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Sabato, 20 Aprile 2024
la crisi del turismo / Centro Storico / Via Vittorio Veneto

Turismo, per alberghi e indotto è allarme occupazionale: "Senza tutele sarà mobilitazione"

A Roma a rischio 8mila posti. I sindacati si compattano: "Stop licenziamenti, si utilizzino ammortizzatori sociali e risorse straordinarie"

I primi incontri tra le proprietà degli hotel alle prese con i licenziamenti del personale e i sindacati sono stati programmati nei prossimi giorni, tra metà e fine gennaio l’avvio dei tavoli per tentare di fermare l’emorragia occupazionale. Il tempo stringe e a Roma ci sono da salvare centinaia di posti di lavoro nel settore turistico e alberghiero.

Dallo Sheraton al Majestic 250 lavoratori messi alla porta

Le questioni più urgenti quelle degli alberghi che hanno già recapitato ai loro dipendenti la lettera di licenziamento: tra questi c’è lo Sheraton Roma Hotel & Conference Center che, chiuso dal marzo del 2020 e in piena “improrogabile” ristrutturazione, ha deciso di mandare a casa tutti e 164 suoi lavoratori. Operai, amministrativi, chef, addetti alle camere, prenotazioni e ricevimento ma anche segretari e front office manager che per anni hanno fatto la fortuna del colosso alberghiero dell’Eur. Un destino comune con i dipendenti dello storico Hotel Majestic di via Veneto dove sono previsti 47 i licenziamenti. 31 invece gli esuberi al Cicerone, 25 i lavoratori dei servizi in appalto al Barberini da mesi sospesi nell’incertezza, in attesa di sapere che ne sarà di loro e del posto di lavoro già vacillato durante i mesi più acuti della pandemia. Sono oltre 250 i lavoratori degli hotel di Roma che in questi giorni vivono un dramma, a loro si aggiungono quelli dell’indotto con il settore turistico al collasso. 

Il settore turistico al collasso: a rischio 8mila posti di lavoro

Tra guide, tour operator, aziende dei grandi eventi, ristorazione, servizi al turismo, taxi e Ncc, aziende di pulizie, lavanderia e manutenzione, la stima parla di circa 8mila posti di lavoro a rischio. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha chiesto aiuto al governo sottolineando la necessità che parte dei 700 milioni che la legge di bilancio ha stanziato per misure straordinarie di sostegno sia destinata ad un nuovo ciclo di cassa Covid gratuita per alberghi e agenzie di viaggio delle città d'arte affinchè si fermino i licenziamenti. 

Turismo, ripartenza lenta: è bomba occupazionale

Lo chiedono anche i sindacati con la vertenza del comparto del Turismo tra le più calde del momento. “Bloccare i licenziamenti e definire con urgenza misure di protezione e sostegno specifico o sarà crisi occupazionale senza precedenti per Roma e Lazio” - non hanno dubbi Alessandra Pelliccia, Stefano Diociaiuti e Giuliana Baldini, Segretari Generali di Filcams, Fisascat e Uiltucs di Roma e Lazio. Dopo i licenziamenti collettivi già annunciati il rischio è che questi si moltiplichino facendo esplodere una vera e propria “bomba occupazionale”. 

Turismo, è allarme occupazione: “Si fermino licenziamenti”

“La riforma degli ammortizzatori sociali approvata dal Governo ha tratti inclusivi ed estende le tutele ma - sottolineano i sindacalisti - non basta da sola a gestire la fase di transizione e l’emergenza contingente, soprattutto in una realtà come Roma: occorre indirizzare al settore, con urgenza, il fondo di 700 milioni stanziato in legge di bilancio, attivando una nuova cassa/FIS Covid, retroattiva dal 1 gennaio e che garantisca copertura fino almeno al 30 giugno, con contestuale blocco dei licenziamenti”. Insomma prendere tempo, tutelare lavoratori e quindi livelli occupazionali in attesa del rilancio dell’intero settore: della ripartenza che per l’intero comparto è assai più lenta che per altri. “Sia chiaro da subito, le imprese, non possono e non devono usare la fase di crisi in corso per giustificare interventi sul personale che possono essere evitati: ristrutturazioni aziendali e riconversione del sistema turistico possono essere accompagnate prorogando le misure di cassa integrazione/FIS Covid o comunque con altri strumenti conservativi” - ammoniscono Filcams, Fisascat e Uiltucs di Roma e Lazio. “Questa è la strada da percorrere, servono segnali di responsabilità da parte di tutti gli attori sulla scena, o la crisi rischia di determinare effetti irreversibili per la tenuta occupazionale e sociale del territorio, un rischio che non ci possiamo permettere e per scongiurare il quale non esiteremo a mobilitarci.”
 

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