRoma il cui presidente, Roberto Donzelli, ha dichiarato che “non possiamo tenere una linea chiusa in attesa di un grande progetto che non si sa se e quando arriverà”. 

Le perplessità della Soprintendenza, protagonista di un botta e risposta a distanza con l’assessore regionale Alessio D’Amato, riguarderebbero anche un’altra tratta, quella compresa tra via Giolitti e piazza di Porta Maggiore. Su quel percorso, a poche centinaia di metri da Termini, insiste infatti il tempio di Minerva Medica. Ma, come sottolineato da Italia Nostra Roma “non si capisce perché davanti al tempio non possa passare un tram piccolo e non invasivo, mentre dietro allo stesso passano 850 treni al giorno grandi e pesanti”. 

La posizione della Soprintendenza

Sulla questione, la Soprintendenza ha già fatto sapere che “per quanto riguarda gli interventi presso l'area della stazione Termini, il tempio della Minerva Medica e l'area vincolata di Tor Vergata, saranno necessarie indagini archeologiche preventive”. E più in generale, sulla nuova linea tramviaria Termini – Giardinetti – Tor Vergata, la stessa Soprintendenza ha spiegato che “in sinergia con tutti gli uffici coinvolti” ne sta esaminando il progetto di fattibilità tecnica ed economica.

La posizione del Campidoglio e dei comitati

Nell’immediato i comitati, incluso TrasportiAmo e la stessa Italia Nostra, chiedono di concentrare gli sforzi per “riaprire quei tre chilometri da Centocelle a Giardinetti”. Sono stati chiusi nel 2015, con l’inaugurazione della metro C. Una linea che però non è in questo momento in grado di supportare la domanda di trasporto pubblico del quadrante. Da qui la necessità di riaprire gli ultimi tre chilometri. Necessità che si scontra con il fatto che riattivare e spendere soldi per una tratta che oggi è ferma, sapendo che domani bisogna sostituire tutta la linea (per trasformarla in tramvia ndr) non ha alcun senso contabile, amministrativo ed anche logico” ha spiegato l’assessore Capitolino Eugenio Patanè. Ha senso però per gli utenti che, sul trasporto pubblico, vorrebbero contare per spostarsi senza dover ricorrere al mezzo privato.

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